mercoledì 26 febbraio 2014

Febbraio 2014: La sovversione Atlantica non conosce sosta - di Enrico Galoppini (Eurasia)





Febbraio 2014: La sovversione Atlantica non conosce sosta

di Enrico Galoppini (Eurasia)

Che cos’hanno in comune Venezuela, Ucraina e Siria?

Apparentemente nulla, se non di essere degli Stati abitati da esseri umani.

Oltretutto, si trovano lontanissimi l’uno dall’altro, in contesti geografici e culturali molto diversi tra loro. Dunque, potremmo già finirla qui.

Ed invece no. Venezuela, Ucraina e Siria condividono in questi giorni un destino comune: quello di essere nel mirino della sovversione atlantica.

Ma c’è dell’altro. La concomitanza di questi tentativi di sovversione manu militari i governi locali ha lo straordinario pregio di poter aprire gli occhi, in extremis, anche agli ultimi ciechi che non ce la fanno a vedere come stanno le cose (mentre chi "non vuol vedere" è irrecuperabile).

Dall’America Latina all’Eurasia, al Vicino e Medio Oriente arabo islamico è tutto un susseguirsi, a ritmi vorticosi e sempre più aggressivi, di situazioni analoghe, orchestrate secondo una sequenza ormai consolidata.

Si comincia con le richieste di "pacifici manifestanti", guidati da istruttori delle Ong preventivamente operanti sul territorio, che il governo non recepisce o recepisce in parte, tanto sono pretestuose ed irricevibili. Poi, abbastanza presto, tra i suddetti ci scappa il morto (con modalità mai troppo chiare), subitamente elevato a "martire" dai "media globali". A quel punto, i "pacifici manifestanti" estraggono le pistole e le mitragliatrici, e se necessario anche le bombe, dimostrando di essere ben altro (paramilitari già addestrati).

Scatta la battaglia con le forze dell’ordine. Il "mondo libero", per bocca delle sue "democratiche istituzioni", chiede che "cessino immediatamente le violenze", che tradotto in linguaggio comprensibile significa: "Il governo deve arrendersi!".

Se non lo fa, si minacciano e poi si applicano "sanzioni" (e "congelamenti" di beni: v. "sequestri"), mentre i medesimi "media globali" (e ovviamente "liberi" ed "indipendenti") disseminano una versione a senso unico dei fatti e del contesto strategico, geopolitico e geoeconomico in cui essi si svolgono.

A quel punto il piano di sovversione è di fronte ad un bivio. Se va in porto in questa prima fase, tanto meglio: si fa prima, costa meno e la cosa è più facile da presentare come una "rivoluzione popolare". Altrimenti scatta l’opzione militare vera e propria, come in Siria. I "pacifici manifestanti" dimostrano di sapersela cavare anche contro l’esercito!

Una volta raggiunto l’obiettivo, ovvero il rovesciamento del locale governo inviso all’America e alla grande finanza (ed in particolare l’eliminazione fisica del "tiranno"), il primo passo è già segnato fin dall’inizio della storia: un "prestito" per risollevare la locale economia in cattive acque, oltretutto già messa in ginocchio da "sanzioni" e attacchi speculativi sulla valuta nazionale mirati a svalutarla. Un "prestito" che regolarmente viene stipulato col pupazzo rinnegato del suo popolo e la sua cricca insediati subito dopo la "rivoluzione".

Ecco qua un esempio lampante di ciò: "Gran Bretagna e Germania sostengono il nuovo governo e chiederanno al Fondo monetario internazionale di concedere aiuti finanziari". (Ansa.it, 22 febbraio 2014)

Non hanno nemmeno finito la loro "rivoluzione" che già il cappio dell’usura (e delle "riforme strutturali") si stringe attorno al collo degli ucraini!

Più la solita rassegna di "rivelazioni" scandalistico-moralistiche (la villa del "dittatore pazzo", il lusso di cui si circondava ecc.): a quando dei servizi speciali sulle regge dei grandi nomi della finanza, dell’economia e dell’editoria "italiane" ed "europee"?

Quando gli stessi manovratori sono impegnati contemporaneamente, con medesime modalità e finalità, da un capo all’altro del pianeta, e per giunta non ne fanno mistero, significa che i giochi sono molto chiari.

A meno che non si voglia credere che il motore di tutto ciò sia – come riferiscono i media stessi – un "vento di libertà" che stranamente soffia sempre in una direzione e mai in un’altra…
24/02/2014
                                                                                                                           

lunedì 24 febbraio 2014

PRESA KYEV: OBAMA ESULTA!



.....Putin piange,Yanukovich trema,Tymoshenko risorge,l'UEismo si allarga.
Questa la sintesi,pure leggermente forzata,della conquista di Kiev da parte dei rivoltosi Ueisti in appena 24 ore di violenti combattimenti.

Con lo squagliamento di un governo,o regime che dir si voglia,regolarmente eletto appena due anni fa.
E con un presidente (p minuscola) precipitosamente in fuga per non essere ammazzato in nome della democrazia.
Obama se la ride,esulta mediaticamente : sottrarre l'Ucraina alla influenza russa non è cosa da poco. Servendosi del piffero magico dell'UEismo (nonché di euro,dollari ed addestramento militare) ha attratto buona parte degli ucraini riportandoli sotto il tallone occidentale.
Piú elegante di altri zoccoli che opprimono popoli e continenti ma sicuramente non meno efficace nel portare alla fame milioni di persone. Arricchendone poche migliaia di altre.
La Tymoshenko,risorta
miracolosamente,già ieri arringava le truppe UEiste invitandole a conquistare pure i territori russofoni.
Magari,con ulteriore aiuto dell'Occidente,ci si potrebbe spingere oltre i confini della Ucraina.
Infettare con lusinghe e parolone popoli in sofferenza,o presunta tale,non è che sia difficile,corroborando il tutto con euro,dollari ed "assistenza umanitaria".
Putin piange la perdita (temporanea ?) dell'enclave ucraina. In Siria,con un Assad uomo da attributi pesanti,ha potuto stoppare gli occidentali. Yanukovich,presidente di fango,ha creato una voragine di potere.
Si allarga il cancro UEista,le metastasi sono riapparse a Kiev.
La consapevolezza che non ci siano medicine "ufficiali" per curarlo mi sembra sempre piú evidente.
In fin dei conti "omeopaticamente" si potrebbero usare gli stessi principi per tentare la cura : che ne pensate ?

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
http://www.vincenzomannello.it/



sabato 22 febbraio 2014

ARRIVA LA PRIMA MEDAGLIA AL VALORE... UEista !


La conquista grazie a Lorenzo Opice di Start,quello che..."la notizia non può attendere".
In mezzo alla campagna mediatica mattutina scatenata da RadioTiranauno con la difesa ad oltranza dei dimostranti ucraini di Kiev,appoggiati in tutto e per tutto dalla dittatura UEista di Bruxelles e dal suo supervisore Obama,è emersa la straordinaria prova di Lorenzo Opice a Start. Con grande sprezzo del pericolo di rendersi ridicolo ha intervistato in diretta una infermiera ucraina che dall'Italia invia ai manifestanti ueisti di Kiev medicinali con cui curare le ferite procurate dai poliziotti governativi. Manifestanti definiti assolutamente "pacifici" dalla missionaria in questione. Da valoroso conduttore di una trasmissione che mai,proprio mai,ospita interlocutori controcorrente rispetto al tema trattato,si è ben guardato dal far presente in diretta che esistono prove documentate della violenza dei "pacifici" dimostranti,basta andare su internet per trovarle. Armi da fuoco e cadaveri di poliziotti compresi.
Per questa testimonianza di fede nell'UEismo (il regime di Bruxelles) e di militanza Ueista ritengo sacrosanta la assegnazione della medaglia al valore.
Con segnalazione ai media indipendenti per opportuna conoscenza.


Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
                                                                                                                                                                

giovedì 20 febbraio 2014

Dai colpi di Stato al Partito-Stato: come il Nuovo Ordine Mondiale, che ha eletto e manovra Renzi, finirà di mangiarsi l'Italia







di Nicola Bizzi

L'Era dell'abiezione denunciata già da tempo da Alfonso Luigi Marra vede il suo coronamento con la creazione di un Governo che sarà la massima espressione dei peggiori poteri forti internazionali.

Sono sinceramente troppo disgustato dai recenti sviluppi del quadro politico per commentare l'ormai certa nomina di Matteo Renzi alla guida dell'Esecutivo, di un nuovo Governo che sancirà la rottamazione del pur nauseante e pernicioso Governo del bilderberghino Enrico Letta e che decreterà la prossima ed inevitabile rottamazione di quel poco che resta dell'Italia che produce e che lavora.

Ciò non toglie che, quasi dovendomi legare ad una sedia come faceva Vittorio Alfieri (per la tentazione più che legittima di cambiare canale), mi sono sorbito, Giovedì 13 Febbraio, tutta la diretta della psicodrammatica Direzione di quello che è ormai divenuto un Partito-Stato, il PD.

Non mi interessa che la mossa di Renzi sia stata giudicata da molti commentatori "ai limiti della democrazia". Non sono un difensore a tutti i costi della "democrazia", un ordinamento sociale che, come ho avuto modo di scrivere più volte in passato, reputo utopistico, obsoleto, stantio e del resto storicamente mai in realtà applicato. Concordo però con l'analisi che Salvatore Tramontano ha fatto su Libero, ovvero che se una mossa del genere l'avesse fatta Berlusconi si sarebbe scatenato il finimondo: padrone dell'Italia, dittatore, autocrate, uno che tratta il Paese come se fosse un'azienda personale. Avremmo visto scendere in piazza i "nuovi resistenti", torme di intellettuali radical-chic e di black block intenti a manifestare, a scioperare (anche se mai hanno lavorato) e magari a infrangere qualche vetrina. E gli "autorevoli" quotidiani e magazine tedeschi, inglesi e francesi si sarebbero scandalizzati, gridando al colpo di Stato, all'avvento della dittatura, e altre simili amenità.

Gli stessi giornali che il colpo di Stato, quello vero, quello che determinò l'insediamento del Governo Monti, lo ignorarono, arrivando anzi a decantare la "autorevolezza" del massone tecnocratico-bancario che ha con orgoglio affossato la nostra economia, asservendoci totalmente alla Germania e facendo salire alle stelle il tasso di disoccupazione.

Ma dal momento che a fare questa mossa è stato l'ex boy scout di Rignano sull'Arno, il predestinato dei poteri forti e delle multinazionali, il pupillo della Mc Kinsey, quello che ha una carta del cielo molto simile a quella di Alessandro Magno, allora ne cantano le lodi. E il Renzi pigliatutto diviene una star, un novello "salvatore della Patria".

In sintesi, l'orripilante spettacolo a cui, per mero dovere d'informazione e trattenendo gli urti di vomito, ho voluto assistere sulla diretta della 7, si può riassumere così: l'assemblea di condominio del PD sfiducia il Presidente del Consiglio (del PD) perché dice che il governo del PD non ha saputo governare, e propone alla Presidenza del Consiglio il segretario del PD, alla guida di un altro Governo PD.

Tutto chiaro no? Sì, evidentemente per il popolino delle primarie è tutto talmente chiaro e "normale" che nessuno pone obiezioni.

Parlando di cose più serie, questo popolino con gli occhi foderati da più strati di prosciutto non si rende conto che, acclamando l'ex enfant prodige, si sta scavando la fossa da sé.

Non sono mai stato berlusconiano, anche se ho difeso in più di una occasione le ragioni di Berlusconi, soprattutto in occasione della sua caduta forzata nel Novembre 2011. Ma, se devo essere sincero, provo in questi giorni per il leader di Forza Italia lo stesso disgusto che provo per il PD e per Matteo Renzi. Perché è evidente che Berlusconi stia facendo solo il gioco di quest'ultimo e che, dietro la promessa di una probabile ed annunciata fine dell'antiberlusconismo, finirà per spianare la strada ad un disegno molto, molto pericoloso.

In molti miei precedenti articoli ho avuto modo di denunciare quali poteri forti si celino dietro l'irresistibile ascesa di Matteo Renzi e come il suo fulmineo percorso politico risponda ad un piano ben congegnato e già da tempo stabilito. Mi sono soffermato con attenzione sul suo guru e consulente economico, l'economista israeliano Ytzak Yoram Gutgeld (oggi anche deputato del PD), denunciando come, nelle vesti di presidente della nota multinazionale di consulenze Mc Kinsey, abbia stravolto il sistema bancario, introducendo in Italia, tramite piattaforme come la Advice, un altro dei tanti sistemi di espoliazione dei risparmiatori. Lo stesso Gutgeld che contribuì nel 2006 a redigere il programma del Governo Prodi e che ha pronto da tempo nel cassetto quello dell'esecutivo Renzi.

Lo stesso Gutgeld che propone un definitivo giro di vite sull'uso del contante.

Ma il quadro dei sostenitori e dei finanziatori esteri del giovane Matteo è molto più articolato e complesso di quanto si possa pensare. Come è articolato e complesso tutto l'insieme delle forze e dei poteri, più o meno occulti, che ne hanno decretato l'ascesa.

Siccome l'Italia è - come sostiene neanche tanto ironicamente Gianni Lannes - "una repubblica democratica fondata sul lavoro, la cui sovranità appartiene agli Stati Uniti d'America, che la esercitano nelle forme e nei modi più convenienti ai loro interessi (essenzialmente militari)", per quanto i nostri politici spesso se ne dimentichino, qui non si muove foglia che Washington non voglia.

E il nostro squallido teatrino della politica è sempre stato dominato da comparse di turno, da varie marionette i cui fili sono sempre stati mossi ad arte da abili burattinai dipendenti in tutto e per tutto dalla volontà della politica e dell'intelligence degli Stati Uniti. Politica e intelligence che a loro volta sono influenzate da grandi lobby di potere sovranazionale e transnazionale, in cui dettano legge la massoneria, il potere bancario e la grande finanza apolide.

I burattini che hanno tentato di cavalcare da soli la scena o di tagliare i fili invisibili dei loro manovratori, sono sempre stati prontamente sostituiti, sono caduti in disgrazia o, nei casi peggiori, sono stati eliminati.

Molti Italiani non conoscono Michael Ledeen, una delle menti della politica estera del segretario del Partito Democratico e ormai Premier in pectore Matteo Renzi. Vele quindi la pena far sapere ai nostri lettori chi è.

Nato a Los Angeles nel 1941, è "ufficialmente" uno storico ed un giornalista di fama mondiale molto attento alle vicende italiane, ma chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il potere di Washington, sa bene che tali impieghi di facciata nascondono in realtà il suo ruolo di uomo di punta dell'intelligence a stelle e strisce.

Come ha recentemente denunciato Franco Fracassi, un giornalista autore di alcune fra le più importanti inchieste investigative degli ultimi anni, non solo Michael Ledeen è sempre stato un consulente strategico per la CIA e per la Casa Bianca, ma è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del SISMI negli anni della strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall'Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all'Iraq e della potenziale guerra all'Iran.

Implicato in alcuni dei maggiori scandali dell'amministrazione USA (Iran-Contra e Nigergate), è stato anche accusato di aver collaborato attivamente con la loggia Propaganda 2 di Licio Gelli e con il suo "piano di rinascita democratica", anche se ufficialmente ha sempre smentito i suoi coinvolgimenti con il Maestro Venerabile di Castiglion Fibocchi.

Considerato da molti l'eminenza grigia di Ronald Reagan, Ledeen era presente alla Casa Bianca durante il colloquio telefonico tra il Presidente americano e il Presidente del Consiglio Bettino Craxi nel pieno della crisi di Sigonella, nell'autunno del 1985, inserendosi nella traduzione simultanea in lingua inglese della conversazione e scavalcando di fatto il traduttore ufficiale Thomas Longo Jr, capo dell'Italian Desk del Dipartimento di Stato.
Per via dei suoi modi di fare intriganti e per le sue continue ingerenze nella politica di casa nostra, l'Ammiraglio Fulvio Martini, direttore del SISMI dal 1984 al 1991, lo fece dichiarare "persona sgradita", ma Ledeen è ritornato di colpo sulla scena nel nostro Paese durante le non chiare vicende che ci coinvolsero nella seconda guerra all'Irak, quella scatenata da George Walker Bush nel 2003.

Questo personaggio è attualmente membro di punta dell'American Enterprise Institute, un noto think tank neoconservatore.

E sono stati proprio i Neocons americani ad appoggiare Matteo Renzi nella sua scalata al potere.

Non me lo invento io, ma lo ha confermato anche il New York Times, che in più occasioni ha parlato degli stretti rapporti fra il Sindaco di Firenze e gli ambienti della destra repubblicana, legati a doppio filo con Israele e l'Arabia Saudita.

Come ha ipotizzato Franco Fracassi, è stato probabilmente anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che Renzi, allora Presidente della Provincia di Firenze di Firenze, si è recato nel 2007 negli Stati Uniti per un inspiegabile tour che vide fra le tappe principali proprio una visita al Dipartimento di Stato a Washington.

In questo quadro, mettendo insieme tutti i tasselli del puzzle, ben si comprendono i ruoli che rivestono nell'entourage renziano sia il già citato Gutgeld che Marco Carrai, il principale consulente politico di Matteo Renzi.

Due personaggi entrambi molto vicini a Israele (il primo ne ha anche la cittadinanza).

Carrai, ha addirittura propri interessi nell'entità sionista, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. Coetaneo dell'enfant prodige, "l'uomo che sussurra a Renzi", come lo ha definito Marco Damilano su L'Espresso, dopo un esordio in politica con Forza Italia entrò nelle file del Partito Popolare, condividendo con Matteo tutto il percorso politico, tenendosi però al di fuori dei riflettori della ribalta.

Personaggio schivo e di poche parole, quando Renzi venne eletto Presidente della Provincia nel 2004 assunse la guida della sua segreteria, divenendo al contempo consigliere comunale per la Margherita, contando sulle preferenze assicurate da Comunione e Liberazione e dalla Compagnia delle Opere, che in Toscana è presieduta da Paolo e da Leonardo Carrai (suoi cugini), quest'ultimo alla guida anche del Banco Alimentare, altra opera ciellina. E traendone indiscussi vantaggi professionali.

Oltre ad essere in ottimi rapporti con John Phillips, nuovo ambasciatore USA in Italia, Carrai è Consigliere del Sindaco (a titolo gratuito), amministratore delegato di Firenze Parcheggi (partecipata del Comune) e membro dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (che è azionista di Banca Intesa), nell'ambito del quale è stato regista della nomina alla presidenza di Jacopo Mazzei.

Siede inoltre nel cda del Gabinetto Vieusseux, una tra le più importanti istituzioni culturali cittadine, ed è infine presidente di Aeroporti Firenze, come racconta Duccio Tronci inChi comanda Firenze.

Suo fratello, Stefano Carrai, è in società con l’ex presidente della Fiat Paolo Fresco nella società Chiantishire, che tenta di mettere su un gigantesco piano di appartamenti, resort, beauty farm nella valle di Cintoia, a Greve in Chianti, per ora bloccato dal Comune.

Come racconta sempre Marco Damilano, una delle frasi che più spesso si sente pronunciare da Marco Carrai è: «Ho da fare a Tel Aviv».

Anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures.

E il di lui padre, Franco, fino a pochi anni fa è stato arcigno custode delle dorsali telefoniche mediterranee che collegano l'Italia al paese mediorientale.

Aveva quindi visto giusto l'ultimo cassiere dei DS, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi ci sono Israele e la destra americana». O perfino Massimo D'Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra». Ma D'Alema altro non dice e non può dire, perché dovrebbe altrimenti ammettere pubblicamente quella che ormai è una verità assodata, ovvero che la sinistra italiana, in cambio della conquista del governo del Paese, si è totalmente asservita e prostituita alla grande finanza internazionale, siglando questo "patto col diavolo" già alla vigilia di Tangentopoli.

Dietro Renzi ci sono quindi forti poteri economici, politici e finanziari, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d'affari responsabile della crisi mondiale. Davide Serra, il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglitore di denaro (attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis) entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari.

Come rileva sempre Franco Fracassi, la carriera del giovane broker italiano venne punteggiata di premi e riconoscimenti per le sue abilità di valutazione dei mercati. In quegli anni trascorsi dentro il gruppo statunitense, Serra iniziò a frequentare anche i grandi nomi del mondo bancario italiano, da Matteo Arpe (che ancora era in Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit), passando per l'allora gran capo di Intesa-San Paolo Corrado Passera.

Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo.

E con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments, società che già nel primo anno di attività passò da circa settecento milioni a quasi due miliardi di Dollari gestiti.

L'anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò l'attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più importante scalata bancaria d'ogni tempo.

Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante finanziere di mettere un piede in Mediobanca.

Definito dall'ex segretario PD Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatre anni e vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair).

E così, nell'ultimo anno - rileva sempre Fracassi - il gotha dell'industria e della finanza italiana si è via via schierato sempre di più dalla parte di Renzi.

A cominciare da Fedele Confalonieri che, riferendosi al Sindaco di Firenze, disse: «Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». È stato poi il turno di Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece quel contatto ce l'ha»).

E ancora, Diego Della Valle, il numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e l'amministratore delegato Andrea Guerra, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l'ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, i banchieri Fabrizio Palenzona e Claudio Costamagna, il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Lega Coop Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada, Fabrizio Palenzona di Unicredit, Il Monte dei Paschi di Siena, attraverso il controllo della Fondazione Montepaschi gestita dal renziano Sindaco di Siena Bruno Valentini, e, soprattutto, l'amministratore delegato di Mediobanca Albert Nagel, erede di Cuccia nell'istituto di credito.

Risulta quantomeno sospetto il fatto che, proprio sul giornale controllato da Mediobanca, Il Corriere della Sera, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, sia arrivato lo scoop su Monti e Napolitano (la questione del golpe del Governo tecnico).

Il Corriere ha ripreso alcuni passaggi dell'ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo di RCS.

Fatti già abbondantemente noti, perché già denunciati lo scorso anno da Bini Smaghi e dall'ex Premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, ma che ripresentati adesso, in versione "scoop", hanno colpito a fondo il Governo Letta e aperto la strada di Palazzo Chigi a Renzi.

Sempre Fracassi ci si ricorda che il defunto segretario del PSI Bettino Craxi soleva dire: «Guarda come si muove il Corriere e capirai dove si va a parare nella politica».

Altro che prosciutto sugli occhi! Il popolo Italiano, se sta permettendo tutto questo, dimostra di essere addirittura lobotomizzato. Ha ragione Alfonso Luigi Marra quando sostiene che viviamo nell'era dell'abiezione e che il vero problema oggi è la gente.

La gente che, con il suo ottenebramento, continua a votare quei burattini che predicano la "rivoluzione per non cambiare", permettendo così ai grandi burattinai di consolidare sempre di più il loro dominio.

Il sonno della ragione, si sa, genera i mostri peggiori, mostri molto pericolosi.
17/02/2014


martedì 18 febbraio 2014

SARDEGNA, NAPOLITANO IMPERA E LA "ANTIPOLITICA" DILAGA



E mentre Napolitano formalmente "consulta" questo e quello,affidando a Renzi il terzo mandato
concesso ad un non-eletto dal popolo,in Sardegna trionfa il primo partito d'Italia : l'astensionista.
Quasi il 48% degli elettori non si è recato alle urne,aumentando il proprio consenso del 15% rispetto alle passate elezioni.
Non ha alcuna importanza su chi sarà il prossimo presidente della regione Sardegna : Pigliaru o Cappellacci,pari sono. Emanazioni della partitocrazia romana che opprime pure quest'altra sfortunata regione ; facce della stessa moneta con cui vengono spacciate false promesse al popolo sardo.
Che,aumentando esponenzialmente l'astensione dal voto,dimostra di essere sempre più in linea con le altre regioni d'Italia : Sicilia,Friuli-Venezia Giulia,Basilicata. Le ultime che hanno conclamato la illegittimità popolare dei presidenti e dei relativi governi e consigli regionali.
Anche in Sardegna governerà un politico (Pigliaru) con una percentuale minima di consenso reale. Ma a Napolitano,a Renzi,a  RadioTiranauno,ai media di regime,che cosa gliene frega ? Continueranno impavidi a presentarsi come le vestali della democrazia,a blaterare di riforme,elettorali o meno,ad essere ospiti 24 h no-stop di radio,televisioni e pagine di tutti i quotidiani nazionali. E,come per la Sardegna,osanneranno il grande successo conseguito,spacciandolo come la "svolta" di tutto per ogni problema.
Poveretti no,sono tutti figli di buona donna,ma illusi si.
Sperano con il silenzio sulla astensione,con gli insulti alla anti-politica,con le accuse di derive "populiste e fasciste" di fermare lo schifo che buona parte del popolo prova nei loro confronti ?
Questione di tempo,chi vivrà...vedrà.

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
http://www.nonvotare.it/
                                                                                                                                          

sabato 15 febbraio 2014

FANNE QUEL CHE VUOI....PURCHE' SPARISCANO.



Ora è appuratamente "costituzionale".
Trattiamo di "terrorismo" o di presunto tale. Lo ha stabilito (da quanto scritto sui giornali) la Suprema Corte nelle motivazioni relative al processo per il rapimento di Abu Omar.
Per chi non lo ricordasse l'Imam egiziano di Milano venne "prelevato" da 10 agenti della Cia,supportati dai servizi segreti italiani,in pieno centro città. Subito dopo condotto alla base Usa di Aviano,caricato su un aereo,venne portato in Egitto. Lì gli americani,fruendo di carceri e carcerieri egiziani,ebbero mano libera (nel vero senso della parola) per interrogarlo. Ovviamente torturandolo.
I fatti sono del 2003 ma,si sa,la "giustizia" italiana ha i suoi tempi.
La magistratura,presa da un sussulto "garantista",aprì un procedimento contro i servizi segreti dello zio Sam e del suo domestico governo tricolore. Incriminò e condannò,in varia sede,23 agenti Cia e diversi funzionari dell'italico Sismi per rapimento.
Gli yankees si sono persi per strada,figuriamoci quanto se ne sono fregati delle sentenze di condanna in Italia.I nostri 00(7) sono stati in parte condannati in parte assolti.
Tutti,con il sostegno dei vari governi,si sono appellati al solito "segreto di stato".
Ed ora,con le motivazioni della Corte Costituzionale,ecco recepite le regole della democrazia occidentale : "pare arduo negare che la copertura del segreto si proietti su tutti i fatti....,.....,anche riguardanti le renditions ed il sequestro Abu Omar. Ciò,ovviamente,a condizione che gli atti ed i comportamenti degli agenti siano oggettivamente orientati alla tutela della sicurezza dello Stato".
Capito bene ? Siamo sicuri ?
Da ieri,in Italia,è ufficialmente possibile la "consegna straordinaria di elementi ostili". Per consegnare occorre prelevare,quindi qualunque cattivone potrà essere fermato,imballato e recapitato a domicilio agli "amici degli amici" della Cia e del Mossad.
Ovunque e dovunque,senza confini e rogne di legge.
Eh,certo....la guerra al terrorismo ha le proprie "necessità" : tutti intercettati,tutti sorvegliati,molti rapiti,pochi processati,tantissimi assassinati.
È così che si difende la democrazia...parola di Obama,premio Nobel per la Pace.
Potevamo noi italiani restare indietro rispetto ai nostri padroni Usa ?
Sia mai.....però ora, con il pieno conforto della sentenza Abu Omar, basta siano un "pericolo per lo Stato" e possono sparire impunemente tutti i sospettati.
La magistratura italiana, così efficiente dall'aver tuonato sui "desaparecidos" argentini,ha di fatto riconosciuta valida la norma applicata dal buon generale Videla : "fanne quel che vuoi,purché spariscano".

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello 

                                                                                                                                                                                                                                                                         

Alessandro Mezzano L’ANTIBARBARO VOCABOLARIO DELL’ITALIANITA’ Premessa

Alessandro Mezzano
L’ANTIBARBARO
VOCABOLARIO DELL’ITALIANITA’
Premessa
Anche se può non sembrare, siamo una colonia degli USA!
La constatazione più concreta di quanto la perdita della guerra ci ha resi soggetti economicamente,
politicamente e culturalmente agli Stati Uniti si riscontra nel linguaggio di tutti i giorni che, sempre di più, si
infarcisce di termini “Americani”, sia per i nuovi vocaboli che il progresso impone, e sia per quelli che hanno
una lunga ed onorata carriera nel nostro idioma, ma che vengono sostituiti da termini Americani senza alcun
motivo apparente, a parte forse quello della soddisfazione del servilismo psicologico che infetta purtroppo
l’animo di molti.
I mezzi d’informazione sono complici di quanto accade perché non si limitano a registrare il nuovo
linguaggio, ma lo incoraggiano con la divulgazione anziché, come sarebbe loro dovere in quanto mezzi
culturali al servizio della comunità ( dicono loro..), censurarlo od almeno tradurlo.
Ma si sa, nel contesto generale dell’economia nazionale in cui anche loro sono compresi, fa sempre
comodo essere in sintonia con i padroni anziché ostacolarli o dispiacere loro…
Questo dell’introduzione di così tanti vocaboli americani nella lingua Italiana, è una malattia che si può
rivelare, alla fine, per essa mortale perché blocca quel processo d’innovazione e d’evoluzione che si
identifica con la creazione di neologismi e può portare l’idioma all’atrofizzazione culturale, alla paralisi ed alla
morte.
Se infatti ogni significato nuovo che la scienza, la tecnica e la cultura portano, con la necessità di trovare dei
termini appropriati che lo identifichino, viene saturato con l’introduzione di vocaboli stranieri, alla fine la
lingua Italiana risulterà vecchia, obsoleta e non più in grado di esprimere pensieri, discorsi, emozioni e
concetti.
Anche le forme ed i simboli sono importanti ed a volte lo sono altrettanto dei contenuti perché
sintetizzano il pensiero e fanno da letto al fiume dell’azione. I
Il linguaggio rappresenta il simbolo, forse il più profondo ed importante di un popolo essendo la forma
più alta dell’espressione culturale che un mondo ideale esprime.
Nella propria lingua un popolo s’identifica, perché nella propria lingua si sono espresse la sua storia, le
sue tradizioni, la sua cultura, le sue leggi e tutto ciò che é l’essenza del suo essere Popolo e Nazione!
Ecco perché in ogni situazione di colonialismo della storia, la più evidente forma simbolica di soggezione
è sempre stata l’imposizione della lingua dei colonizzatori.
Per noi, che abbiamo sulle spalle più anni di quanti vorremmo, è almeno abbastanza facile rilevare il
percorso perverso che il linguaggio sta percorrendo perché la memoria ci permette di fare un confronto con
il “prima”, ma per i più giovani, che hanno iniziato la loro esperienza di vita dopo la sconfitta che ci ha portati
ad essere una colonia USA, il pericolo è grande perché essi vedono e vivono lo snaturamento ed
l’imbastardimento della lingua Italiana come un fatto ”normale” non avendo un termine di paragone….
Gli oppositori a queste nostre tesi sostengono che in un mondo avviato rapidamente alla globalizzazione
totale diventa necessaria una “Lingua franca” parlata da tutti, che serva a facilitare la comunicazione tra i
popoli della terra e di conseguenza la comprensione e di conseguenza la pace!
E’ una tesi di comodo che basta poco a smontare mostrando la riserva mentale che sottintende e
l’inconsistenza delle conclusioni anche se, apparentemente, partono da premesse più che accettabili.
-1° Ci sono enormi riserve sulla bontà della globalizzazione e, pur se non è questo il contesto idoneo per
discuterne a fondo, rileviamo, come ragioni ad essa contrarie, lo snaturamento delle culture nazionali, vera
ricchezza dell’umanità, e l’immenso margine di manovra che essa concede al capitalismo internazionale che
può così speculare in tutto il mondo sfruttando schiavisticamente le popolazioni dei Paesi poveri, agire al di
fuori delle regole e delle leggi che lo vincolano ( parzialmente) a difesa dei diritti dei cittadini nei Paesi dove
esso risiede e programmare la sua azione esclusivamente in vista del massimo profitto infischiandosi di
tutto il resto , compresi i danni all’occupazione, all’ecologia del pianeta ed alla produzione di ricchezza
nazionale ( cosa che puntualmente fa).
Queste non sono affatto tesi, ma bensì già i risultati pratici che si possono verificare sul campo e che
tutti possono constatare sia in funzione dei prezzi delle produzioni realizzate in quei Paesi sfruttati, che in
quella dei danni evidenti che tutto ciò sta portando all’economia Occidentale.
-2° Se una “Lingua franca” serve, essa è utile soprattutto agli operatori finanziari, gli “Gnomi di Zurigo e
di Wall Street”, che, in questo assetto politico mondiale, manovrano il mondo come vere e proprie oligarchie
del denaro e non alla gran massa dei cittadini che sono esclusi dalla manovre delle solite minoranze
organizzate.
E, se mai, perché proprio l’Americano, lingua povera, striminzita e di scarsa tradizione culturale?
Ci sembra che, culturalmente, sarebbe il sentiero del gambero: all’indietro..!
Certo ai suddetti “Gnomi” la cultura interessa poco, a loro preme esclusivamente il profitto, ma per noi,
Cittadini comuni ed un po’ più “Esseri umani”, forse le priorità sono diverse..!
-3° per ultimo, ma non ultimo, nulla osta a che s’insegnino una o più lingue straniere, magari
privilegiando quelle Europee, ma mantenendo viva e vitale la propria che è il più importante simbolo
dell’identità storica, culturale e tradizionale di ogni popolo.
Infine, vogliamo dimostrare che non è assolutamente vero che ci sono molti termini, specie quelli più
moderni, che “non sono traducibili in Italiano che con lunghe perifrasi” e che pertanto l’uso dei termini
Americani è d’obbligo sia per la comprensione che per la concisione.
E’ una speciosa scusa che viene posta per giustificare il malvezzo di americanizzare, ma che non ha
nessun fondamento reale, né tecnico, né semantico.
D’altronde esiste la riprova di quanto affermiamo: basta considerare come gli altri Paesi hanno affrontato
tale situazione ( non è certo un “problema”..!) per rendersi conto della facilità della soluzione: Spagna e
Francia, per esempio, traducono puntualmente tutto nelle rispettive lingue Nazionali senza usare perifrasi e
senza creare problemi di incomprensione, né di lungaggini.
Ciò non è né utopia, né velleitarismo e lo sta a dimostrare la situazione concreta di nazioni ( Spagna,
Germania, Francia e tutto il Nord Europa) dove l’Inglese e le altre lingue Straniere sono più e meglio
conosciute che da noi, ma dove tutti i nuovi vocaboli sono presenti nelle rispettive lingue madri e dove i
vocaboli stranieri sono puntualmente tradotti quando si parla o si scrive nel proprio idioma.
Non saremmo tanto accorati, nel difendere l’Italianità del nostro idioma quotidiano se esso fosse
insidiato solamente da piccole dosi di contaminazione che sono, si deve riconoscerlo, fisiologiche ad ogni
lingua che sia viva e per questo sia in costante evoluzione ed a contatto con il resto del mondo, ma, nel caso
dell’inserimento di vocaboli e modi di dire Anglo-Americani, non si tratta di piccole contaminazioni, bensì di
vere e proprie intossicazioni che imbarbariscono la nostra lingua soffocandola ed impoveriscono la nostra
cultura mettendone in pericolo la sua stessa sopravvivenza.
Ci siamo accollati la fatica di comporre questo piccolo vocabolario, non certo con l’illusione di apportare
qualcosa di nuovo nella conoscenza delle lingue Inglese ed Italiana e nemmeno con quella di rivoluzionare
in tempi brevi l’uso, ahi noi così diffuso, di adoperare, spesso a sproposito, vocaboli anglo-americani, ma
con la speranza di smuovere, specie nell’animo dei giovani, una presa di coscienza ed un moto di ribellione
a codesta situazione di servitù e di soggezione culturale coloniale.
Come disse, non ricordiamo più chi, :”.. per risolvere un problema, la prima cosa necessaria è quella di
conoscere i termini del problema..”
Sembra Lapalissiano, ma è invece una profonda verità, meno considerata di quanto non si creda.
La nostra intenzione è quella di rendere più evidenti i termini del problema ….
Alessandro Mezzano
PS: Di proposito abbiamo inserito, quando ci è parso opportuno, una serie di Neologismi, che potranno
apparire più o meno indovinati ed a volte addirittura forzati, per rimarcare come l’uso abituale dei termini
americani nel linguaggio quotidiano, ci abbia privati di quello sviluppo naturale della lingua che porta a
creare ed inventare nuovi termini laddove quelli usuali non siano sufficientemente espressivi oppure siano
carenti.
La mancata “invenzione” di neologismi, rende la lingua vecchia ed obsoleta ed è la prima fase per
giungere a trasformarla in lingua morta...
Proponiamo, specie ai giovani che ci leggeranno, di fare altrettanto sforzando la fantasia per adeguare
l’espressività di nuove situazioni o di nuove tecnologie con vocaboli, anche gergali, ma di matrice Italiana ( o
di derivazione latina o greca) così come già viene fatto per altre lingue come il Francese e lo Spagnolo dove
tutto, anche il nuovo, viene puntualmente tradotto.
Molti di questi neologismi, nel tempo, diverranno di uso comune ed acquisiranno il diritto di cittadinanza
anche nei nuovi vocabolari.
NON TAGLIAMO LE NOSTRE RADICI..!! NON LASCIAMO MORIRE LA LINGUA DEI NOSTRI PADRI..!!
A
(A) go-go A iosa, a volontà
ABS Antilog Braking System SAF Sistema Antibloccaggio Frenata
ACC Adaptive Cruise Control RAV Regolatore Autom. di Velocita’
Access Accesso
Accommodation Sistemazione
Account Conto, Profitto, Vantaggio, Conteggio
Accounting Ragioneria, Contabilità
Act Atto, Azione
Adapter Riduttore, Adattatore
Address Indirizzo
Advertising Pubblicità, Pubblicitario
Advertising agency Agenzia pubblicitaria
Advise Consiglio, Consulenza
Adviser Consulente, Consigliere
Adware Programma intruso
Affair Affare
Again Ancora
Agency Agenzia
Agreement Accordo, Contratto
Air Aria
Air bag Pallone salvavita, Pneumurto
Air line Linea aerea
Airbus Aerobus
Aircraft Planave, Cuscino d’aria
Air gum Arma pneumatica, Arma ad aria
Air Jacket Giubbino pneumatico
Airmail Posta aerea
Airplane Aeroplano
Airport Aeroporto
Alarm Allarme
All Tutto
All right Tutto bene
Animal Animale, Bestia
Answer Risposta
Antitrust Anticartello
Anyway Comunque
Apocalypse Apocalisse
Apple pie Torta di mele
Army Esercito, Armata
Arrival Arrivo
Art Arte
Art director Direttore artistico
Assist-man Assistente
Association Associazione
Auto grill Autoristoro, Autobar
Automatic Automatico
Authority Autorità
Auto training Autoistruzione, Autocarica, Autotirocinio
Available Disponibile
Average Media
Commento 1°
( I motivi )
Molti di quegli Italiani che usano a sproposito e con abbondanza vocaboli stranieri quando parlano con i
loro connazionali, credono di apparire colti, istruiti e moderni per il solo fatto di seguire una moda che hanno
adottato senza chiedersi né i perché, né i “cui prodest” ( a chi giova) e non si rendono conto di subire le
direttive di un piano bene organizzato ed orchestrato che mira a due obiettivi fondamentali: distruggere il
senso di appartenenza alla Nazione e “globalizzare” i popoli della terra in un’unica amalgama a-specifica e
senza ancoraggi tradizionali, storici e culturali.
Entrambi i progetti giovano essenzialmente a due entità, l’imperialismo ed il capitalismo mondialista che
si identificano oggi in un’unica essenza rappresentata dagli USA.
I motivi che animano tali progetti sono concreti e molto importanti e mirano ad imporre gradualmente, ma
inesorabilmente, il “pensiero unico” che è la premessa per condizionare i comportamenti delle masse verso
schemi predeterminabili e governare così, senza contrasti, i mercati, i consumi ed i profitti attraverso il
governo dei popoli..!
Ogni lingua è lo specifico che collega il popolo che la parla alle sue tradizioni, alla sua storia, in una
parola alla sua identità che, in quanto tale, è anche diversità verso gli altri.
Più tale identità è forte e meno il popolo che la sente è “gestibile” e manipolabile da interessi mondialisti
ed imperialisti, più essa viene a mancare e più diventa facile manovrare il popolo che la perde e condurlo nei
“pascoli” che al pastore fanno comodo.
Potranno sembrare considerazioni estreme o estremiste, ma se ci si estranea dal senso preconcetto
dell’ideologia, che non è altro che “l’ingessatura” del pensiero filosofico-politico e l’atrofizzazione del
pensiero “Tout court” e serve solo a coloro che a pensare fanno fatica, si potrà constatare che esse danno le
risposte ad una situazione che comunque è forzata, se non contro natura, in quanto costringe una
popolazione ad usare ed acquisire forme di espressione che le sono estranee senza che ciò sia giustificato
da alcun motivo pratico, reale e concreto, ma solamente perché questo atteggiamento corrisponde ad una
“moda” e, soprattutto, agli interessi, questi sì pratici e concreti, di un popolo e di una Nazione, gli Stati Uniti
d’America, che sta esprimendo da diversi decenni una strategia politica di imperialismo economico
attraverso quelli strategici e politici.
Non è questione di difendere il Nazionalismo, ma solamente di salvaguardare e mantenere in vita
l’identità nazionale e culturale di un popolo, che è altra e più nobile cosa..
B
Baby Bambino/a
Babysitter Bambinaia, Guardabimbi
Baby doll Camiciola
Back Dietro
Backstage Retroscena, Retroquinte
Background Sfondo, Retroterra, Contesto
Back office Retrufficio, ufficio interno
Bacon Pancetta, Lardo affumicato
Band Banda, Gruppo, Complesso (musicale)
Barbecue Griglia, Piastra
Barman Barista, Mescitore
Baseball Pallabase
Basket Pallacanestro, cesto
Beach ball Palla da spiaggia,
Beautiful Bella/o
Beauty Bellezza
Beauty case Portatrucchi
Beauty centre Centro estetico, Callocentro
Beauty farm Callicasa, Pulcreria, Bellezzeria ( da Callos e da Pulcro)
Benchmark Competenze, Definizione ( finanziario)
Benefit Plus, Benefici, Vantaggi, Agevolazioni
Benefit plus Indennità, Benefici, Giovamento
Best seller Successo ( librario), Migliore vendita
Big Grande
Big bang Grande bang, Genesi, Primodì
Bill Conto
Bird Uccello
Bit Briciola, Unità ( informatica)
Bitter Amaro
Black Nero
Blackout Buio,Vialuce, Sinelux
Blister Dispensatore, Distributore
Blood Sangue
Blue chips Superazioni, Primeazioni
Blue collars Tutisti, Tute blu
Bluff Finzione, Finta, Azzardo
Boat Barca, Battello, lancia, Nave
Body Corpo
Bodybuilding Culturismo, Gimnoplastico
Bodyguard Guardia del corpo, Guardaspalle
Body Watch Guardiano
Bond Fondo/I, Obbligazione/i
Book Libro
Bookmaker Allibratore, Scommessore, Aleatore ( da alea)
Boom Bum, Scoppio
Boss Capo, Direttore, Capintesta
Bowling Birillata, Bocciosterio, Birilli
Box Garage, Autorimessa, Scatola
Boxing Pugilato, Pancrazio
Boxer Pugile, pantaloncini
Boy Ragazzo
Boy friend Amichetto, ragazzo, Fidanzatino
Boy scout Giovane esploratore
Brain washing Plagio, Lavaggio del cervello
Brain trust Direttivo, Consiglio, Consiglieri
Branch Colazione
Brandy Acquavite
Break Pausa, Alt
Briefing Punto, Aggiornamento
Breakfast Prima colazione
Brent Barile
Broker Procacciatore, Intermediario, Procuratore, Coordinatore
Budget Preventivo, Disponibilità, Dotazione
Buffer Paraurti, Ammortizzatore, Incompetente
Bulldozer Ruspa
Bungalow Villino, Casina
Bureau Ufficio
Bus Omnibus, Torpedone, Corriera
Business Affare
Buyer Acquirente, Compratore
Bye Ciao
Bye-Bye Addio, Arrivederci
Bypass Bipasso, Ponte, Svincolo
Commento 2°
( Le necessità)
Imbastardire il linguaggio, infarcendo la lingua Italiana di “Americanismi” che la imbarbariscono non è
assolutamente necessario.
Non è una necessità per chi lo parla perché esiste sempre e da sempre il vocabolo corrispettivo nella
lingua originaria e quindi l’uso di quello “Americano” diviene solamente uno sciocco sfoggio di conoscenza
superficiale e l’esibizione di uno status che dovrebbe identificare chi, nel contesto specialistico
dell’argomento trattato, è talmente addentro e talmente preparato da sapere usare un gergo solo per iniziati
che lo pone quindi nella cerchia di una ristretta elite di persone superiori alla media dei normali esseri umani,
mentre invece non è altro che la pappagallesca imitazione di alcuni termini per millantare una conoscenza
approfondita che nella realtà non esiste.
Un po’ come volersi fare, ed esibire, una cultura, leggendo la “Settimana enigmistica”….
Una necessità, può esserlo per il popolo che ci ha colonizzato dopo la nostra sconfitta nella seconda
guerra mondiale e che, in coerenza con il proprio progetto imperialistico, cerca di attenuare prima e di
annullare poi le caratteristiche della nostra identità, della nostra cultura e delle nostre tradizioni, per
inglobarci in una asettica amalgama di docili sudditi.
Qui la possibilità di approccio al problema si fa duplice:
1. Arrendersi alla situazione e rassegnarsi ad una posizione di sudditanza politica, economica
e culturale accettando la posizione subalterna di “coloniali” dell’America, il che ipotecherebbe per
molto tempo e forse per sempre qualsiasi possibilità di un futuro autonomo e libero e ci priverebbe
della dignità che tale stato comporta.
2. Considerarsi vinti, ma non sconfitti e non arrendersi all’ipotesi di ineluttabilità della
rassegnazione e coltivare, nel cuore e nell’anima la ferma volontà di riscatto da questa situazione
indegna di un popolo fatto di Uomini veri anziché di pecore.
Nel caso si scelga, come ci auguriamo, il secondo approccio, bisogna agire coerentemente di
conseguenza e porre in atto, a titolo prima individuale e poi collettivo, tutte quelle azioni pratiche che
contrastino il progetto imperialista che passa attraverso l’annichilimento della nostra identità Nazionale.
Una delle azioni più immediate, più semplici e più efficaci è proprio quella della difesa della nostra
lingua, come da sempre stanno facendo, in Europa, quella nazioni che la guerra non hanno perso, come
Spagna e Francia, dove gli “Americanismi” che infettano la lingua Italiana, non hanno capacità di attecchire e
vengono puntualmente tradotti nelle lingue Nazionali.
C
Caddy Portamazze
Café-society Bel mondo, gaudenti
Cafeteria Caffè
Call centre Centralino, centro chiamate
Camera Fotografica, fotappa ( contraz. di foto apparato), cinepresa
Cameramen Operatore, cineprensore
Camper Campeggiatore, Autocasa, Casa mobile
Camping Campeggio
Campus Università
Capital gain Utile di capitale, rendita, Interesse
Car Auto, Vettura
Caravan Casa-rimorchio, Casa guscio
Card Carta, Tessera
Cardigan Giacca-maglia
Cartoon Cartoni, Animazione
Cash Cassa, Contanti
Cash and Carry Paga e prendi, Paga e va, Spesa veloce
Cast Protagonisti, Locandina
Casual Informale, Sportivo
Catch Lotta libera
Cauchemar Incubo, Ossessione
CD Rom Disco ottico, Discottico
Challenge Sfida
Champions League Torneo Campioni, Coppa campioni
Change Cambio, Cambiavalute
Charter Nolo, Affitto, Noleggio
Chat Dialogare in rete,
Cheap Economico, non caro
Check Assegno, Controllo
Check-in Registrazione, Controllo
Check-Up Controllo Medico,
Chess Scacchi
Chess-Mate Scacco matto
Chewing Gum Gomma da masticare, Mastigomma, cicca
Chairman Presidente di turno, Mentore, Relatore
Chip Microcircuito, Truciolo, Fettina, Patatina
Choc Scossa, Psicoscossa, Trauma psichico
Christmas Natale
Clacson Tromba, Avvisatore acustico
Clan Gruppo, Tribù
Clergyman Cleriabito, Pretico
Clever Intelligente
Clip Circolo, Gruppo
Cluster Gruppo, Grappolo
Coach Allenatore, Torpedone
Cocktail Party Ricevimento, Festicciola
Cocktail Mistura, Misto liquori
Coffee Break Pausa caffè
Collection Collezione
College Collegio, Scuola superiore
Columnist Caporubrica, Opinionista, (Rubricante)
Compact Disc (CD) Disco compatto (DC)
Company Società, Ditta
Competitor Competitore
Compilation Compilazione
Compound Composto, Miscela
Computer Elaboratore, Ordinatore, Calcolatore
Computerizzato Informatizzato
Connection Connessione
Container Contenitore, Stiva, Recipiente
Convention Congresso, Assemblea
Copy Copia
Copyright Esclusiva, Diritto d’autore
Copywriter Pubblicista
Corner Angolo, Calcio d’angolo
Count Down Conto alla rovescia, Conto finale
Country Campagnolo, Rurale, Contadino, Cafone
Coupon Buono, Tagliando
Cover girl Ragazza Copertina
Cow Boy Vaccaio, Buttero
Crack Schianto, Scoppio, Fallimento
Credit Card Carta di credito, Creditarga
Cross Rates Tassi di cambio
Cup Coppa, Tazza
Commento 3°
( L’arroganza)
Quando Inglesi o Americani vanno all’estero, esplicitano la loro arroganza e la sottintesa convinzione
che essi appartengano ai “padroni dell’impero” con un atteggiamento talmente evidente che tutti noi abbiamo
avuto modo di notarlo.
Parlano quasi solamente la propria lingua con la pretesa di essere capiti da tutti e mostrano facce stupite
quando questo non accade..!
Provatevi ad andare voi in Inghilterra o in America ed a parlare solo Italiano; nessuno vi darà retta, né
farà alcun sforzo per cercare di capirvi, anzi, se parlate un inglese un po’ approssimativo, s’impunteranno nel
non capirvi ( o nel fare finta) se la vostra pronuncia sarà anche solo un poco imperfetta…
A parte la stupidità e l’ignoranza che viene evidenziata da tali comportamenti, e che caratterizza
essenzialmente Inglesi ed Americani ( gli altri, bene o male, si sforzano di parlare, magari storpiandola, la
lingua del posto dimostrando almeno della buona volontà), è evidente che nel loro immaginario collettivo noi
siamo tra i popoli “assoggettati” e quindi dobbiamo l’omaggio e l’obbedienza di adattare la nostra capacità di
esprimerci alle loro esigenze ( e giammai il contrario..!)
Tutto ciò, oltre all’immediato significato socio-culturale, ha anche un significato politico in quanto significa
che l’atteggiamento da “padroni” di questa gente è anche il risultato dell’acquiescenza e della sudditanza dei
nostri governanti che non hanno la dignità di opporsi a questa colonizzazione culturale con una
appropriata politica di autonomia reale.
Dopo sessant’anni, il trattato di Yalta è ancora fresco, vigoroso e vigente, grazie allo spirito servile dei
nostri politici di ogni colore….
Risulta quasi ridicolo sentire parlare e straparlare di “liberazione” quando si deve constatare che invece,
proprio a partire dalla vittoria Alleata, è iniziata per l’Italia una fase di sudditanza e di colonizzazione molto
ampia e la cui espressione più evidente è quella dell’acquisizione, sempre più massiccia, della lingua dei
vincitori cui, a Yalta, è toccata l’Italia!
Non solo i nostri governanti non fanno nulla per difendere la nostra identità nazionale e culturale da
questa contaminazione, ma anzi, collaborano con i “padroni” a rendere la situazione ancora peggiore
usando, anche nel linguaggio ufficiale e persino nella formulazione delle leggi, vocaboli ed espressioni
Inglesi come Welfare ( abbiamo addirittura un Ministro del Welfare ed un’Autority per vigilare sulla Privacy..!)
D
Dancing Balera, Discoteca, Sala da ballo
Dancing Party Festa danzante
Dandy Gagà, Elegantone
Danger Pericolo
Dark Scuro
Darling Caro/a, Tesoro
Data Base Archivio, Gruppo dati
Day Giorno
Day After Giorno dopo
Day Hospital Ospedale diurno, Ricovero giornaliero
Day Surgery Ambulatorio
Decanter Caraffa, Bottiglia elegante
Default Predefinito
Delete Cancella, Cancellare
Delivery Consegna, Recapito
Derby Strapaese, Gara campanile
Deregulation Liberalizzazione, Deregolazione, Sblocco
Design Disegno, Stile
Detective Investigatore
Detector Rivelatore, Cercamine
Deuce Parità
Devolution Devoluzione, Delega, Decentramento
Dining Club Locale da cena
Dinner Pranzo
Dinner Jacket Abito da sera
Director Direttore
Directory Direttrice, Derivazione
Disc Jockey Sceglidischi, Discoregista
Discount Sconto, Ribasso, Risparmioso
Dispenser Distributore, Dispensator
Display Visore, Finestra
Division Sezione, Ramo, Divisione
Do-it-yourself Fai da te
Dock Molo, bacino di carenaggio
Door Porta
Door to door Porta a porta
Doping Drogaggio
Down Giù
Drag (to) Dragare, Rastrellare
Dream Sogno
Dream-Team Squadra da sogno, Squadra ideale
Dribbling Schivata, scarto
Drink Bibita, Bevanda
Drive Energia, Slancio, Guidare
Drive by wing Acceleratore elettronico
Drive-in Autocine, Cineparco
Driver Avvio
Drop Goccia, Misure
Dry Secco
Commento 4°
( L’opportunità )
Chi possiede una “Ferrari”, ma insiste ad usare un’utilitaria, secondo voi dimostra intelligenza, buon
senso e praticità..?
Non ci pare, anzi ci pare tutto il contrario.
Ebbene, usare l’Inglese al posto dell’Italiano rappresenta un corbelleria analoga a quella dell’esempio
riportato.
La nostra lingua è decisamente molto più completa, molto più espressiva e molto più colta dell’Inglese e
ci permette sfumature di concetti che l’inglese non conosce.
Innanzitutto ha radici più antiche ed ha percorso più secoli sul cammino dell’evoluzione culturale, tanto
che la lingua Inglese è largamente tributaria del Latino dal quale l’Italiano deriva in via diretta.
Moltissimi vocaboli Inglesi, tra i più importanti e significativi dell’organizzazione umana, sociale e politica
hanno radici di origine Latina come Defect da Defectus, Dignity da Dignitas, Saint da Sanctus, Art da Ars,
Image da Imago, History da Historia, Joung da Iuvenis, Public da Publicum, State da Status, Triumph da
Triumphus, Law da Lex, ecc., ecc. e pertanto, imparare nuovi vocaboli adottando quelli inglesi è spesso, per
noi, come se il maestro andasse a scuola dall’allievo…. .
La storia della nostra cultura, di cui la lingua è insieme strumento, collante e matrice, è talmente antica,
ampia e centrale nella storia della civiltà di tutta l’Europa e del mondo, che si può definire, senza tema di
smentita, “la madre di tutte le culture” seconda solo a quella della Grecia antica.
Da Roma e via, via per i secoli a seguire, anche quando la decadenza politica e le trame del papato ci
hanno posti in balia dei poteri politici stranieri, abbiamo saputo essere e restare maestri di cultura
primeggiando nelle scienze, nell’arte, nella letteratura e nella musica.
Per fare la “prova del nove” in modo molto semplice, forse semplicistico, ma oggettivo e determinante,
della maggiore capacità espressiva della nostra lingua, è sufficiente che prendiate un vocabolario Inglese –
Italiano e Italiano – Inglese e confrontiate il numero delle pagine delle due versioni.
Constaterete che la parte Italiano – Inglese ha molte più pagine di quella Inglese – Italiano il che
dimostra, senza ombra di dubbio, che la nostra lingua ha più vocaboli e dunque ha maggiori capacità
espressive!
Qualsiasi studente di lingue vi potrà poi confermare che anche le regole della lingua Inglese sono poche
e più semplici il che, se a prima vista appare come una comodità, rivela poi, ad una analisi più approfondita,
una minore ricchezza espressiva, in coerenza con la minore quantità di vocaboli per definire oggetti, concetti
e significati.
Perché le parole sono la sintesi e la capacità di estrinsecazione del pensiero e più questo è approfondito e
si distanzia dai concetti semplici e basilari, tanto più necessita di vocaboli appropriati per definire le
sfumature diverse tra significati simili e di regole per coordinare ed ordinare la costruzione di una sintassi
che esprima concetti più elaborati.
Ed allora, visto che possedete una moto potente e veloce, non insistete ad usare sempre la bicicletta..!!
Sarebbe cretino..
E F
E(lectronic) Mail Posta Elettronica), PE
Early Warming Avviso preventivo
Easy Facile
Egg-Head Testa d’uovo, Cervellone, Sapientone
Election Elezione
Election Day Giornata elettorale, dì-voto
Embargo Blocco, Boicottaggio
Emergency Emergenza
End Fine
Engineering Progettazione, Programmmazione
Escalation Crescendo, Aumento
Establishment Dirigenza
Exchange Cambiavalute, Borsa
Executive Dirigente
Exit-Pol Sondaggio, dati, proiezioni
Expertise Perizia, Autentica
Export Esportazione
Eye Occhio
Eyeliner Cosmetici per occhi
Fabulous Favoloso
Fair Ideale
Fair play Classe , Signorilità, Cortesia
Fan Ammiratore, Sostenitore, Sost.
Fard Fondo tinta
Farm Fattoria
Fashion Moda
Fast Veloce
Fast Food Spuntino, Merenda, Pasto veloce
Feeling Affinità
Ferry Boat Traghetto
Few Poco/i
Fiction Recita, Narrativa, Novellistica, Invenzione
Fidelity Fedeltà
Fifty-Fifty Metà e Metà
File Pratica, Archivio, Elaborato
Final Rush Scatto finale, Sforzo finale
First Primo, Numero 1
First Lady Presidentessa, Prima donna
Fiscal Fiscale
Fiscal Drag Drenaggio fiscale
Fit Adatto, Efficiente
Flipper Levetta, Pinna
Flirt Amoreggiare, Civettare, Amoruccio
Floppy disc Dischetto
Fly Volo
Fly and drive Vola e guida
Folk Pop ( Popolare)
Font Caratteri
Food Cibo
Football (USA) Palla Ovale
Football (Inglese) Calcio
Footing Marcia, Trotto, Corsa
Forcing Spunto, Scatto
Freak Eccentrico, Anomalo, Stravagante
Free Libero
Free Lance Autonomo, Indipendente, Professionista
Freedom Libertà
Freezer Congelatore
Freezing Congelante, Raggelante
Fringe benefit Indennità accessoria
Frisbee Discolancio
Front Office Sportello, banco
Full Time Tempo pieno
Funky Originale, Pulsante
Funny Divertente, Simpatico
Future Derivati, Futuri, Venturi
Commento 5°
( la Patria )
L’amor di Patria è un sentimento oggi purtroppo in disuso a causa sia dell’opposizione al fascismo che
lo esaltava ( effetto sproporzionato alla causa e privo di motivazioni eticamente accettabili) e sia per una
coerente posizione di cinismo che deriva dalla pochezza morale che caratterizza gli obiettivi e gli ideali di
questa nostra società del dopoguerra, ancorata al materialismo del capitalismo Americano di cui purtroppo
l’Italia è diventata succube e sguattera.
L’amor di Patria non è tuttavia, per questa contingenza, decaduto di valore e rappresenta
oggettivamente la concretezza di valori inalienabili quali la tradizione, la storia, la comune cultura che
determinano nel quotidiano il senso profondo di appartenenza di un popolo, di una Nazione, che si
riconoscono in una omogenea unità comune di valori.
Ebbene, uno degli elementi più determinanti e significativi della propria Patria è il comune e specifico
idioma che rappresenta il collante più evidente tra compatrioti e ne rimarca l’identità comune evidenziando
un legame quotidiano, pratico e di vita attiva, come forse nessun altro elemento.
Senza voler accentuare un nazionalismo fanatico e stupido, ma senza nel contempo sminuire per
sciocca reazione, il valore del sentimento Nazionale d’Italianità, la giusta posizione è lo stare nel consesso
mondiale con uno spirito di generale solidarietà e, nello stesso tempo, con la chiarezza e l’orgoglio della
propria specifica identità.
E’ il concetto che, secondo noi, deve essere applicato al nostro essere in Europa che deve diventare
l’Europa delle Patrie e non solo degli speculatori e delle banche, l’Europa dei valori e non solo dei mercati,
l’Europa della tradizione Europea e non solo un coacervo di Nazioni e di culture disomogenee.
Ne consegue che, anche in questo contesto, la difesa della lingua dall’imbarbarimento dovuto all’uso di
vocaboli Inglesi ad essa estranei, sia un dovere ed un interesse di tutti perché il contrario porterebbe ad un
immiserimento, assieme alla lingua, del nostro senso di appartenenza ad una Nazione ed a una Patria
provocando piano, piano sia una perdita d’identità collettiva con conseguente deterioramento dei valori ad
essa connessi, che una situazione d’incertezza psicologica che ci porrebbe inevitabilmente in una posizione
succube e subalterna all’America con il risultato di non riuscire poi a sentirci né completamente Americani,
né Italiani…
Si comincia con qualche vocabolo, si prosegue con l’assenza di neologismi Italiani che sono sostituiti da
quelli Americani e si conclude con l’inaridimento della vitalità della lingua che diventa man mano sempre più
vecchia sino ad essere estranea al continuo processo di evoluzione che fa di ogni lingua una lingua viva.
Alla fine la lingua diventa inutile e non servendo più alle esigenze concrete di ogni giorno viene
definitivamente abbandonata…..
Tutti i popoli che in passato hanno perduto l’amore di Patria, si sono inevitabilmente trovati ad essere le
colonie più o meno suddite di altre Nazioni e l’acquisizione della lingua dei nuovi padroni è sempre stato il
primo e più importante elemento di sottomissione.
Cerchiamo di evitare che ciò accada anche a noi…!
G
Gadget Oggettistica, Omaggi
Gag Battuta, Scenetta
Game Gioco
Game over Fine partita
Gang Banda ( di malavita)
Gap Divario, Distacco
Gate Uscita, Cancello
Gay Omosessuale, Pederasta, Invertito
Gentleman Signore, gentiluomo
Girl Ragazza
Girl Friend Fidanzata
Globe Globo, Mondo
Go! Vai !
Goal Rete
Go– Kart Macchinina, Minivelox
Gold Oro
Gold Rush Corsa all’oro
Golden Boy Ragazzo d’oro
Good Buono
Good Bye Arrivederci
Good Chance Buona fortuna
Gossip Pettegolezzo
Governance Governo, Direzione, Dominio, Potere
Graduation Diploma, Licenza, Laurea
Green Verde
Green Team Squadra giovani, Squadra verde
Grill Griglia, Graticola, Braciere
Groggy Sfatto, fuso, sfinito
Guardrail Sparticorsia, Autodivisorio, Autobarra
Guest Ospite
Guest House Foresteria, casino
Gym Ginnasio, Palestra
H
Hair Capelli
Hall Androne, Ingresso
Hand Mano
Hand Ball Pallamano
Handicap Svantaggio, Inabilità
Handling Mano, Tratto ( trattare una situazione)
Happening Spontaneismo, Improvvisazione
Happy Felice
Happy and Lieto fine
Happy Few Pochi, Fortunati, Eletti
Happiness Felicità
Hard Duro
Hard core Film spinto, Nocciolo duro
Hard disk Disco rigido
Hard Ware Macchinario, Supporto
Head Testa
Head Hunter Ingaggiatore, Cacciatore di teste
Headline Titolo, Parola chiave
Hitcher Autostoppista, Passaggista
Hi.Fi A-F ( alta fedeltà)
High Alto
Highlights Fasi salienti, Riprese chiave
High Society Alta società
High Technology Alta tecnologia
Hinterland Periferia
Hippy Movimento giovanile anni sessanta
Hit Parade Alta classifica
Hi-Tech Tecnologia avanzata
Hobby Passatempo, Svago,
Holding Finanziaria ( di società)
Holding Company Finanziaria controllante
Home Casa
Home page Pagina iniziale, Copertina
Host Ospite, Folla, Schiera
Hostel Ostello
Hostess Assistente
Hot Dog Salciccia calda, Cane bollente
House Casa,
How Come
Humour Umorismo, Spirito, Senso di Umorismo.
Hunter Cacciatore
Commento 6°
( Le complicità )
In Italia succede che anche lo Stato e le istituzioni, che dovrebbero essere i difensori ed i garanti dei
valori della Nazione e che dovrebbero quindi vigilare sull’integrità della lingua, sono invece complici del suo
imbarbarimento in quanto, non solo non cercano di frenare l’uso smodato dell’Amerikano, ma ne fanno loro
stessi grande uso.
La vecchia “Accademia della Crusca”, nata in altri e più fortunati tempi per difendere la purezza della
lingua Italiana, è diventata ormai una larva di se stessa, priva di qualsiasi autorevolezza e di qualsiasi
promozione e, mai come ora, inascoltata.
Il sottofinanziamento e l’abbandono in cui tale istituto è stato lasciato non è solo una dimenticanza, una
disattenzione negligente, un sintomo di degrado culturale delle istituzioni e dello scarso livello delle
personalità dei politici Italiani, ma, secondo noi, fa parte di un progetto ben delineato che promuove la
soggezione culturale come veicolo per quella istituzionale e politica agli Stati Uniti d’America che, essendosi
impadroniti delle leve del potere economico occidentale, esercitano tuttora il loro diritto di vincitori della
seconda guerra mondiale.
Il pericolo Sovietico, immanente sul mondo sino agli anni novanta, ci pose sotto l’usbergo USA per
necessità strategiche e, naturalmente, in posizione di soggezione in quanto sconfitti, mentre trentacinque
anni di tale regime hanno consolidato questa sudditanza facendola poi proseguire anche dopo la caduta del
comunismo.
Le cronache della vita politica, i resoconti ufficiali delle assemblee istituzionali ed addirittura le stesse
Leggi dello Stato, sono infarciti di termini come “Privacy”, “Welfare”, “Capital gain”, …. Ecc. ecc.
dimostrando, anche sotto l’aspetto formale, che l’imbarbarimento della lingua non solo non è contrastato, ma
è ufficialmente adottato come fatto normale e lecito!
E’ l’ennesima e più evidente prova che il nostro è uno Stato coloniale Americano e che i nostri
governanti, di ogni colore, sono politicamente assoggettati e psicologicamente asserviti agli USA.
Nemmeno la scuola, specifico ed ultimo baluardo per la difesa della lingua Italiana, ha fatto e fa molto
per assolvere a questo che dovrebbe essere un suo compito istituzionale, posto che anche docenti ed
insegnanti usano con disinvoltura e senza vergogna, infarcire i loro discorsi didattici con Americanismi ( a
cominciare dallo sguaiato O.K.)
E’ evidente che, se nell’età formativa della scuola, i nostri giovani constatano l’avallo dei docenti all’uso
indiscriminato di termini Inglesi nel parlare quotidiano, essi non troveranno nulla di strano e di irregolare
quando, fuori dalla scuola, sentiranno parlare in Italo-Americano, ma anzi ciò sarà per loro normale e
positivo..!
I
In In, Dentro
In coming Entrata, Arrivo
Input Immissione
Inquiry Domanda
Insert trading Abuso di fiducia, Abuso commerciale
Inside Dentro
Instant Book Romanzo di cronaca
Intelligence Iinvestigazione, Informazione
International Internazionale
Internet Interrete, Cosmorete
Ipermarket Ipermercato
It Esso
J
Jack Spinotto
Jet Reattore
Jet society Società internazionale
Jet-lag Malessere, disorientamento, Mal da getto
Job Lavoro
Jobber Lavoratore
Jogging Corsetta, Sgambare
Jolly Matta, Tarocco, Toto ( sotituisce tutto)
Junior Iunior, Giovane
K
Ketchup Salsa rossa
Key Chiave
Key memory Chiave di memoria
Kick down Scalamarce
Kidnapping Rapimento di bimbo
Killer Sicario, assassino
Kilt Gonnellino Scozzese
King Re
King size Taglia superiore
Kitsch Pacchiano, Di cattivo gusto
Kleenex Cartanaso, Asciughino
Knock down Atterramento
Knock out (KO) Fuori combattimento (FC), Fuori gioco
Know How Tecnologia
L
Label Etichetta
Lady Signora, Donna
Lamb Agnello
Lamb’s Wool Lana di agnello
Land Terra, Paese
Large Largo, Grande (di taglia)
Laser (acronimo) Luce Direzionale polarizzata (LUDIPO)
Last Ultimo
Last but not least Ultimo, ma non minimo, Ultimo, ma non ultimo
Last News Ultime notizie
Late Ritardo
Late Jobber Lavoratore ritardatario
Law Legge
Layout Schema, Impaginazione, bozzetto,
Leader Duce, Capo, Guida
Leadership Comando, Direzione, Guida, Primato
Leasing Nolo, Noleggio, Affitto
Least Trascurabile
Life Vita
Lifting Spianatura, Stiratura, Sbucciatura
Light Luce
Link Collegamento, Riferimento
Live Vita, Dal vivo
Lobby Consorteria, Gruppo di pressione, Petizionisti
Location Ubicazione, Posizione, Luogo
Look Stile, Immagine, Aspetto, l’apparire
Love Amore
Lunch Pranzo
Commento 7°
( La contaminazione )
Una delle contestazioni che ci vengono mosse quando facciamo questo nostro discorso in difesa
dell’Italianità della lingua che parliamo nel quotidiano, è che “..ogni lingua viva è sempre in evoluzione e tale
evoluzione è anche contaminazione con gerghi e/o vocaboli stranieri..”.
Le cose non stanno esattamente così perché ogni contaminazione con vocaboli stranieri è una forma di
sudditanza culturale che può essere grande, piccola o addirittura insignificante, ma la cui natura è sempre
l’implicito riconoscimento della superiorità di una civiltà aliena e, di conseguenza, della inadeguatezza o
decadenza della propria.
Ma anche dando per concesso il principio sottinteso nella obiezione mossaci, risulta evidente che il
discrimine tra contaminazione e soggezione è di natura quantitativa ed è ovvio che, quando la quantità di
vocaboli stranieri adottati risulta molto cospicua, come sta accadendo per la lingua Italiana da parte
dell’Inglese/Americano, e quando l’esibizione di questi diventa una forma di patente di snobistica
presunzione di una superiorità di istruzione ( non certo di “Cultura”..!), allora si può e si deve parlare di
soggezione.
La nostra non è una tesi atta a dimostrare la validità delle nostre ipotesi, ma è una realtà facilmente
dimostrabile da elementi storici oggettivi.
Basta fare un raffronto tra il tasso di contaminazione che la lingua Italiana ha subito negli ultimi due
secoli, soprattutto per “Francesismi” e “Spagnolismi”, e quello subito negli ultimi sessanta anni, dopo la
nostra sconfitta ( sissignori, fummo sconfitti e non vittoriosi come la bugiarda propaganda iconografica
“resistenziale” ci vuole far credere..!) contro gli Anglo-Americani, per verificare come il grado di
“contaminazione” linguistica abbia assunto un livello prossimo all’intossicazione!
Se poi esaminiamo le cause della contaminazione, limitata quasi sempre verso i Francesismi e gli
Spagnolismi ( quest’ultima, nettamente inferiore), allora si vede che anche la natura dei motivi di tale
contaminazione sono più “accettabili” e comunque meno vergognosi di quelli subiti verso l’Inglese.
Non vanno difatti scordati due fatti importanti:
1°) L’unità d’Italia è stata fatta dalla Monarchia Piemontese e la lingua di corte dei Savoia era, date le
origini etniche, geografiche e storiche della dinastia, il Francese.
Pertanto non può risultare strana una contaminazione della lingua Italiana con quella Francese.
2°) La Lingua Francese è stata, nei secoli scorsi, la lingua “nobile” della diplomazia e della cultura a
livello non solo Europeo, ma mondiale ( perfino in America e in Russia, nelle famiglie “bene” si parlava il
Francese) ed anche questo è stato un potente veicolo di contaminazione delle lingue e non solo di quella
Italiana
3°) il tasso di contaminazione del Francese non è mai stato comunque quantitativamente paragonabile
all’enorme quantità di vocaboli Inglesi che hanno inquinato l’Italiano negli ultimi sessant’anni..!
4°) Un discorso analogo a quello fatto per i Francesismi derivanti dall’eredità della corte dei Savoia, si
può fare, per la parte meridionale dell’Italia, per quella della corte dei Borbone che furono una dinastia di
origine Spagnola e che si instaurarono nelle due Sicilie con l’appoggio delle armi Spagnole.
Comunque le tracce linguistiche lasciate nella lingua Italiana da questa eredità sono minimali, tanto da
apparire inconsistenti nel quadro generale, anche perché derivanti da lingue neolatine e pertanto di gia affini
alla nostra.
E dunque, tornando al contesto della contesa, appare dimostrato che l’intossicazione
dell’Americano/Inglese è molto maggiore delle altre, é ingiustificata ed inopportuna ed è provocata da bassi
motivi: di dominio da parte degli USA e di vanesia imbecillità da parte degli Italiani che vi soggiacciono..!
M
Machine Macchina
Made in … Fatto in..
Magazine Rivista
Mail Posta
Mail Box Cassetta postale, Casella postale
Make up Trucco
Management Gestione, Direzione, Dirigenti, Gestori
Manager Dirigente, Gestore
Marker Marcatore, Evidenziatore
Market Mercato
Marketing Mercatazione, Mercato, Ricerca di mercato
Mass Media Informezzi, Informazione
Master Mastro, Originale, Maestro, Perfezionamento
Masterizzatore Prototipatore, Copiatore, Clonatore
Masterizzazione Registrazione, Prototipazione
Match Incontro, Scontro, Partita
Match point Punto partita
Mate Opaco
Meeting Incontro, Raduno, Appuntamento
Meeting Pot Crogiuolo
Merchandising Promozione (commerciale)
Metal Metallo
Metal detector Cercametalli
Miss Signorina
Mister Signore, Allenatore
Mobbing Prevaricazione, Abuso gerarchico, Aggressione
Modem Teleconnettore ( T.C.)
Money Soldi, Denaro
Moon Luna
Motocross Motocampo, Moto Campagna
Mountain Bike Bici alpina
Mouse Puntatore, Ratto, Topolino
Music Musica
N
Net Rete
Network Rete TV
New Nuovo
New Deal Nuovo corso
New economy Nuova economia
News Notizie
Night Notte
Nightclub Locale notturno
Nickname Soprannome
No comment Senza commenti
No profit Gratuito, Senza utili, Gratis
No smoking Non fumare, Vietato fumare
Commento n° 8
( La libertà )
La coscienza della propria identità storica e culturale si identifica anche con l’essere uomini liberi; liberi
da condizionamenti, liberi da suggestioni prefabbricate ed interessate, liberi di usare le proprie capacità
critiche nella formazione del proprio pensiero e delle proprie opinioni.
Perché la coscienza della propria identità personale è connessa alla propria identità Nazionale che
contiene le radici da cui essa nasce ed è l’humus in cui si sviluppa.
Ogni forzatura che tenda ad una metamorfosi dell’identità nazionale, modifica anche quella personale
disancorandola da quei punti di riferimento che sono i cardini della sua struttura più intima e dal contesto
generale che ne è il terreno di cultura.
Il fattore più rappresentativo, sia sul piano formale che su quello sostanziale, dell’identità nazionale, è
senz’altro il linguaggio che rappresenta una bandiera, un distintivo, quasi la sua stessa essenza ed è perciò
criminale il modificarlo con una cospicua serie di termini stranieri che lo snaturano, lo imbarbariscono e
possono anche, in tempi più lunghi, portarlo alla morte.
Che queste non siano nostre fantasie è provato dalla Storia.
Basta infatti scorrere le vicende di quei Popoli che non hanno saputo difendere le proprie identità
Nazionale e culturale per constatare che la conseguenza è stata quella di perdere, per secoli, anche la
propria libertà.
E’ successo a tutto il mondo antico assoggettato da Roma; è successo all’India colonizzata
dall’Inghilterra; è successo alla nazione dei Pellirossa sottomessi e sterminati dai governi USA; è successo
alle varie nazioni che componevano l’impero sovietico e che sono state letteralmente “Frullate” in una
marmellata etnica e culturale.
E si potrebbe continuare…
La soggezione ad una lingua e ad una cultura diverse, e nel caso dell’Inglese anche inferiore alla nostra
per qualità e quantità, è il contrario dell’essere liberi perché ci condizionano ad una mentalità, ad una
sensibilità e ad una capacità di percezione estetica che non rientrano nei parametri della nostra logica
naturale e ci inibiscono perciò la pienezza della nostra capacità critica, ma ci spingono invece ad accettare
conclusioni che ci vengono subdolamente servite preconfezionate e che hanno lo scopo finale di condurci
dove altri vogliono, per i loro e non per i nostri interessi, come fa il pastore che porta le sue pecore alla
tosatura..!
Un antico precetto Siciliano divideva gli esseri umani in Uomini, mezzi Uomini e “Quaquaraqua” che
sono coloro che non hanno né dignità, né volontà, né rispetto di se stessi e che nella vita non contano nulla,
ma sono solamente “masse di manovra” nelle mani dei potenti.
Ebbene, chi non ha a cuore la propria Patria e con essa la propria lingua che ne è l’espressione più
immediata e tangibile, è un Quaquaraqua…..
Cerchiamo invece di essere Uomini e Uomini liberi..!
O
Ok Va bene, Bene, Benone, Vale
Off Spento, Chiuso
Off limit Precluso, limite, fuori limite, invalicabile
Offshore Al largo
Oil Petrolio
On Acceso,
On Line In linea, Collegato, Pronto
On the road In strada
Open Aperto
Operator Operatore
Opinion Opinione
Opinion Leader Opinioniste, Creatore di opinioni
Optional Opzionale, facoltativo
Order Ordine
Out Fuori, Antiquato
Out coming Uscita
Out door All’esterno
Outing Svelarsi, Uscire
Outline Profilo, Riassunto
Output Emissione, Uscita di dati
Outsider Improvvisatore, Estraneo
Outstanding Eccezionale
Over Su
Over the top Oltre il massimo
Overflow Profusione, Eccesso, inondazione
P
Pacemaker Elettrostimolatore, Pulsoforo
Package Pacco, Collo, Imballaggio
Paddock Prato cintato, Maneggio, Serraglio
Palette Pianale
Partner Socio, Compagno
Part Time A ore, A orario. Partoraio
Password Parola chiave, Parola d’ordine, Chiave, Identità
Pause Pausa
Pay card Cartapago Carta di credito, Pagocarta
Peeling Depilazione
Piercing Biodecoro
People Gente
Performance Esibizione, Esecuzione, Rappresentazione
Petting Palpeggiare, Amoreggiare, Limonare
Photo finish Finalfoto, Fotoarrivo
Pick Up Testina ( di grammofono)
Picnic Merenda, Scampagnata
Pig Porco, Maiale
Pin up Girl Ragazza copertina
Pit stop Altecnico, Tecnocontrollo
Planning Pianificazione, Programmazione
Play Suona, Gioca
Play Off Finali,
Play Out Retrocessione, Spareggio
Play Station Centralina giochi
Playback Retrovisore
Playboy Donnaiolo, Don Giovanni
Player Giocatore
Playmaker Regista del gioco
Pocket Tascabile
Pole position Primo posto, In testa
Police Polizia
Policeman Poliziotto
Polling Votazione, Elezione, Sondaggio, Inchiesta
Pollution Inquinamento
Pool Gruppo, Squadra, Consorzio, Posta (di gettoni)
Pop Pop ( abbreviaz. di Popolare)
Pop-Up Finestre a scomparsa
Position Posizione
Poster Manifesto, Affisso, Cartellone
Power Potere
Premier 1° Ministro, Capogoverno, Primate, Primo
Pressing Spinta, Pressione
Privacy Privato, Privatezza
Private Privato
Processor Processore
Profit Profitto, Utile
Promoter Promotore, Procuratore, Procacciatore
Provider Fornitore
Pub Osteria, Bar, Birreria
Public Pubblico
Public Company Società pubblica, S.P.A.
Pubic House Osteria
Public Relations Pubbliche relazioni
Pull Tira, Tirare, lanciare
Puzzle Mosaico, Rompicapo
Commento 9°
( Orgoglio e Indipendenza )
Difendere la specificità del proprio idioma significa anche esprimere l’orgoglio delle proprie tradizioni ed il
senso di appartenenza ad una comunità di cui facciamo parte, volenti o nolenti, in senso assoluto, così come
gli organi del nostro corpo fanno parte di noi stessi.
Si tratta di un orgoglio che non è solamente un’espressione della sterile volontà di affermarsi, come
identità, al di sopra degli altri, ma che si identifica invece nella volontà di essere uomini liberi nel senso più
esteso del termine: liberi da condizionamenti troppo oppressivi derivanti da culture diverse e dominanti, liberi
da suggestioni prefabbricate ed interessate da parte di coloro che, attraverso la colonizzazione del
linguaggio mirano alla colonizzazione sociale e politica, liberi perché in grado di usare le proprie personali
capacità critiche nella formazione del proprio pensiero e delle proprie opinioni.
Tutto ciò non è possibile, o viene pesantemente ostacolato, dall’uso di una lingua straniera che, assieme
a lemmi alieni, ci inserisce quel senso di sudditanza culturale che atrofizza la nostra capacità critica, la
nostra fantasia, la nostra indipendenza intellettuale.
Difendere il proprio idioma, la specificità della propria cultura e mantenere viva e vitale l’essenza stessa
della propria identità che largamente s’identifica nel linguaggio, significa anche mantenere se stessi
affrancati da una sudditanza psicologica subdola e sottile che ci farebbe guardare, inconsapevolmente ad
altri come a degli strani “ padroni” con i quali camminiamo sì a fianco, ma a guinzaglio, a dei “padroni” la cui
superiorità è marcata quotidianamente anche dal fatto che ci fornisce gli strumenti, l’idioma appunto, per
esprimerci compiutamente, facendoci alla fine convinti di non possedere già, noi stessi, tali strumenti.
Il grottesco della situazione sta nel fatto che invece, non solo quegli strumenti li possediamo da sempre
ed in misura larga e superiore a quella dei madrelingua Inglesi, ma che essi ci sono in effetti culturalmente
debitori, come è facilmente dimostrabile sia storicamente che linguisticamente.
Solamente un ingiustificato senso di inferiorità Nazionale, che ha probabilmente le sue radici nella nostra
storia più recente in cui eravamo, anche a causa della presenza in Italia dello Stato della Chiesa, un
coacervo di piccoli Stati in balia di delle grandi potenze come Spagna e Francia, dà una spiegazione, ma
certo non una giustificazione, a questa nostra sudditanza culturale, a questo nostro volersi ingraziare lo
straniero potente, a questo nostro rincorrere il perverso piacere di violentare la nostra Italianità con
l’adozione ingiustificata e sciocca di termini stranieri, perlopiù Inglesi, antiestetici, umilianti, velleitari e non
funzionali.
Q
Queen Regina
Question Domanda, Quesito
Question time Interrogazione
Quick shift Cambio rapido
Quiz Domanda, Indovinello
R
Range Fascia, Sfera, Categoria
Rating Stima, Valutazione
Reception Ricezione, Accoglienza
Record Archivio, Registro, Ricordo, Primato
Record (to) Registrazione, Registrato
Recorder Registratore
Recording Registrazione
Red Rosso
Remake Rifacimento, Riedizione, Copia
Replay Ripetuta, Ritrasmessa, Bissata
Replay (to) Ripetizione, Ritrasmissione,
Restart Ripresa, Ripartenza
Restyling Ridisegno, Rimodellatura
Rich Ricco
Ring Anello, Quadrato ( di pugilato)
Road Strada
Roast Arrosto
Roast Beef Manzo arrosto
Roller Pennarello a sfera
Routine Ripetitivo, Comune
Rugby Pallovale
Rumours Voci, Mormorii, Pettegolezzi
Commento n° 10
( Globalizzazione )
Siamo coscienti che purtroppo viviamo in epoca di “Globalizzazione” apolide e che tutto il mondo è
coinvolto in questa follia collettiva che serve solamente ad aumentare i profitti del capitalismo internazionale
senza portare benessere ai molti Paesi del terzo mondo che, anzi, in molti casi vedono peggiorare la loro
situazione con forme di neoschiavismo, di sfruttamento selvaggio delle risorse e di snaturamento totale delle
proprie culture e tradizioni con la conseguente privazione di identità e di punti di riferimento sociali.
Ma, al di là del nostro parere socio - politico negativo, che non è qui il caso di approfondire, la realtà di
cui tenere conto è che la globalizzazione esiste e che una delle conseguenze è la necessità di una “Lingua
franca” che permetta la comunicazione globale e che tale lingua potrebbe essere quella Inglese.
Inglese perché è la più semplice nella struttura, perché nella sua modestia di espressione è la più
sintetica ed immediata, perché la sua essenzialità di regole la rende di più facile apprendimento per tutti.
Questo però può significare la necessità di studiare l’Inglese e non quella di storpiare la madre lingua di
Inglesismi come invece sta succedendo.
In passato, prima dell’avvento della moda di esibire nel linguaggio quotidiano, spesso in modo
approssimativo e storpiato, vocaboli e frasi in Inglese, molte persone conoscevano questa lingua, ma
parlavano la loro, l’Italiano, in modo corretto ed appropriato.
Insomma, sapere l’Inglese non significa affatto, di conseguenza, parlare un Italiano imbastardito, ma
anzi, la persona colta, la persona preparata, sa usare più idiomi ciascuno in modo corretto e nelle situazioni
appropriate.
In conclusione, se serve una lingua franca, che sia pure l’Inglese ( ma non si vede perché, da un punto
di vista filologico, non potrebbe essere il Greco o il Latino ) in funzione della sua già grande diffusione
mondiale, ma usiamola appunto come una seconda lingua, quando e dove serve senza umiliarci e
ridicolizzarci e senza distruggere con le nostre mani le radici della nostra cultura, delle nostre tradizioni e
della nostra identità:
S
Sandwich Panino, Tramezzino
Scanner Scansore, Scanditore
Scoop Esclusiva, Colpo ( giornalistica )
Scooter Motorino
Scratch Improvvisato, Rabberciato, Graffiato
Screen Schermo
Screening Analisi, Esame statistico, Ricerca, Vaglio
Script Copione, Sceneggiatura
Secret Segreto
Self Control Autocontrollo
Self made Autocreato, fatto da sé
Self service Autoservizio, Servirsi
Server Servente, Chierichetto
Set Tempo ( di gioco), Insieme
Set Teatro di posa
Setting Organizzazione
Sex Sesso
Sex appeal Fascino, Provocazione, Sensualità, Attrazione
Sexy Sensuale, Attraente
Sexy Shop Sessemporio, Negozio sessuale
Shake Scossa, Scrollata, Urto
Shaker Sbattitore, Miscelatore
Shampoo Tricosapone, lavacapelli
Share Partecipazione, Azione ( finaziaria)
Shirt Maglietta, Camicetta
Shock Scossa, Psicoscossa
Shop Acquisto, Spesa
Shoplifting Taccheggiatore, Cleptomane
Shopping Compere, Spese, Acquisti
Shopping centre Centro acquisti, Centro commerciale
Short Corto
Show Spettacolo, Visione
Show Business Industria dello spettacolo
Show Girl Attrice di varietà
Show Man Attore di varietà
Show Room Mostra, Esposizione, Vetrina
Sidecar Motocarrozzetta
Single Singolo, Solitario, Nubile, Scapolo
Sister Sorella
Sit-in Assemblea, Star lì, Seduta
Size Taglia, Misura
Skateboard Rollante, Rototavola, Rolltavola
Sketch Scenetta,
Ski board Monosci
Skipper Nostromo, Capovela
Slang Gergo, Dialetto
Slash Barra
Slim Smilzo, Snello
Slip Mutandine, Costume ( da bagno)
Slot Machine Mangiasoldi
Slum Tugurio, Baracca, Baraccopoli
Smoking Abito da sera, Fumare
Smoking car Carrozza fumatori
Snack bar Ristobar, Merenderia, Spuntineria
Snack Spuntino, Boccone, Merenda
Snake Serpente
Snob Arioso, Pretenzioso
Soap Sapone
Soap Opera Telenovela
Soft Morbido, Blando, Soave, Tenero
Software Metodica, Programmazione
Sophisticated Sofisticato, Ricercato, Raffinato
Sorry Scusa
Sound Suono, Tono, Musicalità
Soundtrack Colonna sonora
Source Fonte, Sorgente, Origine, Causa
Speaker Oratore
Speedy Veloce
Spelling Compitare, Compitazione
Spider (Auto) scoperta, Scoperchiata
Sponsor Finanziatore, Sostenitore
Spot Scenetta, Inserto, Faretto
Spread Guadagno,Utile
Sprint Scatto, Carica
Sprinter Scattista, Velocista
Spry Vaporizzato
Spy Ware Programma spia
Squash Pallamuro
Staff Dirigenti, Direttorio, Squadra, Personale
Stage Scena, Seminario
Stand Padiglione, Chiosco
Stand Bay Pausa
Standard Usuale, Solito, Tipico
Star Stella, Diva, Celebrità
Start Partenza, Mossa, Avvio, Via
Starter Mossiere
Station Wagon Famigliare ( di auto), Autofurgone
Steward Assistente
Stick Stecco, Bacchetta, Bastone
Stock Fondo, Rimanenza
Stock Option Azioni privilegiate, Azioni per dirigenti
Stop Alt, Fermarsi
Stop and go Ferma e vai
Stopping Fermare, Bloccare
Storage Deposito, Immagazzinamento
Strike Sciopero, Filotto
Strip Striscia, Fumetti
Strong Forte
Stuntman Cascatore, Controfigura
Sun Sole
Superman Superuomo
Supermarket Supermercato
Supporter Tifoso, Sostenitore
Surf Tavola mare
Suspense Ansia, Pathos
Swimming Nuoto
Swimming-pool Piscina
Swing Ritmo
T
Tabloid Succinto, Conciso, Ridotto, Giornalotto
Tape Cassetta, Nastro
Target Obiettivo, Scopo
Task Incarico, Missione, Dovere
Task force Forza speciale, Forza d’azione
Taxi Tassì, Auto pubblica
Team Squadra, Compagnia
Teenager Ragazzo, Adolescente
Telephone Telefono
Tennis Pallarete
Terminal Finale, Arrivo, Termine
Test Prova, Prova d’esame, Esame
Testare Provare, Esaminare
Tester Misuratore, Provatore, Esaminatore
The end Fine
Ticket Biglietto
Time Tempo
Time-Break Supplementari
Time out Sospensione
Timer Temporizzatore
Ti-Shirt Maglietta
To do Fare
To Knock Colpire
Toner Inchiostro, Polvere
Top Super, Massimo
Top Secret Segretissimo
Top ten Primi dieci
Top model Indossatrice, Modellissima
Tour Viaggio, Giro, Escursione
Tour Operator Operatore turistico
Trade Commercio
Train Treno
Trainer Allenatore
Transfer Cessione, Trasferimento
Trash Rifiuti, Immondizia, Ciarpame
Trend Tendenza, Attitudine, Propensione
Trendy Di moda, Tendenza
Commento 11°
( Il Confronto )
Se esaminiamo l’atteggiamento della altre Nazioni Europee relativamente all’uso dell’Inglese nel parlare
quotidiano, risulta subito evidente che in nessuna di esse si è realizzata una invasione ed una
colonizzazione culturale così massiccia come da noi.
In Germania, in Francia, in Spagna e praticamente in tutta l’Europa, salta evidente all’attenzione che tutti
i vocaboli di provenienza Inglese o comunque straniera che si affacciano con l’evoluzione tecnologica o la
mondializzazione finanziaria, a rinnovare il linguaggio con significati nuovi e specialistici, vengono
immediatamente e puntigliosamente tradotti nell’idioma Nazionale.
Indubbiamente ciò è dovuto anche alla maggiore coscienza Nazionale che questi Paesi hanno in
confronto all’Italia, anche perché essi sono Nazione da diversi secoli mentre noi lo siamo solo da 130 anni e
non abbiamo ancora avuto il tempo per una completa maturazione del sentimento nazionale come hanno
avuto loro.
Ma proprio per questo e per non fare la figura dei “raccogliticci diseredati”, noi dobbiamo sforzarci più
degli altri a conservare e promuovere quegli elementi culturali e tradizionali che concretamente ci uniscono
in una Nazione e l’elemento più significativo tra questi è appunto la nostra lingua madre che è il principale
collante ed il cemento che tiene insieme l’Italianità.
Come già abbiamo detto, questo non significa che sia negativo il sapere l’inglese, così come altre lingue
straniere altrettanto importanti come, per esempio, lo Spagnolo che attualmente è parlato in quasi metà del
mondo civilizzato, anzi, in un mondo che sta diventando sempre più piccolo è utile e forse indispensabile
poter dialogare con gli altri popoli, ma è importante che le lingue straniere si parlino con gli stranieri e che
non vadano ad imbastardire e ad imbarbarire la nostra lingua Nazionale.
Quand’anche non si volessero approfondire le motivazioni si qui esposte per difendere l’Italianità della
nostra lingua dalla colonizzazione culturale Americana, un minimo di logica ci dovrebbe suggerire che se la
grande maggioranza degli altri popoli non accetta l’imbarbarimento della propria lingua con l’introduzione di
vocaboli stranieri nell’uso quotidiano, questo significa che, alla base, ci sono ottime ragioni per non farlo e
che quindi l’agire in controcorrente non può essere una mossa tanto intelligente…
U-V-W-Y-Z
USA Stati Uniti, America, Americano
User Name Nome utente
Utilities Ultilità, Ausiliari, Aiuti
Vamp Fatalona, Maliarda
Versus Contro, Avverso
Via card Viacarta, Autopasso
Videogame Videogioco
Video clip Videomusica, Inserto video
Video recorder Videoregistratore
Volley Pallamano, Pallavolo
Voucher Buono, Tagliando, Scontrino
Wafer Cialda, Sigillare, Biscotto a strati
Wagon lit Vagone letto
Wanted Ricercato
Warrant Mandato, Garanzia
Water Closed (WC) Gabinetto, Ritirata, Cesso
Water resistant Idroresistente, resistente all’acqua
Water polo Pallanuoto
Waterproof Impermeabile
Way of life Stile di vita
Web site Ciberspazio, Sito informatico
Week Settimana
Weekend Fine settimana, Miniferie
Welcome Benvenuto
Welfare Socialità, Stato sociale
West Ovest
Western Occidentale
White Bianco
Whitecollar Colletti bianchi
White House Casa bianca
Wife Moglie
Wind Vento
Wind surf Tavola a vela, Velonda
Work in progress Lavoro in corso
Work station Postolavoro, Postazione di lavoro
Work shop Laboratorio, Seminario
Wrestling Lotta
Young Giovane
Your Tuo, Te
Youth Gioventù, Giovinezza
Youth Hostel Ostello della gioventù
Yuppie Carrierista, Rampante
Zapping Girarcanali, saltellare
CONCLUSIONI
Dopo questo breve escursus sulla nostra lingua e sulle storpiature ed imbastardimenti cui essa è oggi
purtroppo soggetta, ci sembra utile trarre delle conclusioni, senza le quali, tutto il discorso precedente
rimarrebbe una vuota esibizione dialettica.
D’altra parte non era certo intenzione, con la stesura di questa nostra breve dissertazione, di dare
solamente una traduzione ai vocaboli ed ai modi di dire Americani che compaiono più frequentemente sui
nostri giornali, nelle TV e, purtroppo, anche nel linguaggio corrente che ascoltiamo tutti i giorni; per questo
sarebbe stato sufficiente un qualsiasi vocabolario appena decente.
Noi volevamo, e speriamo vivamente di esserci riusciti almeno in parte, collegare l’uso massiccio di
barbarismi Americani nella lingua Italiana con le cause profonde per cui questo succede e con le
conseguenze, a nostro parere drammatiche, che tutto ciò produce e produrrà!
Lo scopo esplicito del nostro sforzo è quello di mettere in guardia i nostri connazionali, ed in special
modo i più giovani che sono il futuro del Paese, e di sollecitare una loro reazione che inverta la tendenza alla
soggezione culturale ed alla colonizzazione ad una “civiltà” USA i cui valori sono talmente più miseri e banali
di quelli della nostra, da costituire, se adottati, un indubbio degrado, una retrocessione che ci porterebbe
indietro di decine di secoli!
Gorge Bernard Shaw, scrittore Irlandese che conosceva bene gli Stati Uniti diceva: “..l’America è la sola
Nazione che ha fatto il percorso dalla barbarie al decadimento, senza passare per la civiltà..”
Seppure ostacolati dalle mene di Santa Madre Chiesa che negli ultimi secoli ci ha mantenuti divisi e
preda delle grandi potenze come Spagna e Francia, impedendo di fatto il nostro diventare una Nazione
unita, noi Italiani siamo pur tuttavia gli eredi delle civiltà di Roma e del Rinascimento che hanno portato luce,
cultura, progresso vero ed emancipazione dalla barbarie in tutto il mondo e sarebbe veramente degradante
e vergognoso se oggi ci attaccassimo culturalmente a suggere al seno di una Nazione come gli Stati Uniti
d’Amerika che è lontana le mille miglia dalla nostra tradizione !
E’ vero che gli USA sono stati i vincitori dell’ultima guerra mondiale e noi siamo stati gli sconfitti, ma
ricordiamoci che si può essere sconfitti, ma non vinti e non lo si sarà fino a che si avrà la capacità la forza e
la volontà di non arrendersi alla arroganza, alla prepotenza ed alla volontà di dominio del nemico.
Cominciamo a prendere coscienza che per noi Italiani, che amiamo essere tali, un problema culturale,
politico, storico e di libertà esiste e che esso si manifesta e si concretizza anche tramite la colonizzazione
linguistica che, come un virus mortale, si insinua nel tessuto del nostro quotidiano ed infetta le strutture
portanti del nostro idioma Nazionale, privandolo, prima delle sue capacità espressive e poi inibendone
l’evoluzione con l’inaridimento delle fonti della sua fantasia che si esprime con la creazione di neologismi per
i termini nuovi.
Poniamoci quindi l’obiettivo di salvaguardare la nostra lingua per ciò che essa rappresenta e facciamolo
rifiutando l’uso di vocaboli ed espressioni straniere che, come abbiamo ampiamente dimostrato, sono
sempre traducibili senza bisogno di perifrasi.
Evidenziamo l’aspetto ridicolo e supponente di coloro che ostentano, per puro e sciocco narcisismo
culturale, l’uso di imbastardimenti stranieri anche laddove ciò non ha nemmeno l’alibi ( non certo la
giustificazione..!) di un gergo professionale e dimostriamo loro che le stesse cose si possono dire altrettanto
bene, e spesso meglio, se espresse in Italiano.
Cominciamo con il riacquistare e diffondere la padronanza dell’uso della nostra Lingua!
Sarà questo un segno distintivo di una riacquistata indipendenza e l’inizio di un percorso di autonomia, di
libertà e di dignità!
Un’ultima, ma non per importanza, è la considerazione sulla responsabilità grave e colpevole che gli
insegnanti hanno in tutta questa questione.
Se consideriamo che la funzione degli insegnati e la stessa giustificazione della loro esistenza nel
contesto dello Stato e del Paese è quella di formare le coscienze e gli intelletti dei nostri giovani che sono il
nostro futuro ed il massimo investimento che un popolo possa fare per la propria sopravvivenza, non può
sfuggire ad alcuno che questo compito è gravemente e colpevolmente trascurato quando essi non si
impegnano a difendere i valori della nostra tradizione, della nostra cultura e della nostra storia che risiedono
anche, come abbiamo già ampiamente dimostrato, nella nostra lingua nazionale!
Non sarebbe difficile per chi ha nelle sue mani la formazione di giovani intelletti da plasmare,
sottolineare come e perché l’Italia non abbia nessun motivo di soggezione verso popoli come l’America e
combattere così questo umiliante servilismo culturale.
Non ci sarebbe nulla né di sbagliato, né di supponente, né di arrogante nel fare constatare ai nostri
fanciulli ed ai nostri ragazzi la oggettiva superiorità culturale di una civiltà le cui radici sono strettamente
connesse a quella Ellenica, a quella Romana ed a quella del rinascimento che hanno portato luce e cultura a
tutto il mondo!
Non si tratterebbe né di promuovere un razzismo culturale, né di fomentare una discriminazione basata
sul rancore, ma più semplicemente di valorizzare oggettivamente e nella misura in cui essa è posta dalla
realtà storica, la superiorità di una civiltà antica e prolifica come la nostra e di considerare quanto sia
assurdo il porsi in uno stato di inferiorità e di vassallaggio verso gli Stati Uniti d’America e verso quella
cultura, solo a causa di una loro maggiore ricchezza finanziaria.
Il messaggio, al di là della doverosa difesa della nostra lingua, sarebbe anche quello della prevalenza
dei valori spirituali e culturali su quelli economici, del sangue contro l’oro, dell’Uomo contro il denaro!
Purtroppo i fatti dimostrano che da parte degli insegnanti vi è invece la più assoluta indifferenza ai
problemi della salvaguardia della lingua italiana dall’imbarbarimento dovuto al massiccio inserimento di
vocaboli Americani se pure non necessari, se pure senza una logica giustificazione né tecnica, né
semantica.
Anche questo è il frutto avvelenato che la sconfitta bellica della seconda guerra mondiale ha portato
all’Italia ed all’Europa e che si è concretizzato nell’avere reso prioritari i valori materialistici rispetto a quelli
etici e culturali della vita.
La categoria degli insegnanti, come tutte le altre della società civile, ha subito un degrado etico che ha
portato all’indifferenza verso i vecchi valori, considerati scioccamente oggi solo un inutile peso, una
fastidiosa zavorra che rallenta il percorso verso il successo …
I risultati li stiamo vedendo nei comportamenti della nostra gioventù!
E’ ora di dare un giro alla barra del timone, sino a che siamo in tempo; facciamo un primo piccolo passo
difendendo la nostra lingua.
Domani potrebbe essere tardi..!
Nota dell’autore: Come già detto nella premessa, é nostro preciso e principale intento quello di non
creare un semplice manuale di consultazione linguistica che avrebbe altri e ben più autorevoli e qualificati
estensori, ma bensì quello di essere una provocazione, una sollecitazione, una spinta, a considerare
l’opportunità, anzi, la necessità di ritornare a parlare la nostra bella lingua italiana nel quotidiano dei rapporti
con i nostri amici, i nostri colleghi, i nostri famigliari per conservare la nostra dignità, la nostra cultura, la
nostra indipendenza ed in ultimo termine, la nostra libertà!
Per questo preciso motivo vogliamo dare a questo piccolo manuale una caratteristica di interattività nel
senso che siamo determinati a riproporne in seguito altre edizioni, arricchite con i suggerimenti e le
annotazioni che i lettori avranno la bontà di segnalarci, relativamente a nuovi vocaboli anglo-americani
che riscontrassero nell’uso comune quotidiano al seguente indirizzo di posta elettronica:
alessandro.mezzano@bcc.tin.it
Ringraziamo sin d’ora per la cortese collaborazione,
Alessandro Mezzano
RINGRAZIAMENTI
L’autore ringrazia le seguenti persone per l’aiuto prestato nella ricerca dei termini e della loro corretta
interpretazione:
Bertolini Ettore - Perugia
Cospito Nicola - Roma
Sanvito Agnese - Londra