lunedì 31 marzo 2014

I BAMBINI: DIFFERENZE TRA I DUE REGIMI !

BIMBI AL MARE NEL REGIME DI DITTATURA!!
                                                                                                                                             












                                                                                                                                                     

 BIMBI AL MARE NEL REGIME DI "LIBERTA' E DEMOCRAZIA!"
                                                                                         



                        
                           IL NULLA!!

                             IL NULLA!!
                                                                                                                                 

sabato 29 marzo 2014

IL GLOBO IN CAMICIA NERA...


Chi l'avrebbe mai ipotizzato,visto il disastroso esito dell'aprile 1945 ?
Sono nato e cresciuto in "democrazia".
Dall'asilo in poi mi sono ritrovato obbligato a cantare "bella ciao",a studiare la costituzione "antifascista",a celebrare il 25 aprile e le "glorie" partigiane,ad essere tormentato dall'olocausto e dalle Fosse Ardeatine e tutto il resto del campionario. Mai risparmiato a nessuno dei "nuovi" italiani repubblicani.
Mi sono prestissimo "distinto",assieme a non pochi altri cittadini,per aver "deviato" dalla retta via abbracciando (piú o meno negli anni '60) la bieca,defunta,ideologia.
Fascista,secondo quel che andavo capendo man mano che crescevo.
Tra vecchi rottami sconfitti dalla gloriosa "resistenza" ma,colpevolmente,non domi e giovani virgulti che come me,chissà per quale degenerazione molecolare od altro,guardavo alle camicie nere di Mussolini piuttosto che al "radioso futuro" promesso dai capi dell'epoca,bianchi e rossi che fossero (uno lo ricordo bene,si chiamava Napolitano e gli piaceva il Patto di Varsavia).
Per una volta scrivo con riferimenti autobiografici perché non so se sia correto estendere questi ricordi e valutazioni di ieri ed oggi pure agli "altri".
Della mia area o di quella opposta,passando per coloro che ritengano pure opportuno fregarsene di entrambi.
Così riprendo,saltando sinteticamente al dunque.
In una nazione (l'Italia),in un continente (l'Europa) in un mondo dominato e controllato dai vincitori (pure tramite Onu con diritto di veto su tutto),guarda un poco cosa viene fuori : il Fascismo è vivo,vegeto e pure al potere !
Dell'Italia avevo già scritto : con un parlamento pieno di fascisti violenti (vedi vicendevoli scambi di accuse tra pidieini e grillini) e la presenza di ex gerarchi convertiti alla La Russa,Gasparri e soci, viene facile dedurre da chi siamo governati.
Sull'Europa,precedenti a parte,c'è ampia libertà di scelta.
L'Ucraina è oggi retta da un governo "fascista" di forte connotazione razzista (fonte Putin).
L'Ungheria costituisce un pericolo di "infezione" xenofoba per l'intero continente (lo ripetono gli UEisti a Bruxelles e tutti i media loro vicini).
Serbia,Croazia,Romania,Bosnia e Macedonia vedono la presenza di forti componenti "fasciste" di estremo pericolo per le istituzioni democratiche.
Non scriviamo della Grecia,addirittura in rischio di finire "nazista" malgrado la "buona volontà" della "troika" comunitaria.
Poi un lungo elenco,sempre preso da fonti "antifasciste" (facilmente rintracciabili su internet),di "derive" presenti in tutta Europa,dalla Finlandia a Malta.
Che il monarca repubblicano (sempre quello degli anni '50) indica in transito da "populismo a fascismo".
Rischio che,quotidianamente,viene suggellato dalle comunità ebraiche costantemente alla ricerca dei "criminali" di ieri ed oggi.
Ora leggo e vedo,sempre via telematica,che il presidente del Venezuela,Maduro,è sotto attacco "fascista".
Uribe (mi ricorda un gran calciatore,ma non è lui),ex capo di stato colombiano,è alla testa di truppe continentali che si battono in Venezuela ed in tutta l'America del Sud contro "el  pueblo unido".
Oddio,ci siamo pure lì.....,questo ho pensato con un palpitare di emozioni.
Avevo sentito di "camerati nazisti" fuggiti da quelle parti a fine guerra,ma pensavo fossero morti...senza eredi.
Approfondendo un pochino cosa vengo a scoprire ?
Fascisti in Bolivia,Equador,Argentina e Cile,qualcuno si è visto pure in Perù.
E,quì è certificato pure dall'Fbi,fascisti e nazisti sono presenti ed attivi anche negli Usa : malgrado (o forse proprio per questo) Obama,le logge massoniche e Wall Street (piú i soliti ebrei).
Addirittura sembra osino riproporre la secessione del Texas e la annessione dell'Alaska alla Russia.
Finora ho scritto di "fascisti" ufficiali,ovvero di movimenti o partiti che si vedono così definiti,con o senza la loro accettazione.
Ma,nel Mondo,dilaga pure il "fascismo di fatto".
Ovvero..."sei fascista e non lo sai".
Non si salva nessuno,né stato né governo.
Putin...."fascista" ! Obama....pure !
Anche la Cina è "fascista...rossa" (per tibetani e varianti).
Tokio ? Sapeste cosa cova...!
L'Australia ? Su una buona strada a leggere le parole delle organizzazioni umanitarie riguardo le leggi anti-immigrazione.
Mi mancano tanti altri,in primis Assad e consimili,un continente (l'Africa) intero..,ma fa niente.
Sono tanto stupito quanto orgoglioso e fiero di queste verità da volerle comunicare a chi voglia pubblicarle sul web.
Fascismo,altro che morto e sepolto :
il Globo veste camicia nera !

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
http://www.vincenzomannello.it
                                                                                                                                                

martedì 25 marzo 2014

LA CRISI IRREVERSIBILE DEGLI STATI UNITI


ECONOMIA 2014


La crisi irreversibile degli Stati Uniti

di Attilio Folliero

Resi noti i dati del debito estero degli USA di gennaio: Russia e Cina vendono. Inventano che il piccolo Belgio da solo finanzia il gigante USA! 

Gli Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi economica ed il debito pubblico continua a crescere; il 17 marzo (ultimo dato disponibile) il debito pubblico statunitense è arrivato a 17.546, 81 miliardi di dollari, ennesimo massimo storico.

Il 17 marzo sono stati pubblicati anche i dati del debito estero, aggiornati al 31 gennaio 2014. Mentre i dati del debito pubblico totale sono pubblicati giornalmente (aggiornati al giorno precedente), i dati del debito estero sono pubblicati mensilmente, a metà di ogni mese e sono relativi a due mesi anteriori; quindi a metà marzo si pubblicano i dati del debito estero relativi a gennaio, a metà aprile quelli relativi a febbraio e così di seguito.

Il debito estero degli Stati Uniti alla fine di gennaio era 5.832,70 miliardi di dollari, ossia il 33,73% di tutto il debito pubblico statunitense, che al 31 gennaio 2014 era pari a 17.293,02. Come si evince dalle cifre, tra il 31 gennaio ed il 17 marzo il debito pubblico USA è cresciuto di oltre 253 miliardi.

Un terzo del debito pubblico USA è quindi detenuto all’estero. Chi sono i detentori del debito estero? Il principale detentore del debito estero è la Cina che possiede titoli di stato USA pari a 1.273,50 miliardi di dollari, ossia il 21,83% di tutto il debito estero, pari al 7,36% di tutto il debito pubblico statunitense. Al secondo posto tra i detentori del debito estero USA c’è il Giappone con 1.201,40 miliardi.

Anche la Russia ha una importante quota del debito estero USA: 131,80 miliardi di dollari. Con la crisi in Ucraina in atto e le annunciate sanzioni da parte di USA e Unione Europea, la Russia potrebbe decidere di vendere tutti i titoli di stato USA, anzi è probabile che lo faccia o lo stia facendo visto che negli ultimi mesi ha già ridotto la quantità di titoli USA in suo possesso: ad ottobre del 2013 deteneva titoli per 149,90 miliardi; ad ottobre del 2012 la cifra era ancora più alta, ben 171,10 miliardi.

Non solo il governo russo, ma anche i cittadini russi stanno smettendo di investire in USA; è di ieri la notizia, riportata da Bloomberg, che l’uomo più ricco di Russia, Alisher Usmánov, ha venduto le sue azioni di Facebook ed Apple per investire in Cina, comprando azioni di Alibaba, la più importante compagnia di Internet dopo Google, valutata circa 200 miliardi di dollari.
Analizzando i dati del debito estero USA, si nota chiaramente che anche la Cina sta vendendo: a novembre aveva titoli USA pari a 1.316,70 miliardi di dollari, quindi ha venduto titoli per oltre 43 miliardi.

La Cina avendo questa gran massa di titoli USA non può vendere grandi quantità, perché la mancanza di acquirenti farebbe crollare il loro valore ed alla fine a rimetterci sarebbero proprio i principali creditori, a partire dai cinesi. Probabilmente i cinesi venderanno i loro titoli poco per volta.

Anche altri paesi stanno vendendo, per vari motivi, i titoli USA posseduti, anzi sono in aumento i paesi che vendono: tre mesi fa erano 13 i paesi che vendevano titoli USA rispetto al mese precedente; nell’ultimo mese disponibile (gennaio) sono stati 18 i paesi che diminuito il possesso di titoli USA rispetto al mese anteriore, quindi hanno venduto. Oltre a Cina e Russia, stanno riducendo il possesso di titoli USA anche Norvegia, Olanda, Tailandia, Germania, Brasile, Taiwan, Irlanda, Perù, Singapore ed altri.

Se i principali detentori del debito USA continuassero a vendere i titoli USA in loro possesso ciò determinerebbe un crollo del valore di questi titoli. Non solo, gli USA nell’impossibilità di finanziare il loro debito, sarebbero costretti sempre più a ricorrere alla stampa di dollari (il famoso Quantitative easing). Elevare ancora di più il numero di dollari stampati significa accelerare il tracollo della moneta USA, che sarebbe sempre più sostituita da altre monete negli scambi commerciali.

Gli Stati Uniti continuano a mentire sia sul presunto recupero dell’economia, che sull’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di altri stati. Che gli USA non sono mai usciti dalla recessione lo dimostra il fatto che solo il 47% dei cittadini ha un lavoro a tempo pieno, il 40% guadagna meno di 20.000 dollari all’anno e ben 47 milioni di cittadini sopravvivono grazie alle sovvenzioni alimentari del governo. Secondo noi mentono anche sul fatto che ci siano paesi disponibili ad acquistare titoli del debito pubblico statunitense.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto sul debito estero, pubblicato dal Tesoro USA, rispetto a due mesi prima, hanno comprato titoli del debito USA paesi come Hong Kong (+18,60 miliardi), Giappone (+15,00),  i paesi esportatori di petrolio (+10,20), Corea del sud (+9,20), Messico (+7,70) ed altri con un minore investimento. In realtà il totale di tutti i titoli acquistati da questi paesi non avrebbe compensato minimamente i titoli venduti e le nuove necessità, se non fosse intervenuto l’acquisto massivo del governo belga; infatti il Belgio negli ultimi due mesi, secondo i dati pubblicati dal Tesoro, avrebbe acquistato titoli per 109,70 miliardi; addirittura rispetto a dicembre 2012 avrebbe accresciuto il possesso di titoli USA di ben 171,50 miliardi. In definitiva, oggi il Belgio sarebbe il terzo detentore di titoli del debito USA dopo Cina e Giappone. Il piccolo Belgio, dunque starebbe finanziato il gigante USA. Usiamo il condizionale, perché noi riteniamo che questa sia una balla, una invenzione, una manipolazione evidente dei dati: come potrebbe il Belgio acquistare in due mesi titoli USA per quasi 110 miliardi di dollari, quando il suo PIL annuale nel 2012 (ultimo dato annuale conosciuto) è stato di 483 miliardi, tra l’altro in diminuzione rispetto ai 514 miliardi del 2011? Come potrebbe un piccolo paese come il Belgio passare agli USA oltre 100 miliardi di dollari in due mesi?
Visto come stanno le cose, tra due mesi, quando saranno resi noti i dati al mese di marzo, possiamo scommettere che il Belgio arriverà a 400 miliardi di dollari in titoli USA.

Dietro le cifre attribuite al Belgio c’è forse un paese che non vuole o non può apparire come finanziatore degli USA? Oppure, dietro tali cifre si nasconde la stampa di dollari? Non è poi tanto folle ipotizzare ciò, visto che gli USA stanno stampando soldi, ufficialmente ottanta miliardi al mese (Quantitative easing). Ricordiamo che l’operazione di alleggerimento quantitativo o facilitazione quantitativa (in inglese Quantitative easing) è una pratica mediante la quale una banca centrale può creare moneta. La banca centrale crea dal nulla nuova moneta, ossia stampa moneta per acquistare attività finanziarie dalle banche del sistema (azioni o titoli, anche tossici), con effetti positivi sulla struttura di bilancio di queste ultime. L'intervento della Banca centrale può essere diretto anche all'acquisto di titoli di stato, come nel caso degli USA, con l'obiettivo di ridurre i costi di indebitamento dello stato.

Ovviamente questo tipo di politica monetaria ha possibili effetti collaterali, come la iperinflazione. A caso gli USA, attribuendo l’acquisto di titoli di stato al piccolo Belgio, stanno nascondendo una ulteriore stampa di denaro, oltre quella annunciata?

Se così fosse, staremmo assistendo al tracollo degli USA. Il debito pubblico continua ad aumentare ed allo stesso tempo vengono meno i finanziatori per cui si ricorre ad ulteriore stampa di dollari. Ovviamente se cosi fosse veramente non riuscirebbero a nasconderlo per molto tempo; se adesso ci potrebbe ancora essere qualche bamboccione che crede o fa finta di credere che un paese come il Belgio possa acquistare titoli per 100 miliardi in pochi giorni, fra qualche tempo dovranno inventare un altro paese "amico", ma non potranno certo andare avanti all’infinito.

Come è evidente, Russia, Cina ed altri paesi stanno smettendo di finanziare il debito pubblico USA ed al tempo stesso stanno utilizzando monete alternative al dollaro per il commercio internazionale; ciò semplicemente significa che si avvicina il momento del tracollo del dollaro e degli USA. Con il tracollo degli USA sarà trascinata nel baratro anche l’Europa occidentale.

In ogni caso è evidente che l’economia USA stia cominciando a vacillare proprio a causa del disprezzo verso il dollaro di Russia  e Cina. 

21/03/2014

sabato 22 marzo 2014

VOTARE NON SERVE, L'UE E' SOLO UNA FARSA (di Ida Magli)




 eDITORIALE
Votare non serve,
l'Ue è solo una farsa
di Ida Magli
il Giornale | 15.03.2014
  Renzi “sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo surreale dei suoi sogni.

 È atrocemente squallido invece, e tuttavia altrettanto paradossale, l’affannarsi di tutti i politici per convincere gli italiani a votarli alle prossime elezioni europee, assicurandoli che combatteranno così contro l’euro, contro i tanto odiati burocrati di Bruxelles. Poveri italiani! Non si rendono conto che a coloro che perseguono la mondializzazione distruggendo i singoli Stati, ai veri unici Capi di cui non conosciamo il nome, l’unica cosa che serve è che i cittadini votino, riconoscendo così la validità dell’Unione europea. Non ha nessuna importanza a quale scopo votino: il “parlamento europeo” è una finzione visto che l’Unione europea non è uno Stato. Serve a fornire ricchissime poltrone ai politici, ma il trattato di Lisbona ha certificato l’impossibilità dell’Ue di diventare uno Stato. Soltanto uno Stato, ovviamente, può godere di un “parlamento”, tanto che perfino i costruttori dell’Unione europea non hanno riconosciuto al parlamento un’autonoma capacità di fare leggi. Siamo dunque, anche in Europa, nel mondo surreale di cui parlavamo a proposito di Renzi il quale infatti assicura, navigando a vele spiegate nel suo Superuranio, che si vedrà di che cosa l’Italia è capace quando assumerà con il prossimo semestre la guida dell’Europa.

 In Italia, però, i politici somigliano tutti a dei piccoli e forse meno simpatici “renzi”. Mantenere la finzione rappresenta la parte più cospicua della loro attività. L’impero europeo deve continuare a esistere, o meglio a fingere di esistere agli occhi dei poveri cittadini che del trattato di Lisbona così come dei parametri di Maastricht non sanno nulla. La bandiera europea, che il trattato obbliga ad esporre soltanto nel giorno della festa dell’Europa, in Italia affianca sempre i governanti e sventola perfino sulla caserma del Comando generale dei Carabinieri, non si sa in base a quale precetto. Roma sembra la succursale di Bruxelles o di Strasburgo: è tutto uno sventolio di bandiere celesti piene di stelle che fingono l’esistenza di un Impero immaginario. Dato che non è uno Stato ma semplicemente un’organizzazione internazionale, l’Ue non può concedere nessuna cittadinanza, concessione che pertanto è illegittima; è illegittima la costituzione di una Banca  estranea agli Stati come la Bce (che infatti appartiene per la sua massima parte ad azionisti privati) ed è illegittima, e dunque invalida, la cessione della sovranità monetaria ad una banca privata che i governanti italiani hanno fatto in nome dell’articolo 11 della Costituzione.

 E i famosi parametri di Maastricht, quelli per i quali ci siamo svenati fin dall’inizio quando i cari Prodi, Ciampi, Amato ci esortavano a soffrire pur di poter entrare nell’eldorado dell’euro? Ebbene di quei parametri è stato detto di tutto. Ci si sono messi i maggiori economisti, banchieri, Premi Nobel d’Europa e d’America, a definirli: arbitrari, cervellotici, bislacchi, perfino “stupidi” (parola di Prodi, il quale non si vergogna mai di se stesso), ma Renzi insiste: “Dimostreremo che siamo capaci di tenervi fede”. Surreale, grottesca, folle? Non si trovano parole per descrivere la situazione di degrado logico, di straripamento da qualsiasi regola di ordine politico e sociale, di abbandono di ogni principio di realtà nel quale nuotano ormai senza sapere dove vanno politici, giornalisti, intellettuali. Esaltano l’Europa gridando: “Credo perché è assurdo”.

 È indispensabile che almeno quei gruppi di cittadini che criticano le istituzioni europee, che vogliono la riappropriazione della sovranità sulla moneta e su tutto l’ambito che riguarda la Nazione e il suo territorio, non vadano a votare alle elezioni europee e convincano il maggior numero possibile di cittadini a non andarvi a causa della loro illegittimità. Bisogna che piuttosto si uniscano in un solo partito per ottenere al più presto il ritorno alla legalità con nuove elezioni  e imporre nel parlamento italiano l’uscita dall’euro e dalle normative europee.

Ida Magli
Roma, 13 marzo 2014 


                                                                                                                                                 

mercoledì 19 marzo 2014

CRIMEA: CHI HA VIOLATO IL DIRITTO INTERNAZIONALE ? (di Claudio Moffa)





Crimea: Chi ha violato il Diritto Internazionale?

di Claudio Moffa

Il 25 giugno 1991 la Slovenia proclamò la propria indipendenza dalla Federazione Jugoslava e l’Occidente si precipitò a riconoscerla, Germania e Vaticano in testa: eppure quella decisione proveniva non da un referendum popolare, ma da un semplice voto del Parlamento di Lubiana, e all’epoca rappresentò una palese violazione non solo della Costituzione titoista, ma anche della Carta di Helsinky, fondata come la maggior parte dei trattati ‘regionali’ postbellici (vedi le carte dell’OUA e dell’OSA) sulla saggia intangibilità unilaterale delle frontiere. 

Un quarto di secolo dopo è allo stesso tempo tragico e comico sentir dire alcuni politici nostrani che la Russia starebbe violando essa, e non i golpisti di Kiev, i principi di Helsinky, un trattato affossato proprio dalle trame espansionistiche (verso Est) dell’Europa postbipolare; ed è altrettanto comico e allo stesso tempo irritante leggere sul Corriere il solito trombone dell’oltranzismo occidentale, Bernard Henry Levy, discettare, mentendo, che non sarebbe possibile un paragone col Kosovo. Paragone invero azzeccatissimo, tranne che non si voglia fare un’altra distinzione che quella proposta dal filosofo israeliano: e cioè che mentre la secessione della Crimea è stata sancita da un referendum di popolo plebiscitario e festoso – come ci ricorda Riccardo Fogli in tour proprio in questi giorni da quelle parti – senza cioè alcun atto di violenza, la secessione di fatto del Kosovo da Belgrado fu conseguita grazie ai bombardamenti Nato, e al sostegno delle truppe di occupazione atlantiche all’avanzata delle bande albanesi che andavano occupando terre e abitazioni dei Serbi.

Da una parte la civiltà del popolo russo, dall’altra la barbarie di un Occidente ebbro di illusoria e ambigua perestroika gorbacioviana: quello stesso Occidente che proprio a partire dal 1991 – crisi jugoslava e prima guerra d’Iraq – ha dato il via alla crisi verticale del Diritto internazionale postbellico, grazie al principio di cosiddetta ‘ingerenza umanitaria’ e ai connessi nuovi istituti giuridico-internazionalisti (no fly zone, protezione dei civili e delle minoranze, tribunali penali con potere di arresto e condanna di capi di stato e interi governi - Ruanda, Liberia, Jugoslavia, Sierra Leone), tutti finalizzati alla messa in sordina e alla distruzione del principio cardine della Carta di San Francisco, e cioè la sovranità e l’integrità degli Stati membri della Nazioni Unite. 

Certo, da questo punto di vista si possono trovare difetti in alcuni comportamenti di Mosca durante la crisi ucraina, ma essi non solo sono stati una reazione legittima al golpe di Kiev, non solo sono nulla rispetto ai delitti compiuti nell’ultimo quarto di secolo, in tutti gli scacchieri di crisi, dagli anglo-americani e dai loro seguaci in Europa e in Medio Oriente, ma inoltre e soprattutto sono stati atti necessari per ristabilire un equilibrio di forze nelle relazioni internazionali, equilibrio che dai tempi di Grotius è il fondamento ineludibile, la base ‘strutturale’ di ogni vero Diritto internazionale. L’alternativa sarebbe solo la legge della giungla. 

Putin da questo punto di vista si riconferma un grande, coerente col suo discorso di Monaco del 2007 – basta col monopolarismo, ci vuole una gestione multipolare del pianeta – e con la sua linea di fermezza e di pace, come quando bloccò il cowboy Kerry e il debole Obama nei loro tentativi pazzeschi di scatenare la guerra contro la Siria. La crisi siriana è rientrata, adesso tocca alla Crimea.

18/03/2014

                                                                                                                                         

domenica 16 marzo 2014

CONTRO LE ELEZIONI EUROPEE - di Ida Magli -




 eDITORIALE
Contro le elezioni europee
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 13.03.2014
  Renzi “sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo surreale dei suoi sogni.

 È atrocemente squallido invece, e tuttavia altrettanto paradossale, l’affannarsi di tutti i politici per convincere gli italiani a votarli alle prossime elezioni europee, assicurandoli che combatteranno così contro l’euro, contro i tanto odiati burocrati di Bruxelles. Poveri italiani! Non si rendono conto che a coloro che perseguono la mondializzazione distruggendo i singoli Stati, ai veri unici Capi di cui non conosciamo il nome, l’unica cosa che serve è che i cittadini votino, riconoscendo così la validità dell’Unione europea. Non ha nessuna importanza a quale scopo votino: il “parlamento europeo” è una finzione visto che l’Unione europea non è uno Stato. Serve a fornire ricchissime poltrone ai politici, ma il trattato di Lisbona ha certificato l’impossibilità dell’Ue di diventare uno Stato. Soltanto uno Stato, ovviamente, può godere di un “parlamento”, tanto che perfino i costruttori dell’Unione europea non hanno riconosciuto al parlamento un’autonoma capacità di fare leggi. Siamo dunque, anche in Europa, nel mondo surreale di cui parlavamo a proposito di Renzi il quale infatti assicura, navigando a vele spiegate nel suo Superuranio, che si vedrà di che cosa l’Italia è capace quando assumerà con il prossimo semestre la guida dell’Europa.

 In Italia, però, i politici somigliano tutti a dei piccoli e forse meno simpatici “renzi”. Mantenere la finzione rappresenta la parte più cospicua della loro attività. L’impero europeo deve continuare a esistere, o meglio a fingere di esistere agli occhi dei poveri cittadini che del trattato di Lisbona così come dei parametri di Maastricht non sanno nulla. La bandiera europea, che il trattato obbliga ad esporre soltanto nel giorno della festa dell’Europa, in Italia affianca sempre i governanti e sventola perfino sulla caserma del Comando generale dei Carabinieri, non si sa in base a quale precetto. Roma sembra la succursale di Bruxelles o di Strasburgo: è tutto uno sventolio di bandiere celesti piene di stelle che fingono l’esistenza di un Impero immaginario. Dato che non è uno Stato ma semplicemente un’organizzazione internazionale, l’Ue non può concedere nessuna cittadinanza, concessione che pertanto è illegittima; è illegittima la costituzione di una Banca  estranea agli Stati come la Bce (che infatti appartiene per la sua massima parte ad azionisti privati) ed è illegittima, e dunque invalida, la cessione della sovranità monetaria ad una banca privata che i governanti italiani hanno fatto in nome dell’articolo 11 della Costituzione.

 E i famosi parametri di Maastricht, quelli per i quali ci siamo svenati fin dall’inizio quando i cari Prodi, Ciampi, Amato ci esortavano a soffrire pur di poter entrare nell’eldorado dell’euro? Ebbene di quei parametri è stato detto di tutto. Ci si sono messi i maggiori economisti, banchieri, Premi Nobel d’Europa e d’America, a definirli: arbitrari, cervellotici, bislacchi, perfino “stupidi” (parola di Prodi, il quale non si vergogna mai di se stesso), ma Renzi insiste: “Dimostreremo che siamo capaci di tenervi fede”. Surreale, grottesca, folle? Non si trovano parole per descrivere la situazione di degrado logico, di straripamento da qualsiasi regola di ordine politico e sociale, di abbandono di ogni principio di realtà nel quale nuotano ormai senza sapere dove vanno politici, giornalisti, intellettuali. Esaltano l’Europa gridando: “Credo perché è assurdo”.

 È indispensabile che almeno quei gruppi di cittadini che criticano le istituzioni europee, che vogliono la riappropriazione della sovranità sulla moneta e su tutto l’ambito che riguarda la Nazione e il suo territorio, non vadano a votare alle elezioni europee e convincano il maggior numero possibile di cittadini a non andarvi a causa della loro illegittimità. Bisogna che piuttosto si uniscano in un solo partito per ottenere al più presto il ritorno alla legalità con nuove elezioni  e imporre nel parlamento italiano l’uscita dall’euro e dalle normative europee.

Ida Magli

13 marzo 2014

                                                                                                                   

sabato 15 marzo 2014

SESSO E COCAINA


 La Guardia di Finanza di Fiumicino ha arrestato Federica Gagliardi trovata in possesso di 24 kg di cocaina.
Federica Gagliardi è stata assistente di un Assessore della giunta Veltroni, poi candidata per far numero nelle liste dell’Italia dei Valori di Di Pietro, accompagnatrice del consigliere comunale di  Roma per A.N. Orsi al quale Alemanno ritirò poi le deleghe perché coinvolto in un giro di prostitute e cocaina, poi ancora è stata nello staff di Renata Polverini futura presidente della regione Lazio e, infine, al culmine della sua carriera politica (politica per modo di dire!!), accompagnatrice di Silvio Berlusconi alla riunione del G8 del 2010 in Canada e alla relativa cena con i capi di Stato (!!),  ma anche durante i viaggi a Panama e in Brasile.
Proprio per la sua costante presenza accanto a Berlusconi nelle cerimonie ufficiali di quel periodo fu soprannominata la “Dama Bianca”.
Qualcuno penserà (o troverà comodo dire) che si tratta della classica mela marcia, ma non è così!
Gianpaolo Tarantini, organizzatore di festini con escort nella residenza romana di Silvio Berlusconi e in Sardegna, oltre ad essere coinvolto nello scandalo della sanità pugliese,  è stato condannato a 2 anni e 2 mesi per detenzione e spaccio di cocaina data alle numerose ragazze ed escort della sua (si fa per dire) scuderia.
L’olgettina Marystell Polanco, assidua frequentatrice dei festini di Arcore assieme ad altre “escort” che vivevano in via dell’Olgiata negli appartamenti pagati da Berlusconi, è stata denunciata perché nel suo appartamento e in un garage del suo convivente Carlos Ramirez De Luca sono stati sequestrati complessivamente 12 kg di cocaina.
Anche Sabina Began, detta l’Ape Regina delle “olgettine”, ha frequentato per un certo periodo un trafficante di cocaina albanese.
Come si vede le mele marce abbondano e, stranamente, frequentano tutte lo stesso cestino o ambiente.
Magari sarebbe il caso di fare una bella indagine a fondo e......senza guardare in faccia a nessuno!
Adriano Rebecchi
Nazionalpopolari del Verbano-Cusio-Ossola e Novara 
                                                                                                                                                                           

giovedì 13 marzo 2014

IL MERCATO DELLE DONNE




 eDITORIALE
Il mercato delle donne
di Ida Magli
il Giornale | 07.03.2014
  Oggi si è inceppato l'iter della nuova legge elettorale di fronte a una questione, quella dell'immissione delle quote femminili che, in base anche al clima sociale e politico formatosi negli ultimi tempi, si riteneva fosse ormai un dato pacificamente acquisito. Sono passati molti anni dalle prime accesissime battaglie in proposito e non dovrebbe più essere necessario fermarsi a spiegare come il sistema brutale del «rendere giustizia» ai gruppi svantaggiati, come è stato fatto negli Stati Uniti d'America per i neri e le donne, fissando in partenza le quote a loro riservate nelle sfide politiche, nei concorsi universitari, nelle borse di studio, ecc., pur essendo in apparenza il più semplice e diretto, abbia portato a conseguenze così pesantemente negative da indurre in molti casi gli stessi gruppi «protetti» a rinunciarvi. Conseguenze negative ovviamente per l'abbassamento del prestigio, implicito per coloro che «vincono» in base alle quote riservate.

 Per quanto riguarda l'Italia, però, dove il sistema delle quote arriva soltanto oggi e soltanto nella lotta politica, l'analisi bisogna svolgerla tenendo conto non soltanto delle ricadute negative sperimentate in altri Paesi, ma anche e soprattutto del fatto che le donne ormai sono «arrivate». Arrivate con le proprie forze, senza l'aiuto di nessuno, senza quote, a volte anche dileggiate per la loro volontà di partecipazione alla vita sociale, accollandosi, sia pure brontolando, il famoso «doppio lavoro», quello di casa e quello di fabbrica o d'ufficio. Accettare l'idea delle quote sarebbe un passo indietro, come confessare di essere una specie da proteggere, distruggendo così anni di conquiste che le donne sono riuscite a raggiungere da sole. In molti campi hanno costretto ai margini gli uomini diventando maggioranza o facendosi apprezzare più degli uomini. Nella scuola di ogni ordine e grado, per esempio, l'Istat ci dice che le insegnanti di ruolo sono l'82%; nella medicina di base e in diverse specialità cliniche le donne sono numerosissime e stimate per la loro disponibilità e competenza più degli uomini. Nel campo del giornalismo la situazione è sotto gli occhi di tutti: le inviate da ogni parte del mondo affollano i telegiornali.

 Gli esempi naturalmente potrebbero continuare, ma mi fermo qui: c'è una strana passione di alcuni uomini nel battersi per rivendicare i diritti delle donne nel campo dell'unico Potere che sta loro a cuore, quello maschile per definizione, quello politico, imponendo le quote, la parità. Diffidiamo: sembrano voler dire «gestiamo noi le donne, prima che i posti se li prendano da sé e ci superino». No, fermiamoli noi. Fermiamo tutti, uomini e donne che vogliono imporre le quote, che sono solo il miglior modo per continuare a pensare che le donne siano inferiori.

Ida Magli


                                                                                                                                                     

martedì 11 marzo 2014

INDULTO, AMNISTIA E REATI D'OPINIONE

Indulto, Amnistia e reati d’opinione!

Scritto da Andrea Miglioranzi   

Indulgere – da cui indulto – vuol dire addolcire,mitigare una qualche pena o sanzione.
Amnistiare – da cui amnistia – significa invece dimenticare, condurre all’oblio.
In Diritto, l’indulto si limita a elidere (in tutto o in parte) la pena inflitta e ha come necessario presupposto l’accertamento della responsabilita’ e, dunque, la celebrazione del processo in tutte le sue fasi.
Al contrario l’amnistia, estinguendo il reato, rende superfluo l’accertamento della responsabilita’ e, quindi, il processo!
Nel rapporto del CSM del 9 novembre scorso si fa chiaro, se non esplicito riferimento ad una amnistia generale, in quanto la macchinosa e lenta burocrazia della Giustizia, si troverebbe a celebrare migliaia di processi inutili con un dispendio di risorse economiche a dir poco impressionante .
Le cifre impietose recitano addirittura 8 su 10!
Seppur questo sia vero, lor signori togati e non del CSM, come intendono tener conto delle c.d. pene accessorie e dell’affermazione di responsabilita’ penale del reo?
Lungi da me far morale, ma quello che colpisce e’ l’insensibilita’ per le vittime dei reati. E per i loro parenti!
Se l’amnistia, infatti, libera i tavoli dei giudici da reati anche gravi come truffa, furto, violenza, inquinamento, edilizia, di reati contro l’economia come l’aggiotaggio, falsi materiali e cosi via, di contro viene malevolmente da pensare che il Centrosinistra, aspiri al primato di un azzeramento dei processi che, a sua volta, comporti la registrazione di un basso tasso di pendenze, da esibire come trofeo nel futuro!
Sarebbe, pero’, uno squallido scalpo di uno Stato che abdica ad un potere fondamentale sul quale poggia la Pace Sociale e la mortificazione della gente per il dispregio che la magistratura sarebbe in grado di consumare per gli interessi primari di una Societa’ sana, in quanto tali protetti dalle sanzioni penali.
Concludo ricordando che l’indulto concesso da questo governo, ha visto bene di farne beneficiare anche a coloro che si sono resi protagonisti di reati ripugnanti, ma si e’ben guardato di includere tra i beneficiari stessi, coloro che sono stati colpiti dalla c.d. Legge 205/93 che colpisce i reati d’opinione!
Complimenti!!!

                                                                                                                                          

venerdì 7 marzo 2014

VENDOLA - RIVA E L'ILVA

...E' NOI VIVREMO D'INTRALLAZZO...LA FATIA LA FA STO C....!








                                                                                                                                                     

giovedì 6 marzo 2014

Satira SPETTACOLI INTELLIGENTI TELEVISIVI - Ercolina Milanesi -


Satira

SPETTACOLI INTELLIGENTI TELEVISIVI

Gli americani hanno le “bombe intelligenti” ma noi, per non essere inferiori alla Grande Mela, abbiamo ideato spettacoli televisivi di una stragrande intelligenza che denota la grande cultura posseduta dagli italiani.
Le male lingue criticano spesso a vanvera ed esprimono opinioni a casaccio, tutti sputa sentenze, ma ciò che ci offrono le varie televisioni Rai e Mediaset: “Il grande fratello” e “L’Isola dei famosi” sono il non plus ultra che si possa vedere nel mondo.
Con quanta ansia si attendono queste meraviglie. Nelle famiglie si fa a gara per sedersi sulla poltrona più comoda, dolciumi e beveraggi a portata di mano e ammettiamolo pure un bel pacchetto delle sigarette preferite, alla faccia di chi vieta il fumo.
Allo scoccare dell’inizio dello spettacolo silenzio assoluto poiché non si deve perdere neppure una sillaba di ciò che dicono questi bravi, ottimi personaggi che tanta gioia danno al nostro cuore e ci fanno vivere i loro momenti.
Prendiamo ad esempio “Il Grande fratello”: come sono carini, educati, istruiti questo gruppetto che vive all’unisono una grande avventura. Che felicità devono provare vivere sempre insieme, mangiare insieme, insomma fare tutto di tutto ciò che permette la convivenza in una piccola casa. Quando giocano come bambini, perché sono dei bambinoni, fanno una tenerezza che commuove, sono, veramente, da invidiare. Anche quando litigano, ma lo fanno per scherzo s’intende, sono adorabili; se, poi, senza volerlo sfugge una parolina piuttosto osè, non sono criticabili affatto perché è il nuovo gergo della lingua italiana. A chi non è mai successo di dire la famosa parolina di Cambronne quando si è un pochino nervosetti? E quando si lasciano andare a qualche effusione di affetto (non dico amore perché troppo educati lasciarsi andare a gesti troppo intimi davanti alle telecamere, se mai lo fanno di notte a telecamere spente) in famiglia si lasciano andare a gridolini di eccitazione, quasi di invidia.
Davvero un bello spettacolo questo “Grande fratello” che spero non abbia mai fine perché il popolo lo vuole, lo adora e guai a chi ha il coraggio di non ripeterlo ogni anno.
E la pubblicità che ne deriva per alcuni, in special modo chi vince subito scritturato per qualche show ed interviste ben pagate, come la mettiamo? Ai posteri l’ardua sentenza, però meglio dire a coloro che seguono questo programma.
E “L’Isola dei famosi” non è forse uno spettacolo da far invidia a tutti ? Pensare che questi famosi (perché poi famosi non so spiegarlo, ma se  lo dicono lo saranno davvero ) che vivono come Robinson Crosuè su un’isola deserta, devono procacciarsi il cibo per non morire di fame, ripararsi dalle piogge sotto le fresche frasche e passare ore ed ore sotto il sole cocente in succinti bikini, senza trucco alcuno ( e questa è una fregatura perché al naturale possono dare delusione ) buttarsi in mare per rinfrescarsi non sono forse degli eroi? Ammettiamolo che un po’ di pena la fanno per i sacrifici che devono compiere per….tanti, tanti euro. Ecco che pure io sto diventando una invidiosa dalla lingua biforcuta.
Logico che, ogni tanto, scappi una litigatina, tipo quella vista al telegiornale: donne che si accapigliavano, si stazzonavano, volavano sberle, per non dire il turpiloquio che usciva da quelle belle boccucce, tipo…mi censuro da sola, altrimenti il mio editore mi elimina.
Però son certa che al pubblico è piaciuta quella bella litigata che ha dimostrato quanto noi donne ( chiedo venia al mio sesso, ma è la verità) quando partiamo, partiamo in tromba e guai a chi ci vuole dividere perché si troverebbe ad essere il capro espiatorio.
Riflessione: ma se sull’isola devono vivere da soli come mai vi è una telecamera che li riprende e ci ha rallegrato non poco nelle baruffe chiozzotte femminili ?
Meglio non indagare e vivere nell’illusione che tutto ciò che varie televisioni ci propongono sia oro colato.
Confessione: sono una gran bugiarda !
La TV ci propone dibattiti dei “ molto onorevoli asini”, programmi deficienti come “Il Grande Fratello” e “L’Isola dei famosi”, un connubio di microcefali che parlano sgrammaticato, dialettale, volgare e vi sono pure degli spettatori che li seguono e ciò mi addolora non poco e non vorrei passare per una montata, penso solo ai nostri letterati, al divino Dante che, son certa, oltre a rivoltarsi nella tomba, sarà felice di non vivere in questa epoca dove la cultura è divenuta pura utopia !

                                                                                                                                                                                 

martedì 4 marzo 2014

FLIK E FLOK A SEBASTOPOLI...?



 FLIK E FLOK A SEBASTOPOLI...?

Arriveranno i bersaglieri in Crimea al seguito delle truppe UEiste della Nato ?
Eh...,mica è una cavolata pensarlo.

Nel 1853 lo zar Nicola I attaccò l'impero ottomano rivendicando la tutela dei "luoghi santi" (guarda caso).
Sembra storicamente accertato che non si aspettasse l'intervento armato di Francia ed Inghilterra a fianco dei turchi.
Figuriamoci poi di quello del Regno di Sardegna che non sapeva neppure cosa fosse.
L'errore gli costò caro : si ritrovò (questo interessa oggi) con la fortezza ed il porto di Sebastopoli assediati per annientare la flotta russa.
L'Europa degli imperi si era compattata,in quel 1855,tra corpi di spedizione militari ed appoggio politico di Prussia ed Austria.
Nel settembre di quell'anno Sebastopoli cadeva,poco dopo terminava la guerra di Crimea con il nuovo zar Alessandro II che le aveva buscate di brutto dagli europei (mi si perdonino errori,omissioni e sintesi eccessiva).
Oggi,a distanza di 160 anni,ci (ri)troviamo quasi nella medesima situazione.
Lo zar Putin,per "tutelare" i luoghi sacri alla Madre Russia,usa Sebastopoli per muovere le truppe minacciando sfracelli.
Oddio,non è che abbia tutti i torti : l'Ucraina ha visto una rivoluzione armata, fomentata e foraggiata da UEisti ed americani ,rovesciare un governo ed un presidente legittimamente eletti.
Con,ovvio contorno dati i precedenti storici,inizio di minacce concrete ai russofoni presenti sul territorio ed innesco di probabilità di guerra civile.
Oggi l'impero vero è uno,quello Usa,ed Obama ha subito minacciato Putin e la Russia qualora si attenti all'integrità dell'Ucraina. L'Europa balbettante aspetta ordini da Washington,intanto ammonisce lo zar facendo la faccia feroce.
Cosa farà Putin ? Metterà in sicurezza la Crimea e la parte ucraina di territorio russofono inviando le truppe a protezione di una reale volontà popolare ?
Oppure cercherà una soluzione politica che limiti i danni del passaggio dell'Ucraina sotto la bandiera UEista ?
Non lo possiamo sapere in questo momento,non sono decisioni facili per l'unico capo di stato realmente non assoggettato ai padroni stelle e strisce a cavallo tra Occidente ed Oriente.
In caso di accordo "pacifico" Putin perderà,oltre l'Ucraina,pure la faccia.
E,con il tempo,si ritroverà a Mosca gli UEisti in piazza.
Se opterà per la difesa militare dei russi ucraini rischierà un intervento della Nato.
Ed allora davvero potremmo rivedere i bersaglieri sotto Sebastopoli.
Flik e Flok....di corsa in Crimea.

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello