mercoledì 24 giugno 2015

ELOGIO DELLA CORRIDA

ELOGIO DELLA CORRIDA




Certamente se assistere ad una corrida significasse solamente vedere uno spettacolo nel quale un toro sanguinante viene  “picado”, banderillado” ed ucciso, allora questo sarebbe uno spettacolo crudele e barbaro e ben a ragione si sosterrebbe che tale spettacolo deve essere bandito e vietato.
In questo caso però il difetto non starebbe nella corrida, ma nella sprovvedutezza e, lasciatecelo dire, nell’ignoranza, di chi va ad assistere alla corrida senza sapere cosa essa sia e cosa essa significhi nella tradizione non solo Spagnola, ma in  quella della cultura e della storia della civiltà occidentale..
In tutta l’area delle civiltà mediterranee, dall’antico Egitto alla Creta di Minosse e perciò sino dal 2000 avanti Cristo la tauromachia era praticata con significati esoterici  e con riti religiosi in quanto la figura del toro rappresentava la forza bruta della natura che l’uomo era costretto ad affrontare per sopravvivere e quindi la sua vittoria sul toro selvaggio era la vittoria dell’intelligenza sulla forza, dello spirito sulla materia, della volontà di potenza sulla cieca resistenza.
Questo rito pagano così significativo e così simbolico dei valori spirituali si è poi via, via tramandato sotto varie forme nella Grecia classica ( fatiche di Ercole ) e nella Roma antica e poi sino alla corrida della Spagna e del Portogallo.
Già queste considerazioni fanno apparire la corrida sotto un’altra luce, diversa dalla superficiale ed ignorante interpretazione di chi la vuole abolire perché non ci riesce a vedere altro che sangue e crudeltà gratuite.
Il rito è sempre la materializzazione di un concetto astratto, la pedagogica incarnazione di un valore morale, la concretizzazione di una tradizione che ha le sue radici nella storia e nella cultura di un popolo ed è quindi profondamente significativo che il rito della tauromachia sia presente in un così vasto spazio geografico e temporale delle più significative civiltà che l’umanità abbia saputo esprimere.
Se poi andiamo ad indagare sugli aspetti storici, etici e tradizionali della corrida Spagnola, allora essa appare sotto una luce ben diversa da come la vedono i suoi detrattori.
Un piccolo uomo di una sessantina di chili affronta con estremo coraggio e sprezzo del pericolo ( che vi assicuriamo che c’é..! ) una valanga di forza bruta e di agilità di cinquecento chilogrammi, infuriato e deciso ad uccidere e lo fa con l’eleganza, la grazia e l’agilità di un ballerino a dimostrare che queste doti, unite all’intelligenza ed alla determinazione sono vincenti sulla forza bruta.
Per questi motivi il torero vince sempre ed il toro muore, perché il rito pretende la dimostrazione della superiorità dell’uomo sulla natura.
E di rito vero e proprio si tratta con le sue regole, le sue immagini, i suoi tempi che vanno dal vestito, il “Traje de luz”, ai tempi precisi delle varie fasi, alla ricerca della morte misericordiosa in un solo colpo di spada che passa tra le scapole e spacca il cuore passando per le varie figure che esaltano il coraggio, lo sprezzo del pericolo e l’orgoglio di mostrare queste doti nei vari passaggi così come negli atteggiamenti!
I tempi e le regole che sovrintendono in modo assolutamente inderogabile la corrida hanno un’ulteriore ragione perché vogliono dimostrare come la battaglia dell’intelligenza contro la forza bruta non può essere frontale, ma abbia bisogno di fasi che la portano gradualmente sconfiggerla pur partendo da una situazione di apparente inferiorità.
Certamente il rito è cruento così come cruenta è la vita, quella vera, non quella edulcorata delle immagini degli spot televisivi che distorcono la realtà e mentono per incrementare la vendita dei detersivi, delle patatine, dei pannoloni per i vecchi o dell’ultimo modello di automobile.
Il torero che volge sprezzantemente le spalle al toro che potrebbe caricarlo ad ogni istante e “brinda” alla folla, è un’immagine che resta impressa nella mente e nel cuore di chi la vede e che suscita ammirazione ed invidia per un coraggio che è di pochi e che tutti vorrebbero avere,
Certo, un mondo che si regge sulla Coca Cola, sui telefonini, sullo shopping rimbecillente, sulla “sballo”, sui tatuaggi idioti e sul consumismo che riduce le persone ad un ottuso gregge di rincoglioniti consumatori, difficilmente riuscirà a penetrare i significati spirituali di un rito come la corrida e si potrà solamente fermare agli aspetti più superficiali e più spettacolari, ma ripetiamo, questo è un limite di quel mondo e non certo di quello della corrida!

Alessandro Mezzano
                                                                                                                                          

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