martedì 30 settembre 2014

Scritti di Edoardo Longo, avvocato e uomo libero.


Edoardo Longo

Scritti di Edoardo Longo, avvocato e uomo libero.



Gli affezionati Lettori di ANTIZOG di Politica On lIne, hanno dedicato una sezione del loro Forum a raccogliere alcuni miei scritti politici, come risposta di Uomini Liberi alla aggressione criminale del sottoscritto ad opera delle toghe sioniste della procura di Pordenone e dei loro camerieri in toga forense del locale consiglio dell' ordine degli avvocati, retto da uno stretto amico del PM  aggressore, ed entrambi frequentatori dei medesimi circoli ultra-sionisti che gravitano attorno alla base militare USA di Aviano, di cui entrambi sono comandanti onorari, per meriti che non conosciamo e che ci piacerebbe sapere, anche se una vaga idea ce l' abbiamo , avendo provato sulla propria pelle i loro " bombing" giudiziari illegali di " amici di Israele".



 A questi metodi, che fanno ribrezzo e che sono incompatibili  con una società libera e democratica, gli amici di P.O.L. hanno replicato ripubblicando miei articoli sgraditi a questa lobby liberticida. Gli articoli oggi non sono più visualizzabili su P.O.L., perchè tale sito ha cambiato indirizzo e server, ma è possible leggerne gran parte, raccolti in antologie, nei libri pubblicati dalla mia casa editrice.



Per consultare la mia bibliografia personale e trovare i testi che vi interessano, consultate il sito Opere di Edoardo Longo a questo link :



Inoltre, segnaliamo il link delle EDIZIONI DELLA LANTERNA, che hanno l' esclusiva della pubblicazione dei libri dell' avvocato Edoardo Longo e sono specializzate in testi politicamente controcorrente e sulla malagiustizia :
Il sito ufficiale della attività professionale di avvocato penalista dell' avvocato Edoardo Longo  ( STUDIO LEGALE LONGO ) è invece reperibile a questo link :




 
 

sabato 27 settembre 2014

ISIS: MA CHE... SONO DIVENTATO SCEMO?


È quel che mi chiedo (senza preoccuparmi troppo,e questo potrebbe avvalorare il rischio) leggendo i giornali,ascoltando la radio e scorrendo le notizie su internet che trattano di Isis e complementari.
Decapitazioni in video,BombObama ovunque,Hollande ultimo entrato,Italia nella "coalizione" (ma facendo cosa ?),il Papa a rischio,Assad d'accordo (questa poi !!),il Belgio bombarda (pure lui...!),discussioni infinite all'Onu,i paesi arabi (sunniti) al seguito e via dicendo o scrivendo....che casino !!
Come può un normale cittadino italiano,mediamente (male)informato dai media TUTTI orientati unilateralmente contro il Califfo e senza "diritto di replica",
assimilare informazioni piú corrette per poi farsi una propria opinione ?
Non può...anche perché chi vuole (volesse) dire o scrivere qualcosa di differente rischia pure una incriminazione per favoreggiamento del terrorismo o perlomeno un linciaggio mediatico.
Però,almeno su internet,mi rendo conto che "filtrano" notizie differenti ed analisi alternative e controcorrente....e che esistono persone e testate che non intendono portare il cervello all'ammasso.
Io,nel mio modestissimo "piccolo", mi reputo una di queste e di conseguenza mi comporto.
Analizzando ciò che riesco a sapere e cercando di sintetizzare il piú semplicemente possibile senza troppe "dietrologie" che confondono ancor piú le idee.
Rimetto pertanto un poco di ordine per quanti vorranno pubblicare e leggere quanto sotto,ribadendo che (mi paro il sedere) non posso essere considerato "tifoso" dell' Isis perché pubblicamente ne ho denunziato il pericolo difendendo Assad e la Siria ieri e Gheddafi e la Libia prima ancora dal pericolo del "fondamentalismo".
Punto primo,da non dimenticare mai :
sono gli occidentali,con in testa gli Usa,che hanno portato la guerra in quelle zone invadendo stati sovrani,rovesciando governi ed assassinando capi di stato.
Inutile cercare le "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein,Gheddafi ed Assad....quelli che le hanno sono BombObama ed il suo protetto Israele,scrivo una inesattezza  ?
"Esportare la democrazia"...vediamo quale risultato hanno ottenuto gli Usa ed alleati Nato in Irak,Afghanistan,Libia,Siria massacrando sotto le bombe "intelligenti"  migliaia di bimbi e donne innocenti e musulmani  ?
Se aggiungiamo l'azione parallela in Egitto,Yemen,Somalia ed affini il quadro è ancora piú sconfortante.
Punto secondo : l'Isis ha combattuto e combatte tuttora una spietata guerra "interna" all'Islam.
Califfato del Levante...,Irak,Siria...magari Cirenaica e poi quel che Al Baghdadi sognerà di aggiungere...ma "interno" ai paesi musulmani.
Roma e l'occidente li ha messi "a rischio" ora..."dopo" il solito intervento armato americano lanciato da BombObama e soci. È falso quel che scrivo ?
Con il carico che gli Usa avevano finanziato ed armato Isis contro Assad....le foto del  Califfo con Biden sono un fotomontaggio ?
Punto terzo : ma dico (scrivo)....qualunque essere che abbia un minimo di cervello pensante può credere che Isis accetti supinamente di farsi massacrare dalle bombe della "coalizione" o che il Califfo se ne stia tranquillo ad aspettare l'arrivo del solito "drone assassino" ?
Logico e naturale che si difenda ed offenda come può...istillando la paura in Occidente,per ora tagliando le teste dei malcapitati in suo possesso.
Ma chi può escludere di peggio,specie se entrassero in azione i kamikaze islamici ?
Quindi,in conclusione,orrore per le teste tagliate (specie se occidentali),sdegno e tutto quel che volete.
Ma pretesa di vedere i video (che i droni riprendono) delle vittime dei bombardamenti americani ed europei compresi quelli dei bimbi colpiti ed ammazzati "per sbaglio".
Solo così si potrà avere un quadro piú realistico degli avvenimenti ed una visione completa della "barbarie umana" (islamica e non).
E magari io non mi considererò (per ora) "scemo".

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello


giovedì 25 settembre 2014

Il Nuovo Ordine dell'Europa: Distruggere Ogni Differenza - di Ida Magli -


Il Nuovo Ordine dell'Europa: Distruggere Ogni Differenza
 
di Ida Magli
All'inizio degli anni Novanta le scienze umane sono state fatte sparire dall'orizzonte dell'informazione di massa, semplicemente con il silenzio, non parlandone più. Dato l'enorme entusiasmo che avevano suscitato nel periodo che va dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni Novanta, il fatto che nessuno abbia fatto rilevare questa sparizione sarebbe «strano» se non rappresentasse la conferma che la sparizione è stata voluta.
Le cattedre ovviamente sussistono, ma le loro scienze non fanno più notizia. Contemporaneamente sono state eliminate dalle scuole, per ordine dell'Ue, antiche, nobilissime e essenziali discipline come la geografia, la letteratura latina e greca con le lingue corrispondenti, riducendole tutte a fantasmi, innocui brandelli di un sapere inesistente. Perfino la storia, privata di tutti i contributi metodologici di cui l'epoca moderna l'aveva arricchita, sembra diventata un residuo d'altri tempi, impotente a dare agli uomini quella consapevolezza di se stessi che ne è il frutto principale, conquista fondamentale della civiltà europea. Anche questo è stato deciso e messo in atto nel più completo silenzio.
Sembra di vivere in una società di analfabeti, dove nessuno è in grado di valutare e di esprimere un giudizio su simili provvedimenti. Eppure anche soltanto il corpo insegnanti italiano (ma il decreto riguarda tutte le scuole dell'Ue) è costituito da circa un milione di persone. Come mai non hanno protestato, non hanno espresso il loro parere su una decisione così grave? Di fatto i governanti, provvedendo a educare tutti con le scuole di Stato, hanno dettato anche il tipo di insegnamento cui i sudditi debbono essere sottoposti, tipo d'insegnamento che possiamo riassumere nel dato che segue: gli studenti debbono studiare in modo da non imparare nulla, o quasi.
Per prima cosa non debbono imparare a «pensare», a che cosa serva «pensare», a che cosa serva «conoscere»; di conseguenza, debbono imparare tutto senza imparare nulla su di sé, sulla propria vita, sul proprio ambiente, sul proprio gruppo, sulla propria storia, sulle istituzioni e sul potere che le regge. Sembra evidente che tutto questo sia stato programmato in vista dell'ideologia di chi comanda in Europa, o almeno di quello che si suppone sia questa ideologia: l'omogeneizzazione mondiale, la formazione di persone tutte uguali: i «cittadini del mondo».
È obbligatorio, pertanto, insegnare ai ragazzi quale sia la verità sul sesso stabilita dal Potere. Non quella che il bambino vede, sente, tocca su di sé da quando è nato, quella della natura che ha fornito il pene e l'utero per la prosecuzione della specie, Dna diversi fra maschi e femmine, così come ha fornito gli occhi per vedere, i polmoni per respirare, ma quella del gender (termine che non viene mai tradotto vista la sua ambiguità). Che poi è ovviamente quella imposta dagli omosessuali «maschi» e che l'Italia ha approvato: si è maschi o femmine, o anche trans, se l'individuo crede o pensa o desidera, o «sente» di esserlo. Il Consiglio d'Europa ha fornito la traccia obbligatoria per tutti. Al Policlinico di Bari si effettuano cambiamenti di sesso con 170mila euro a intervento forniti dalla Regione Puglia, stanziamento che naturalmente serve a incrementarli.
Perché si vogliono rendere più frequenti e «normalizzare» i cambiamenti di sesso caricandone la spesa sulle spalle della società? La spiegazione va cercata nel loro desiderio di integrazione. Le tecniche chirurgiche odierne facilitano questo scopo, anche se si tratta di operazioni di per sé molto complesse, e che lasciano sempre, o quasi sempre, conseguenze negative fisiche e psicologiche.
Una cosa, però, la si può dedurre con sicurezza da questi comportamenti: nella direzione di senso impressa all'Europa dal Laboratorio per la Distruzione l'uguaglianza finale non sarà soltanto quella delle idee, della lingua, della religione, della Patria, ma anche fisica. L'uguaglianza che si persegue, però, è il più possibile «indistinta», di cui il modello è il «trans».
Quello che abbiamo davanti oggi, dunque, in Occidente, è il mondo della non-forma che pretende di diventare modello prevalente sulla forma. È ciò cui tende il Laboratorio per la Distruzione: nulla è più debole della non-forma. Come è ovvio, sul grigio cui si sta riducendo l'Europa, debolissimo di per sé, vincerà il «nero».
Si tratta, dunque, di preparare i giovani a non appartenere a nulla, a non identificarsi in nulla, a non sapere orientarsi sessualmente ma anche geograficamente, come è stato affermato con semplicità eliminando la geografia dagli insegnamenti scolastici: a che servirebbe visto che il pianeta appartiene a tutti? Perfino della psichiatria e del problema dei malati di mente, di cui si era discusso in Italia con grande passione dal '68 in poi a causa delle teorie di Franco Basaglia sulla necessità di chiudere i manicomi e di liberare i pazienti da una vita presso a poco carceraria, adesso non si sente più parlare. Non esistono più malati di mente? Come si curano? Come se la cavano i parenti nell'assisterli? Non lo sappiamo. È evidente che l'informazione in proposito è stata messa a tacere.
Articolo pubblicato sul sito de Il Giornale

Link diretto: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/970003.html
                                                                                                                         

martedì 23 settembre 2014

LETTERE DAL CARCERE PER REATI DI OPINIONE ! (con video)



Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico. AVV. E. LONGO

LETTERE DAL CARCERE PER REATI DI OPINIONE !

Riceviamo una nuova lettera di Mirko Viola, la cui carcerazione prosegue senza fine con pretese " cautelari", nonostante gli accusati abbiano aderito al " rito abbreviato" e il processo ( processo ? ..  il " rito abbreviato" è letteralmente una farsa di processo...) ormai alla fine.
Dalla lettera, molto dura e che pubblichiamo integralmente, per rispetto ad una persona innocente, in carcere solo per aver espresso una opinione diversa da quelle dei " padroni del vapore", emerge il reale senso di questo assurdo processo, un senso che i media asserviti alla potente e danarosa lobby dell' industria dell' Olocausto, tacciono a bella posta, grati alla mano del padrone che gli concede l' osso...

 I nodi vengono al pettine, e il carattere liberticida del processo emerge in tutta la sua evidenza : altro che reati truculenti , questi giovani sono in carcere per aver cercato  Verità, una verità scomoda per una certa lobby, che sul pianto e la millenaria lamentela ha fondato le sue fortune  e le disgrazie degli " altri", del resto considerati da questa specie di razza superiore , alla stregua di " gojim", cioè animali, non umani.... " umani " loro......
E' inutile che gli ipocriti  fingano di non capire che  il senso di questo processo, che assomiglia sempre di più ad un  sacrificio rituale , non sia questo . Si pensi a Socrate, che venne incarcerato dal potere dell' epoca e fu costretto a bere la cicuta per " togliersi di torno".

domenica 21 settembre 2014

AVV. Edoardo Longo -- L' ANNO GIUDIZIARIO E LE PROVOLE DI BAGARELLA

L' ANNO GIUDIZIARIO E LE PROVOLE DI BAGARELLA


Di Edoardo Longo

Una  festa incombe, atroce per tutti i tartassati da questo regime marcio: la festa dell’“Apertura dell’Anno Giudiziario: peggio della notte dei “morti viventi”, mille volte peggio della peggior notte di “Halloween” :  fra qualche giorno il potere giustizialista delle Toghe d’Ermellino, festeggia un anno di “ordinaria ingiustizia” .  E ne festeggia la riapertura di un altro :  incombente  dopo le loro interminabili ferie estive.

 Come ogni anno, infatti, si danno convegno da tutte le circoscrizioni giudiziarie della regione, i Magistrati della repubblica e i più venerabili Avvocati :  tutti paludati di Toghe d’ermellino e tutti uniti per festeggiare la più micidiale delle ricorrenze statali: “L’apertura dell’Anno Giudiziario”!

Rivestiti delle pelli di innocenti animali, gli ermellini, al pari di come taluni magistrati “ornano” la propria carriera di errori giudiziari sulla pelle di cittadini innocenti, le “Toghe” si danno convegno a settembre, alle prossimità della festa dell’Equinozio d’Autunno, sacra alla stregoneria antica. Già sulle pagine dei servili quotidiani locali si celebrano i “riti” della “truculenta” festività giudiziaria: le “toghe” si auto-incensano della propria presunta bravura in nome della “Giustizia” . Ma quale Giustizia?



Il sottoscritto  vorrebbe ricordare alla cittadinanza immemore, uno dei casi più interessanti affrontati con raro vigore e sprezzo del percolo dalle “toghe d’ermellino” della Giustizia italiana della città di Pordenone ,  quello che potremmo riassumere come il  tragico caso de “Le Provole di Bagarella” …  Ricorda ancora la cittadinanza pordenonese , nonostante i lunghi anni passati da allora ?

Tanti anni fa  venne arrestato il pericoloso latitante Bagarella, presunto caporione mafioso.

Durante l’arresto dichiarò: “Durante la latitanza mi sono procurato da vivere vendendo formaggi a Corleone” . Per un errore della traduzione dal siculo all’italiano, alcuni commentatori delle procure riferirono, anziché “Corleone”, “Pordenone” …. Panico nella città nel leggere la notizia !

 Subito intervistato ( non ha perso un minuto per abbrancare un microfono, servilmente offertogli dai media locali) , il procuratore capo della nostra città, senza neppure aver ricevuto chiarimenti in lingua italiana dalla procura siciliana  che aveva arrestato il presunto “mafioso – formaggiaio” , dichiarò gonfiando il torace : “Faremo tutte le indagini per appurare l’attività di Bagarella in Pordenone” . In altre parole : “I formaggi no pasaran”.

Poi, come nei racconti di Guareschi, intervenne il “contrordine compagni”: “Non si tratta di Pordenone, ma di Corleone”!

Ecco una delle tante occasioni in cui è saggio l’invito ai magistrati ad astenersi dai pubblici proclami.

Ci si chiede :  La Procura di Pordenone ha all’epoca subito allertato Polizia Giudiziaria, Carabinieri, Digos, Vigili Urbani, per setacciare il mercato ed i negozi di formaggi, onde trovare le tracce dell’attività del latitante Bagarella?

Sono state sequestrate presunte “provole di Bagarella”?

Sono state perquisite le massaie al mercato per scoprire se nella borsa della spesa occultavano tracce di pecorini o di mozzarelle di origine mafiosa?

Quanto è costato all’amministrazione, e quindi ai contribuenti il “pronto allertamento”, perfettamente inutile ed evitabile con un minimo di buon senso ed intelligenza, effettuato a testa bassa  della procura pordenonese?

Ecco, sarebbe opportuno che durante la trucida festa dell’“apertura dell’anno giudiziario” – manco fosse la Porta Santa del Giubileo! – gli augusti “togati”, avvocati e giudici, riflettessero anche sul caso delle “Provole di Bagarella” e più banalmente sui più grandi risultati dell’attività delle Procure: “Gli errori giudiziari”.. che sovente sono degli autentici ORRORI  .

Buona Festa a tutti, ma, in particolare…. Buona Festa agli innocenti condannati e – mi raccomando – “a buon rendere”! …senza temere la prevedibile e tremenda reazione “giudiziario – corporativa” delle “toghe d’ermellino” che amano solo gli incensatori ma non i critici, parte essenziale di ogni autentica democrazia ,  ma non certo della attuale “democrazia giudiziaria” .

In attesa, perennemente frustrata, che sorga finalmente qualcuno che faccia la festa a queste orrende caricature di magistrati, che insultano la Giustizia. Da scriversi con la G maiuscola, in omaggio alla giustizia vera, quella di Dio, perché quella qui, in Italia, è solo una sua ghignante e trucida caricatura .

Avv. Edoardo Longo

venerdì 19 settembre 2014

EBOLA 3.000....??....


...cosa vuol significare ?
Soltanto che quanti non associno immediatamente la cifra al nome del terribile virus si sono "distratti" dalla notizia.
Oppure che la notizia passata sui media non ha avuto sufficiente risalto.

Fatto sta che giorni fa il Premio Nobel per la "Pace" Obama ha annunziato al mondo la ferma intenzione sua personale di lottare il dilagare dell'Ebola in ogni modo.
Gli Usa invieranno nei tanti paesi africani "a rischio" ospedali,medicine e......soldati !!
Si,proprio "soldati"....militari,gente armata (benissimo) e pronta al combattimento.
Ripeto per quanti non fossero a conoscenza : BombObama manda 3.000 soldati in Africa centrale per "combattere"  l'Ebola.
Pure io,malpensante nato (oh,non "della Nato") verso gli americani,ho avuto difficoltà ad "interpretare" l'annuncio.
Soldati per fermare l'epidemia ? Perché ?
E che tipo di soldati ? La Delta Force ? I Seals ? No,credo i Seals siano meno di 3.000 e forse servono per il Califfo.
La Delta Force  mi lascia perplesso....è di "intervento rapido" e non staziona mai a lungo sul territorio.
Marines...saranno marines,numerosi e possono stare a lungo ovunque.
Qui in Sicilia li abbiamo dal luglio 1943 e,in mancanza d'altro,combattono l'immondizia che appesta l'Isola.
Dubbio atroce : ma sono pochi per poter presidiare il perimetro del focolaio.
Tutto il continente africano é a rischio,la fascia centrale per prima ma pure il resto.
Quindi no,non presidieranno i confini.
Sorveglieranno gli ospedali da campo made in Usa e l'eventuale personale impiegato ?
Possibile ma avrebbero richiesto l'intervento dell'Onu,si sa che i militari yankees sul terreno significano guai per tutti,pure per se stessi.
Allora ? Una volta vidi un film,Cassandra Crossing,in cui un treno ostaggio di terroristi (non dell'Isis) viaggiava verso la catastrofe con a bordo provette di un terribile virus frutto della "sapienza" occidentale.
L'eroina di allora (Sofia Loren se non ricordo male) risolse tutto all'ultimo secondo ma....gli americani c'erano (come sempre).
Vuoi vedere che (giuro,non sono "complottista" per partito preso)  è vera la storiella decennale che Ebola sia "creatura" sperimentale a stelle e strisce sfuggita al controllo degli "scienziati" ?
E che ora,per isolare davvero i focolai ed evitare contagi in paesi e continenti  "diversi", servano le "maniere forti" ?
Non oso andar oltre,stavolta non ho alcun altro elemento da poter aggiungere con un minimo di attendibilità.
Saranno gli amici che vorranno leggere a trarre conclusioni tutte personali.
Ripropongo soltanto l'interrogativo iniziale : che c'entrano 3.000 soldati americani con Ebola ?

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello

giovedì 18 settembre 2014

SENZA VERGOGNA

 In televisione sulla 7 nella nuova trasmissione di “informazione politica” abbiamo sentito un’intervista a Eugenio Scalfari che ci ha nauseato.
Ci ha nauseato non tanto per ciò che diceva, ma perché a dirlo, come se fosse stato un padre nobile, uno spirito immacolato, una persona pulita e coerente era proprio lui con il suo passato di voltagabbana che da giornalista Fascista e razzista è passato a socialista, antifascista, resistenziale.
Ma come si fa a non vergognarsi di pontificare sull’integrità della persone quando si ha alle spalle un passato come il suo?
Certifichiamo quanto andiamo dicendo riportando alcuni stralci degli articoli che Scalfari scriveva nel lontano 1942, quando si proclamava Fascista e fedele sostenitore del Duce..


Un mese più tardi su "Roma Fascista" il successivo
paladino del progressismo internazionalista, Eugenio
Scalfari
, sosteneva, ovviamente non ancora su Repubblica che
avrebbe diretto per un ventennio: "Gli imperi moderni
quali noi li concepiamo sono basati sul cardine razza,
escludendo pertanto l'estensione della cittadinanza da
parte dello stato nucleo alle altre genti" (.)
Ed ancora: Nel luglio del 1942 scriveva su "Roma fascista" cose così: «Ancora oggi è la stessa voce del Capo che ci guida e ci addita le mete da attingere. [...] Oggi mentre sembra che Sua Maestà la Massa (come la definì il Duce in un lontano giorno) mascherata da veli più o meno adeguati tenti di riprendere il suo trono, è necessario riporre l'accento sull'elemento disuguaglianza, che il Fascismo ha posto come cardine della sua dottrina»
Ed ancora: Pochi mesi dopo, nel settembre, sempre sulla stessa rivistina liberal, si spiegava meglio: «Un Impero del genere è tenuto insieme da un fattore principale e necessario: la "volontà di potenza" dello Stato nucleo, che poggia su due pilastri essenziali: il "popolo" quale elemento di costruzione sociale; la razza quale elemento etnico, sintesi di motivi etici e biologici che determina la superiorità storica dello Stato nucleo e giustifica la sua dichiarata "volontà di potenza"».

Alessandro Mezzano
                                                                                                                                                             

martedì 16 settembre 2014

MAGDI ALLAM, "CALIFFATO ALLA CASERECCIA"

Partiam,partiamo....passate avanti voi...
Continua il martellamento di Magdi Allam  su il Giornale e in Tv per l'indizione della "nuova" Crociata contro l'Islam.
Non "solo" contro l'Isis di Al Baghdadi ma proprio "contro" tutto il mondo musulmano.
Tutti "terroristi" di fatto o potenziali dato che,sempre secondo lui,il Corano "obbliga" i fedeli a "conquistare" tutte le terre conosciute.
Con le buone o le cattive,meglio se con le cattivissime come storia insegna.
Certo,una storia dalla s minuscola quella di Allam....che,sorvolando allegramente sulla "evangelizzazione" obbligatoria della Chiesa cattolica o protestante in Europa ed in tutto il globo,non mette certo in conto le decine di milioni di vittime tra pagani,nativi americani,indios e pure aborigeni australiani....con ampia partecipazione di musulmani e di tutte le religioni rappresentate.
Sempre il Magdi dimentica le guerre fratricide tra cristiani dai Catari agli Ugonotti,dagli Ortodossi ai Maroniti.
Vecchie storie ? Non direi proprio....
Nei due conflitti mondiali gli eserciti si battevano al grido di "Dio con Noi",ed erano sempre cappellani militari e sacerdoti cristiani ad incoraggiarli per la "giusta guerra".
E popolazioni cristiane si sono affrontate e massacrate tra loro dalla Jugoslavia di ieri all'Ucraina di oggi.
Oddio,in Bosnia partecipava l'eterno nemico...."il musulman cattivo" per cui qualche massacro alla Srebrenica era più che giustificato.
Tornando quindi ad Allam si può pertanto notare come sfrutti benissimo l'attuale clima di terrorismo mediatico scatenato dalle crudeltà commesse dall'Isis.
Non so se sia o meno in buona fede,fatti suoi....e neppure se sia colpito dalla "sindrome del rinnegato".
Quella che portava i Giannizzeri turchi,tutti cristiani rapiti,ad essere i piú crudeli difensori del mondo musulmano.
Quel che mi interessa,e potrebbe interessare a chi leggesse queste righe, è la faziosissima inutilità di una posizione parolaia così brutale.
Propugnare la "guerra santa" contro Maometto ed i suoi seguaci "urbi et orbi" non credo proprio possa servire a qualcosa tranne che a provocare pure la reazione contraria e sempre piú estremizzata di coloro che,europei non islamici e neppure stupidi,non siamo disponibili a questo tipo di "crociate".
Se poi Magdi Allam vorrà passare dalle parole ai fatti,assieme ai suoi tanti seguaci ,parta pure per l'Irak al seguito di BombObama...nuovo difensore della cristianità.
Magari troverà il conforto di Papa Francesco e l'aiuto di Matteo Renzi.
Se non vorrà partire e vorrà continuare la "crociata mediatica" faccia pure......si potrà insignire del titolo di "Califfo alla casareccia".

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello

                                                                                                                                                         

sabato 13 settembre 2014

Le atrocità del Califfo Al-Mossad: occhio alle menzogne



Le atrocità del Califfo Al-Mossad: occhio alle menzogne
 
Maurizio Blondet, 6 Settembre 2014

«Strage in Iraq, uccisi 500 yazidi. Donne e bambini sepolti vivi». Sui media, i titoli sono riprodotti con lo stampino. «300 donne ridotte schiave sessuali» dal Califfo, decine di migliaia di yazidi e cristiani un fuga, i bravi peshmerga (tanto amati da Israele) che aprono un corridoio umanitario. Tutto vero e terribile (così ci assicurano gli inviati speciali). Tanta tragedia ha almeno un vantaggio: ha fatto sparire le atrocità israeliane su Gaza, le immagini di morte e distruzione ebraiche.
Si metteva male, stavolta, per Sion. Troppi goym s’erano indignati del genocidio, in tutto il mondo. Per tornare a fare le vittime, stavolta, non basta nemmeno ricorrere alla vecchia misura propagandistica: scritte anti-ebraiche sui muri a Roma e Parigi, occasione di articolo frementi di civiltà sul rinascente antisemitismo europeo. S’è dovuto organizzare una campagna contro un mostro sacro del «diritto umanitario», Amnesty International, accusandola di antisemitismo, perché minaccia di documentare le atrocità commesse a Gaza in un futuro processo presso il Tribunale Internazionale.
Si è arrivati a questo: che il Times di Londra aveva persino rifiutato un articolo di Elie Wiesel (o dell’uomo che sotto questo nome ha riscosso il Nobel come sopravvissuto-tipo dei Lager di sterminio nazisti), dove Wiesel diceva che a Gaza era Hamas ad ammazzare i bambini palestinesi, non le bombe e le cannonate ebraiche. Eppure gli accenti del grande sopravvissuto non potevano essere più alti e vibranti: «Gli ebrei hanno rifiutato la pratica di sacrificare bambini 35000 anni fa; adesso è la volta di Hamas». «Nella mia vita ho visto bambini ebrei gettati nel fuoco», ha scritto Wiesel senza spiegare dove e come (la sua memoria dei Lager si arricchisce di sempre nuovi, tremendi dettagli via via che passano i decenni), «e adesso, vedo bambini musulmani utilizzati come scudi umani – in entrambi i casi da adoratori del culto della morte che non li differenzia dagli adoratori di Molok».
Niente, il Times non ha voluto il pezzo. A questo punto, che fare?
Per fortuna è apparso il Califfo. Un musulmano più cattivo degli israeliani, che compie più atrocità di Sion e del glorioso Tsahal. Seppellisce vivi bambini yazidi, uccide cristiani. Anzi, peggio: «Abu Bakr al-Baghdadi ha dato ordine di infibulare tutte le ragazze e le bambine presenti sul suolo iracheno». Mette in pericolo la Cristianità (di cui i media scoprono improvvisamente l’esistenza minacciata) e le «conquiste delle donne», stringe nella reazione alla minaccia la Bonino ed il buon Socci, unifica la Boldrini non meno dell’ateo devoto neocon Giuliano Ferarra – nello stesso raccapriccio. Tutto l’occidente unito.
Obama ordina il bombardamento delle posizioni dell’ISI: due bombe (due). Con delicatezza, quei ribelli e quegli armamenti sono costati un occhio al contribuente USA. Applausi, la guerra continua. Mandiamo armi pesanti ai peshmerga tanto amati da Sion (come abbiamo già fatto ai ribelli siriani che poi si sono rivelati essere l’ISIS): loro ci difenderanno, i valori giudeo-cristiani sono affidati alle loro mani civilissime, sicuramente Hollywood sta già producendo il film: Peshmerga, con Angelina Jolie e Jonny Depp.
I bambini di Gaza, il sangue, le macerie, il genocidio sotto gli occhi dell’Occidente? Dimenticati. Hanno distrutto case, ospedali, scuole, cimiteri, la centrale elettrica. Hanno lasciato su questo monte di macerie 250 mila senza tetto che non hanno cibo né acqua. Migliaia di feriti senza cure né ospedali, e nemmeno ambulanze (hanno sparato sulle ambulanze). Non ce ne preoccupiamo più, basta, la notizia è scomparsa. Adesso, ci insegnano a piangere sugli yazidi.
I grandi giornali USA possono finalmente postare vignette come quella di cui sopra, con un bell’amalgama fra terroristi veri, terroristi falsi e patrioti che difendono il proprio suolo (Hezbollah, Hamas). Gli attivisti di Sion, incaricati dell’Hasbara, possono postare equivalenze un po’ azzardate come questa: «Chi è con Hamas contro Israele, sostiene il califfato».
Hillary Clinton può dichiarare quanto segue: «Cosa succede in Europa? Ci sono enormemente più manifestazioni contro Israele che contro la Russia, eppure questa s’è impadronita di un pezzo di Ucraina ed ha abbattuto un aereo civile».
La Russia ha abbattuto un aereo civile!?: un po’ forte, un po’ azzardato, tanto che rischia di scoprire il gioco. Il gioco che si chiama «disinformazione», ed è in pieno corso a proposito dell’atroce Califfo. I giornalisti nostrani ci vanno a nozze.
Favoriti da provvidenziali vuoti di memoria o santa ignoranza. Hanno dimenticato che la truppa dello IS è finanziata ed armata dai sauditi ed è stata addestrata da istruttori americani per distruggere il regime di Assad in Siria, e che ha recuperato Humvee, carri armati e artiglieria mobile Made in USA con il suo assalto di sorpresa alle truppe irachene: e sùbito la Casa Bianca, invece di prendersela con i tagliagole, ha messo sotto accusa il premier iracheno Al Maliki – di cui chiaramente cerca di provocare la caduta.
I giornalisti non hanno visto gli articoli dove Edward Snowden, l’ex analista della National Security Agency, lo spifferatore dei loschi segreti americani, ha spiegato che per creare lo ISIS ci si sono messi in tre, « the British and American intelligence and the Mossad worked together to create the Islamic State of Iraq and Syria (ISIS)». Lo scopo, «creare un’organizzazione capace di attrarre tutti gli estremisti del mondo in un posto solo». Siccome oggi lo Stato ebraico manca di un nemico reale, grosso e minaccioso abbastanza da giustificare lo slogan «Israele si sta solo difendendo», la creazione dell’ISIS serve anche a questo: «La sola soluzione per la protezione dello Stato ebraico è creare un nemico presso i suoi confini». Mica un nemico vero: un islamismo che «semini discordia e violenza settaria» fra i musulmani, en passant rendendo odioso l’Islam, allarmando gli occidentali sul pericolo verde, e coalizzandoli a difesa della civiltà giudaico-cristiana.
Appunto la funzione che svolge Abu Bakr Al Baghadli, il califfo. Ammesso che questo sia il suo nome, anzi non concesso: «Abu Bakr» fu il nome del primo califfo dopo Maometto, ed è chiaramente un nome inventato per suggestionare. Secondo Snowden, e l’intelligence iraniana, il suo vero nome è Elliot Shimon, figlio di padre e madre ebrea, addestrato in guerra psicologica contro le società arabo-islamiche, oltreché in arte militare, teologia islamica ed oratoria-retorica islamista dal Mossad. In altri periodi della sua vita l’hanno chiamato «Emir Daash» (dalla sigla dell’ISIS in arabo), in altri, ha avuto il nome di Ibrahim ibn Awad ibn Ibrahim Al Al Badri Arradoui Hoseini. Gli americani gli hanno fornito un passato giusto, detenendolo per qualche tempo (le date sono incerte) a Camp Bucca, la più vasta prigione che le forze occupanti USA hanno gestito in Iraq (l’hanno chiusa nel 2009), presso la frontiera col Kuwait.
La Croce Rossa, in un suo rapporto riservato del 2004, ha scritto che il 90% degli iracheni che gli americani detenevano a Camp Bucca erano stati arrestati «per caso», ossia senza motivo. Alcuni ex detenuti di Camp Bucca hanno detto ad Al Jazeera che quello era «una scuola di Al Qaeda», dove gli americani lasciavano che gli elementi più estremisti radicalizzassero gli arrestati «per caso». Un carceriere, l’ex ufficiale della US Air Force James Skylar Gerrond, l’ha definita «una pentola a pressione dell’estremismo».
Riapparso come Califfo, l’ex prigioniero (o addestrato) fa il diavolo a quattro proprio mentre Israele rade al suolo Gaza con tutti i suoi abitanti. Israele ammazza duemila palestinesi, fra cui 470 bambini? E il Califfo «seppellisce vivi 500 yazidi», e in più «ordina l’infibulazione di tutte le donne».
Andare a combattere contro Israele? Il Califfo sancisce: «Combattere gli apostati vicini è più importante che combattere gli infedeli lontani», aggiungendo: «Il Profeta aveva combattuto Quraysh prima di passare a combattere gli ebrei di Banu Qurayza» (è davvero ben istruito).
Come si vede, Israele e il Califfo coi suoi takfiri hanno lo stesso nemico: gli sciiti, Iran, Assad, Hezbollah. È una sorprendente coincidenza? Basta aver dimenticato, come fanno i giornalisti, quelle foto del maggio 2013 in cui il senatore McCain posava con i bravi ribelli anti-siriani, molti dei quali – oh sorpresa – oggi militano nell’ISI e stanno col Califfo Al-Mossad. Era andato a trovarli nelle retrovie, e s’era felicitato con loro. Anche loro si erano felicitati con lui (oggi, McCain accusa Obama di mollezza perché bombarda poco i suoi amici di ieri).
Ma i giornalisti non ricordano.
Nessuno sparga più lacrime su Gaza, adesso i Lorenzo Cremonesi, i Maurizio Molinari eccetera vi fanno spargere lacrime sui poveri cristiani in Iraq costretti a lasciare le loro case (che sotto Saddam abitavano sicuri): non c’è ateo occidentalista cui non si inumidiscano le ciglia al racconto delle loro disgrazie. E degli yazidi, poi, poveretti! nessuno ne sapeva niente, fino all’altro ieri. Adesso l’Occidente si mobilita per loro, per loro bombarda e a loro lancia cibo ed acqua. Anche loro, sotto Saddam, avevano cibo, acqua ed abitazioni. Sono state le invasioni americane a devastare le loro vite, come quelle di tutti gli iracheni.
Non che non siano vere queste sciagure, e quelle altre che il Califfo procurerà. Sono stati riuniti da ogni parte del mondo dei fanatici sgozzatori, che filmano i loro assassinii e li postano sui social network. Cercate di vedere che – come Israele – stanno ammazzano dei musulmani. Non solo sciiti, ma sunniti dell’Iraq vengono terrorizzati; e questi, se scappano nelle zone kurde, sono dai curdi trattati come nemici: come fanno gli israeliani.
Ma cercate – sotto la tempesta informativa, che contrasta così tanto con il buco informativo di altre tragedie –, imparate a sentire il puzzo della disinformazione, della propaganda, del «due pesi due misure»: i media plaudono all’intervento umanitario di Obama in Iraq, mentre nel Donbass, dove il regime di Kiev compie una strage nel silenzio dei media ed è in corso una catastrofe umanitaria voluta e favorita dagli americani, un intervento umanitario russo è vietato: Obama e la NATO hanno avvertito che lo considererebbero «una invasione dell’Ucraina».
Dovreste ormai sapere come sono bravi, i soliti noti, nella «narrativa». Come sono bravi a ficcare le mani nel sangue, e piangere come vittime. Uno l’abbiamo nominato, è Elie Wiesel. Un altro è Bernard Henry Lévy, il philosophe che ha incitato all’intervento francese in Libia, l’uomo che ha detto «La primavera araba è buona per Israele», l’uomo di cui il Corriere (al contrario del Times) ha pubblicato una difesa dei massacri israeliani a Gaza che unisce minacce a menzogne rivoltanti, una vera vergogna per il «grande» giornale:
«A Parigi, col pretesto di difendere la Palestina, migliaia di uomini e donne se la sono presa di nuovo con gli ebrei. A questi imbecilli oltre che mascalzoni, o viceversa, ricordiamo, ad ogni buon conto, che mescolare ebrei e israeliani in una stessa riprovazione è il principio stesso di un antisemitismo che, in Francia, viene punito dalla legge – (...) Non c’è aggressione, ma contrattacco di Israele di fronte alla pioggia di missili che, ancora una volta, si abbattono sulle sue città e che nessuno Stato al mondo avrebbe tollerato così a lungo; che Gaza è, in effetti, una sorta di prigione ma, avendola gli israeliani evacuata ormai da quasi dieci anni, non si capisce come potrebbero esserne i carcerieri. Cosa pensare, invece, di Hamas che mantiene l’enclave sotto il giogo, che tratta i propri abitanti come ostaggi». (Leggete il resto qui, se avete lo stomaco).
Lacrime per i poveri cristiani iracheni, è giusto. Ma le lacrime sono mancate per le decine di guerre che gli Stati Uniti hanno sferrato contro l’Iraq perché altrimenti Israele non si sentiva tranquillo, portando il Paese all’età della pietra e alla guerra civile permanente, un milione di morti dopo: da Bush padre a Clinton, da Bush figlio ad Obama Operation Desert Shield; Operation Desert Storm; Operation Provide Comfort I and II; Operation Southern Watch; Operation Desert Strike; Operation Northern Watch; Operation Desert Fox; Operation Southern Focus; Operation Iraqi Freedom; Operation New Dawn, fino alla attuale Operation «Humanitarian» di Obama.
Come siamo umani, noi occidentali. Come siamo teneri.
Maurizio Blondet

                                                                                                                                              


venerdì 12 settembre 2014

IL GENOCIDIO DEI CRISTIANI DI ALEPPO

IL GENOCIDIO DEI CRISTIANI DI ALEPPO


 “Questi selvaggi, chiamati dagli Occidentali 'ribelli o combattenti per la libertà' quando essi commettevano i loro crimini in Siria, sono improvvisamente "diventati" barbari e terroristi, quando alcuni dei loro effettivi si sono trasferiti in Iraq?”

Rimanere o partire, questo è il dilemma a cui sono di fronte oggi, più che mai, i siriani, in particolare gli Aleppini. Cosa fare? Resistere ancora? Rimanere nonostante tutto quello che sta succedendo? Nonostante tutto ciò che soffriamo da oltre tre anni? Qual è la soluzione? Qual sarà il futuro? Ma anzitutto, ce ne sarà uno? Lasciare definitivamente il Paese? Andare a cercare altrove un futuro e, soprattutto, quello dei propri figli? Ma dove? E come? Fare una croce sul proprio passato? Lasciare tutto quello che si ha e ricominciare da capo? La litania di queste domande alle quali nessuna risposta è possibile è lunga e ci tormenta tutto il giorno. Le persone che temporeggiavano, che avevano lasciato le domande e le risposte in sospeso in attesa di vederci più chiaramente, o perché speravano in una prossima soluzione della crisi o semplicemente perché non avevano il coraggio di partire, lasciano ora un numero crescente la Siria, specialmente i cristiani, per prendere la via dell'esilio definitivo verso un paese che non hanno scelto. "Non importa dove vado, la cosa importante è che io lì ci arrivi e possa vivere in pace."

La pazienza del popolo si sta esaurendo: dopo 3 anni di conflitto siriano (con i suoi 192.000 morti, i suoi milioni di sfollati e rifugiati), non vede nessuna soluzione all'orizzonte. Inoltre, la sequenza degli eventi ha fatto perdere anche ai più ottimisti le illusioni. Prima il blocco durato diverse settimane della città, seguito dal taglio totale di acqua per più di due mesi , il tutto costellato da piogge di colpi e mortai che continuano a fare il loro raccolto quotidiano di morti e feriti. …

Ma la cosa peggiore è la paura che ti prende alle viscere, ispirata da questa banda di selvaggi che ha preso possesso di tutta la Siria orientale e del nord dell'Iraq … Questo è una banda composta principalmente di stranieri, con cui i nostri compatrioti musulmani non si identificano affatto, che macellano, decapitano (e non solo giornalisti americani), crocifiggono fino alla morte che ne deriva, lapidano le donne presunte adultere, frustano per punire (i fumatori, per esempio), seppelliscono persone vive, vendono le donne come schiave ... L'elenco delle loro barbarie e crudeltà è troppo lungo per essere integralmente riprodotto in questa lettera .
Ma è soprattutto la sorte dei cristiani di Mosul e Qaraqosh, così come di altre "minoranze" religiose (iracheni, tuttavia, allo stesso titolo dei musulmani, come gli Yezidi per esempio) che è stato l'evento-catastrofe. E 'questo che ha portato alla decisione dei siriani di lasciare il paese. Di fronte alla scelta di convertirsi o morire, oppure fuggire, centinaia di migliaia di persone hanno preso la strada dell'esodo, lasciando la terra dei loro antenati, le loro radici, la loro storia, e sono partiti senza essere in grado di prendere nulla con sè, nemmeno la loro fede nuziale o un po 'di soldi, espulsi come furono sterminati nel 1915 gli Armeni dalle mani ottomane durante il primo genocidio del 20 ° secolo.




Così Aleppo si è anch'essa spopolata dei suoi cristiani. Ne resterebbero poco più della metà (secondo stime ottimistiche) o perfino un terzo. Nei precedenti tre anni, sono stati il ricco e l'élite (medici, imprenditori, accademici ...) che hanno lasciato la città in attesa di giorni migliori, prima che il provvisorio diventasse definitivo. Ma di recente, si tratta di tutti, tutti vogliono lasciare: classe media, giovani, anziani, poveri, persone indigenti ... tutti spingono il cancello. 

E noi che possiamo dire, che cosa abbiamo da dire a tutti questi aspiranti immigrati? Dovremmo incoraggiarli o dissuaderli?

  Cosa possiamo dire a queste tre giovani coppie in partenza per il Libano che devono iscriversi all'Ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati per ottenere un visto d'immigrazione, che sono venuti da noi una settimana fa per dirci addio? Tre anni senza lavoro, è difficile per giovani famiglie a cui tutto sorrideva quando si erano imbarcati nella via professionale e coniugale da pochi anni...

  Che possiamo rispondere ai più poveri delle famiglie che aiutiamo materialmente e che non ne possono più di vivere nel povero quartiere di Midane, quotidiani bersaglio dei colpi dei ribelli? A coloro che hanno veduto i loro vicini uccisi o feriti e che temono per sé e per i propri figli? : "Vogliamo andarcene, aiutateci a completare le formalità, abbiamo cugini e fratelli in America Latina, ci aiuteranno a ottenere un visto." 
 Cosa consigliare, che dire a quelle persone che sono stanche di aspettare che "gli eventi" finiscano, che non ce la fanno più a sopportare la mancanza di acqua, di elettricità, di cibo, medicine, di denaro; o i colpi di mortaio e le sofferenze; che non vogliono che i loro figli crescano senza sapere null'altro che la guerra e aspirano infine, a un futuro di sicurezza, stabile, in pace. ...

Che rispondere a questo medico disgustato dalla codardia dell'Occidente? : "I leader occidentali hanno qualificato la decapitazione del giornalista americano come atto barbarico. Bisogna ricordare loro che questi selvaggi che commettono atti di barbarie a casa nostra sono proprio quelli che sono stati incoraggiati, finanziati e protetti da loro stessi e dai loro alleati, con il pretesto di portare al popolo siriano la democrazia e la libertà! Tutto parte di un piano dal romantico nome di "Primavera Araba", che è successore di precedenti formulazioni tipo "caos costruttivo" e "Nuovo Medio Oriente".

Questi selvaggi, chiamati dagli Occidentali 'ribelli o combattenti per la libertà' quando essi commettevano i loro crimini in Siria, sono improvvisamente "diventati" barbari e terroristi, quando alcuni dei loro effettivi si sono trasferiti in Iraq?

Cosa dire alle decine, centinaia di persone incontrate presso noi Maristi, nella strada o nel mio ufficio, che mi esprimono la loro angoscia e panico davanti al diluvio Daech (ISIS): "E se invadessero Aleppo? E se dovessimo subire la stessa sorte, come i cristiani di Mosul, dover scegliere tra la conversione o la morte, per fuggire in colonne di profughi senza poter raccogliere niente? Tanto vale partire immediatamente prima che "loro" stiano arrivando! Noi non vogliamo morire assassinati, decapitati, sepolti vivi, crocifissi da questi selvaggi. E pensare che "loro" sono a pochi chilometri ad est di Aleppo e adesso sono riusciti a prendere il controllo di tutta la regione a nord della città! 

E le persone se ne vanno. Il nostro autista, la sua famiglia, i suoi fratelli e le loro famiglie che sono appena arrivati  in Germania. Diversi lavoratori dell' ospedale, che hanno ottenuto il visto e sono partiti per l'Europa. La nostra governante, che si sta preparando per andare in Venezuela. Un'altra famiglia, che è partita per l'Australia, gli altri (armeni, soprattutto) per gli Stati Uniti e il Nord Europa.

Nel frattempo, il Vaticano e le istituzioni caritative della Chiesa chiedono ai cristiani siriani di non abbandonare la loro terra, la culla del cristianesimo. Mentre i loro rappresentanti locali distribuiscono aiuti ricevuti con parsimonia per "responsabilizzare" le persone, non farne degli "assistiti" !!! Tra pochi mesi ci saranno un sacco di soldi, ma nessuno a cui darli. Un amico ben informato mi ha detto: "Se tra pochi mesi l'ISIS invadesse Aleppo, sarebbe una colonna di poche migliaia di rifugiati cristiani che si vedrebbero a quel momento sulle strade dell' esilio. "

Noi maristi Blu non abbiamo certezze da offrire, nè risposte a dubbi e domande. Non ci viene neanche di disapprovare le decisioni prese. Stiamo solo cercando, attraverso la nostra attiva presenza, di essere un faro di speranza per coloro a cui non resta speranza... una forza per coloro che dubitano... un conforto per coloro che sono tormentati. Cerchiamo di alleviare il dolore e la sofferenza, fisica e morale, e almeno di offrire a coloro che rimangono delle condizioni di vita accettabili perchè la loro miseria non sia la ragione principale della partenza. (…)



Noi perseveriamo in condizioni di vita molto difficili: alla carenza di acqua ( la fornitura di ogni quartiere di Aleppo è per 10 ore ogni 10 giorni) si è aggiunto quella dell'elettricità (un'ora e mezzo per 2 volte ogni 24 ore) e la minaccia dei colpi di mortaio.

Che cosa ci riserva il futuro? Andarsene, o si deve restare? Tante domande a cui non si può rispondere per ora, fino a quando... , fino a che cosa?

Un sacerdote domenicano dall'Iraq ha scritto recentemente: "L'Iraq oggi è completamente distrutto. Inoltre, il tessuto sociale dell'Iraq è chiaramente strappato. Le statistiche indicano anche che il paese è molto pericoloso, è diventato invivibile e inabitabile. I poveri di questo paese si chiedono: verso quale futuro l'Iraq è spinto? Verso un paese moderno, stabile, democratico? Una risposta semplice di qualsiasi abitante dell'Iraq sarà: l'Iraq è spinto verso l'ignoto. Ma in questo disordine imposto dal potere del male, la questione centrale è: qual è il futuro dei cristiani in Iraq? Bisogna cacciarli e sterminarli? Il nostro pellegrinaggio, la nostra croce e il nostro fardello sono apparentemente diventati pesanti e lunghi. L'evento drammatico che i cristiani iracheni soffrono in questo momento, è scandaloso. Non restano che campi di concentramento in questo progetto di sradicamento diabolico. Mentre le delegazioni politiche ed ecclesiastiche si succedono, gli esuli trascorrono le loro notti in tenda e nei luoghi pubblici. Nonostante l'allarme rosso, il tempo passa e gli esuli , loro, restano senza rifugio. "Ecco, sostituite la parola Iraq con Siria, e iracheni con siriani, e capirete tutto.
Questa lettera è datata 1 ° settembre, festa di uno dei santi più venerati della Siria, S. Simeone Stilita, che, nel 5 ° secolo, ha vissuto 42 anni arroccato su una colonna di 18 metri. Ha scelto questa via, secondo la tradizione, per essere più vicino a Dio. Che il nostro sacrificio e la nostra sofferenza possano non durare così a lungo.

Aleppo,  1 settembre 2014
Nabil Antaki, per i Maristi Blu

mercoledì 10 settembre 2014

TOGLIETEMI TUTTO, PURE LA FERRARI !


"La Ferrari è oramai americana". Così parlò Luca Cordero di Montezemolo in risposta alla sciabolata di Marchionne : "nessuno è indispensabile".
E,con la tecnica del Califfo,il killer seriale canado-svizzero decapitò il manager di Maranello.
Oddio,il fascinoso Luca,già tradito da Italo (treno,non equivochiamo) non poteva immaginare di perdere repentinamente la "rossa" nazionale.
Però 10 anni di insuccessi ed il fallimento attuale non potevano restare impuniti.
Almeno agli occhi della Chrysler,la cui proprietà effettiva sa tanto di "mistero finanziario". Obama,che ci ha messo i dollari pubblici all'inizio,ha di fatto portato la Fiat in orbita yankee. Mica gli attuali proprietari sono degli Agnelli doc.
Anzi,per precisione,la ha proprio smantellata in Italia. Come vendite e tecnologia. Cosa restava da "esportare" a Detroit  ? La Ferrari....,con ottimo fatturato di vendita ma pessime prestazioni di gare.
Così,visto che gli affari vivono solo per la gloria passata,è arrivato Marchionne.
Per portare a casa,negli Usa,pure il Cavallino Rampante.
Perde la testa (della fabbrica) l'algido Montezemolo....perde l'Italia il marchio piú prestigioso nel mondo (con la Nutella) del fu "made in Italy".
Io,misero mortale cresciuto con l'una (la Nutella) e senza l'altra (la rossa),disperato ma consapevole del nostro stato di miserabili lancio il mio grido di dolore mediatico :
"toglietemi tutto....pure la Ferrari".

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
                                                                                                                                                      

lunedì 8 settembre 2014

Manifesto di Rinascita Nazionale





Manifesto di Rinascita Nazionale
Un laboratorio di sovversione mondiale lavora per la perversa distruzione di ogni cultura, di ogni identità, di ogni giustizia sociale, di ogni differenza territoriale, linguistica e storica, di ogni assetto umano già fondato sulla libertà individuale, sulla solidità della famiglia, sulla centralità e solidarietà di ogni parte della comunità nazionale.

L’arma brandita da questo “laboratorio della distruzione” è la feroce iniezione di massicce dosi di un pensiero unico ispirato a pseudo-modelli “universali” di finto egualitarismo culturale, sociale ed economico, imposti a una società di massa rassegnata e narcotizzata, ed estranei ai nostri costumi, valori, ideali, speranze.

Il suo inconfessabile obiettivo è l’annientamento dei popoli, soprattutto se forti di una civiltà e di un destino comune.

È fondamentale dovere, di ogni uomo libero e di ogni forza sociale ancora gelosa e fiera della propria indipendenza e creatività, contrastare questa strategia della distruzione nelle sue molteplici manifestazioni.

Nostro è il dovere di ricostruire l’identità e la solidarietà di popolo.

Innanzitutto rovesciando le nefaste politiche di decrescita demografica e di coatta immigrazione-invasione che hanno quale scopo comune la distruzione del tessuto identitario e socio-economico delle nostre genti.

L’accoglienza indiscriminata di moltitudini sradicate dalle proprie culture, provocata dalla continua propaganda in favore di un falso umanitarismo spacciato come “espiazione” di presunte colpe ancestrali, è una politica criminale, e per noi suicida, che conduce all’ineluttabile rottura di quel “contratto sociale” che ha reso possibile, da sempre, la nascita e la crescita delle civiltà.

Questa la strategia della distruzione contrabbanda come “becero razzismo di un popolino scomposto e ignorante dal cuore di pietra che mai sanguina”, il sacro diritto di essere padroni in casa nostra.

I nuovi negrieri manovrati da “menti oscure” utilizzano questa merce umana per procurare profitti ai signori del denaro. L’iniezione di questa manovalanza a basso costo per abbattere i cosiddetti costi del lavoro crea soltanto, nei territori di accoglienza, disoccupazione, delocalizzazioni e disordine delinquenziale. Nei territori di origine, guerre, sottosviluppo e destabilizzazione sociale, economica, culturale e politica.

Ogni comunità organica ha diritto a decidere e a costruire essa stessa, nella sua terra, il proprio futuro.

La civiltà non si sradica né si esporta: è il cammino autodeterminato di ogni popolo.

La forzata integrazione, la forzata acculturazione, crea soltanto emarginazione e conflitti sociali.

La nobiltà dell’uomo e la nobiltà del lavoro.

Ogni realizzazione dell’uomo, ogni creazione manuale ed intellettuale dei nostri popoli, va gelosamente protetta: si tratti della cultura o della mozzarella, dell’acciaio o del vino.

Rifiutiamo di importare ciò che già da noi si produce, in abbondanza e di qualità.

Rifiutiamo ogni modello monoculturale di massa che il laboratorio della distruzione vuole imporre per dividere uomini e popoli e così assoggettarli alle leggi del profitto e dell’usura: dall’ipermercato h24 all’informazione unica e manipolata, dalle armate neocoloniali alla “giustizia universale”, dalla moneta unica alla lingua unica.

Noi e la nostra terra possiamo già soddisfare ogni necessità sociale, industriale, agricola, politica e intellettuale.

È vitale restituire all’uomo la sua centralità nella vita, nel lavoro e nell’economia. L’uomo, il lavoratore, il produttore, non più numero o consumatore, deve tornare ad essere attore ed artefice della propria esistenza, del proprio benessere e del proprio futuro. Non più mercificato e sfruttato. Non più inconsapevole strumento dell’arricchimento della ristretta oligarchia dei signori del denaro, la stessa che guida le multinazionali, le banche, la politica del Debito Infinito di uomini e nazioni e la globalizzazione. Globalizzazione e mondializzazione da noi mai voluta, ma certamente subita!

Un’oligarchia senza volto, che utilizza i suoi camerieri imposti alla guida dei governi e degli Stati, che si nasconde dietro i suoi delegati di Wall Street e della City e che distrugge l’economia reale con vergognose speculazioni finanziarie, privatizzazioni-rapina, liberalizzazioni-truffa, delocalizzazioni e deregolamentazioni.

Un’oligarchia senza volto che si maschera dietro impenetrabili trust e impone miseria per tutti,  con la flessibilità, la precarietà e la mobilità del lavoro. Che spegne ogni scintilla di iniziativa imprenditoriale non conforme agli interessi della lobby globalista.

Un’oligarchia che si ingrassa di eterne cedole e di tassi usurai imposti alle nazioni con inique tassazioni emanate da “governi tecnici” nominati ad hoc. Immoralità del debito pubblico.

Soltanto riprendendo nelle mani il suo futuro il popolo potrà liberarsi dalle catene dell’attuale servitù. Con ogni mezzo.

Tutto deve essere ridiscusso.

L’imposizione di una società multietnica.

I trattati di servaggio internazionale.

Le leggi capestro sulla proprietà della moneta, che non può che essere dei popoli e non, come oggi, di banche d’affari “anonime”.

Le norme liberticide: quelle che comprimono le libertà dell’uomo, rapinano il futuro ai giovani e quelle che soffocano l’economia produttiva ad esclusivo vantaggio di speculatori e finanzieri internazionali.

La struttura elefantiaca e inefficiente dei mille organi istituzionali – amministrativi, governativi, legislativi e giudiziari – non più strumenti del contratto sociale e degli interessi del popolo, ma autoreferenziali e al tempo stesso sudditi di caste interne e di poteri transnazionali.

Tutto nell’interesse di tutti

È tempo di rovesciare il piatto avvelenato che il laboratorio della distruzione impone.

È tempo di rivendicare con orgoglio la nostra diversità e unicità. Gelosi delle nostre autonomie e delle nostre tradizioni.

Roma, Parigi e Mosca non sono né la New York delle banche né la Bruxelles dell’eurocrazia.

Arte, cultura, storia, genio, solidarietà e civiltà sono radicate nelle nostre terre e nelle nostre genti.

La nostra identità vive anche delle nostre case, delle nostre strade, delle nostre campagne, della nostra opera, della nostra memoria. Non può essere  accettato alcun attacco speculativo o fiscale contro questi valori primari. E quando prone e assenti istituzioni latitano dai loro doveri di tutela, è nostro compito e obbligo civile sostituirle con un impegno in prima persona.

  • È il momento di riaffermare la sovranità di ogni nazionalità.
  • È il momento di stracciare tutti i pezzi di carta che altri hanno scritto e sottoscritto a nostro nome e a nostro danno.
  • È il momento di riproporre il vero contratto sociale tra i cittadini e i loro rappresentanti, di costruire uno Stato strumento del popolo e non soggetto a caste interne ed oligarchie apolidi.
  • È il momento di farla finita con la cosiddetta “unione europea” che altro non è che la cinghia di trasmissione dei diktat del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, delle sue Banche Centrali, della grande finanza e delle multinazionali.
  • È il momento di riaffermare il sacro diritto dei popoli all’autodeterminazione.
  • È il momento di riunire in un solo corpo vivente, in una potente alleanza, i popoli che da sempre condividono lo stesso destino, da Dublino a Vladivostok.
  • È il momento di una Lega di terra e di popolo.        
  • È vitale costruire rapidamente e attivare una Lega Nazionale.

  • Per aggregare rapidamente ogni energia, ogni forza italiana orgogliosa della nostra comune memoria, della nostra storia, della nostra gente, della nostra cultura e pronta a riprendere la strada del virtuoso cammino un destino comune.
  • Per mandare a casa definitivamente i distruttori della nostra patria comune e i parassiti loro camerieri, tutti vergognosi esportatori di “democrazia” a colpi di guerre e di odio.
  • Per riprenderci le nostre vite, la nostra dignità, i nostri sogni, la famiglia, la natura, le amicizie, le risate  e quindi un lavoro che ci permetta tutto ciò e non al loro posto.
  • Per restituire ai giovani il diritto-dovere di riconquistare, in una scuola “seconda famiglia” e maestra e palestra di vita, la migliore educazione e istruzione nazionale. Con la libertà di dissentire dal pensiero unico, con il confronto diretto tra tesi contrapposte e con l’ausilio di ogni nuova tecnologia.
  • Per spazzare via ogni deviazione multiculturale, predicata dalle varie chiese, propagandata dai media asserviti e tesa soltanto alla massificazione del genere umano in un indistinto e “tollerante” caos di teatranti, mimi e schiavi.
  • Per uscire dai patti capestro di sudditanza politica imposti dalla cosiddetta “unione europea”, dall’Alleanza Atlantica e dall’alta finanza – dal Trattato di non proliferazione nucleare alla Corte internazionale di Giustizia, al fiscal compact fino al prossimo Trattato commerciale transatlantico – sottoscritti ai danni di ogni popolo d’Europa e combattere ogni strategia di deregolamentazione economica, meticciato culturale ed esproprio militare della nostra sovranità nazionale.
  • Per aggregare tutte le entità nazionali europee, da Dublino a Vladivostok, su una via comune di progresso e di destino culturale, economico, scientifico, politico e militare.
  • Per un’Europa dei Popoli.
Promotori e sottoscrittori su:
La nostra è la tua lotta.

Non è certo di chi, schiavo senza dignità, si fa scimmia e cane e zerbino di questi Signori della tristezza e del denaro. Di esseri senza spina dorsale che di tutto conoscono il prezzo ma di niente il valore.

  • Qui si tratta di porre fine al tempo del bastone e della carota.
  • Qui si tratta di sollevarsi dalle macerie. Di smettere di guardare soltanto alle nostre scarpe senza combattere per l’avvenire e senza chiedersi mai quale impronta lasceremo del nostro passaggio. Di urlare la propria dignità, di realizzare il proprio destino.
La sottoscrizione di questo manifesto è un dovere personale e comunitario per creare non oltre questo autunno 2014 un potente, trasversale, fuori dai vecchi schemi e risolutivo movimento di popolo: una Lega Nazionale.


06/09/2014