lunedì 31 agosto 2015

L'USO DELLA PAROLA RAZZISTA ...


L’uso della parola razzista, favorire un problema voluto

di Jacopo Cioni
E’ forse razzismo fare delle semplici considerazioni?

controllo stampaLa distorsione nell’uso di questa parola è appannaggio dei “buonisti”, persone che parlano sempre in termini caritatevoli di accoglienza, di rispetto della vita e della diversità. Sbagliano? No, anzi, è giusto considerare la vita un bene primario al pari della libertà e l’uguaglianza fra le persone, un dogma. Il problema è l’applicazione pratica di certi concetti. Il “buonista” agisce in senso letterale, se è giusto è giusto a qualsiasi costo, quindi anche a scapito di taluni rispetto ad altri arrivando ad ignorare la vita e la libertà dei compaesani rispetto il resto del mondo. Un “buonismo al contrario direi io, cioè un “cattivismo”. Le azioni che ne derivano per i buonisti non superano la preveggenza di due settimane e non sono discutibili, si sa che i buonisti sono sempre dalla parte della ragione. Le leggi poco o nulla contano per i buonisti; non si rispettano e se proprio rompano le scatole si cambiano. Ormai l’Italia è una sub-colonia e le leggi non si fanno più per un’armonica convivenza fra Cittadini italiani ma per compiacere le multinazionali e le banche con l’avvallo dei buonisti del caso. Una legiferazione che è il compiacimento del globalismo finanziario, del NWO in via di affermazione.
La globalizzazione impone che tutti i popoli del mondo si livellino, è gioco forza se si deve essere cittadini del mondo globalizzato. Il problema è che il livellamento è verso il basso, cioè i popoli e le nazioni che si sono nel tempo conquistati un livello sociale più alto sono quelle che devono retrocedere rinunciando alle conquiste sociali e all’uguaglianza fra le genti soprattutto fra le diverse classe sociali. I “poveri” diventano più poveri e in questa classifica essere povero rientrano tutti, tranne i ricchi, quelli che non contano i soldi, mero mezzo, ma contano le S.P.A. che controllano. Quindi non si agisce portando il bene sociale altrove, favorendone lo sviluppo, non solo economico, ma sociale; si disgrega quello in essere in paesi evoluti in tal senso.
Non tutti i paesi si comportano alla stessa maniera, l’esempio dell’accoglienza dei migranti è lampante. I migranti al pari del denaro, o delle leggi promulgate, sono un mezzo per ottenere uno scopo, una merce umana che si sposta secondo convenienza.
Vi invito a leggere questi due articoli entrambi di Mauceri:
Come si crea un problema, come lo si ingigantisce, come si insinua nell’opinione pubblica la paura del problema stesso e poi come si cambiano le “regole” per risolverlo. Problema in realtà irrisolto, ma regole modificate. Condizioni sociali mutate, denaro deviato, nessun problema risolto, rischi palesi.
Veniamo agli sbarchi.
Arrivi con sbarchi in Italia 2015
Il grafico in oggetto è reperibile sul sito del Ministero dell’Interno e prende in esame gli anni 2011, 2012, 2013, 2014 con un dato di 170.100 persone nel 2014. Il 2015 è ovviamente in atto ma si registra ad oggi un numero che rischia di superare l’anno record 2014, complice la situazione fuori controllo della Libia, (su cui torneremo in seguito). Si registra secondo i dati diffusi dal Viminale 7.882 immigranti sbarcati sulle coste italiane nei primi due mesi dell’anno; il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 quando gli stranieri arrivati via mare furono 5.506. Se il dato si attestasse su questo incremento nel 2015 arriviamo ad un totale di circa 243.000 persone. Nuovo record.
Le altre due porte di ingresso, non in Italia, ma comunque in Europa; sono meno pubblicizzate ma presenti e sono quella orientale in Turchia – Grecia – Bulgaria con un ingresso nel 2014 di 50.600 immigrati e quella occidentale in Spagna che conta l’ingresso di 7.300 persone. Addirittura attualmente la Macedonia è diventata una porta con pavimento scorrevole verso l’Europa.
Un primo dato su cui riflettere è la disparità fra i 170.100 arrivi in Italia e i 7.300 in Spagna, dati 2014. Ad occhio, geograficamente sarebbe molto più facile e meno pericoloso passare dal continente africano (Marocco) all’Europa attraverso la Spagna, lo stretto di Gibilterra misura solo 16 km o 10 miglia alla preferenza. Incredibilmente invece si preferisce rischiare di più affrontando il Mediterraneo per approdare in Italia, ci si dovrebbe domandare il perchè. Oddio forse era una domanda da porsi un annetto fa, adesso le motovedette italiane e di vari paesi europei raccolgono direttamente queste persone a 25/30 miglia dalla Libia e le portano a destinazione, il rischio per la vita si è notevolmente abbassato e infatti gli sbarchi le partenze sono in vertiginoso aumento.
spagna immigratiBasta cercare e si trova la ragione, in Spagna la Guardia Civil reagisce e risponde agli assalti sparando proiettili di gomma, e gas al peperoncino. Nonostante le denunce delle organizzazioni non governative per l’uso della forza usato dal governo spagnolo lo stesso rifiuta le critiche ma anzi difende le scelte fatte. La Spagna non è l’Italia e i muri di contenimento vengono difesi con la forza. Assalti e respingimenti brutali. Questo induce i clandestini a scegliere altre vie di ingresso anche se più pericolose ma che, se superate, non si pone di fronte un muro di contenimento ma anzi trovano accoglienza, cibo, vestiti e possibilità (anche se remota) di un visto da rifugiato politico. Inoltre in Italia ai clandestini non da noia nessuno, siamo mica le frontiere dell’Australia o del Canada noi! Non solo, ma sia la Spagna che l’Unione Europea hanno stipulato accordi con il Marocco sotto la voce “cooperazione per lo sviluppo” che rendono il Marocco stesso il principale oppositore all’attraversamento degli emigranti verso la Spagna. Accordi che risalgono al 2004/05/06 e che hanno fatto adottare al Marocco leggi immigratorie similari a quelle della Spagna e tutto questo ovviamente dietro pagamento di “tangenti” per lo “sviluppo”. Risultato? In Spagna nel 2014 entrano 7.300 persone in Italia nel 2014 170.100 persone. Avete mai letto su un giornale che la Spagna è razzista?
Andiamo oltre meri concetti di confine, da noi sub-colonia i confini non esistono quindi inutile parlarne. Trattato di Schengen.
Chi sono queste persone che arrivano?
Se avete letto il primo dei due articoli che vi ho postato sopra lo sapete; inoltre è certo che insieme a queste persone “sfrattate” si mescolano anche altri figuri non proprio identificabili.
Queste persone i buonisti le classificano come coloro che fuggono dalla guerra e dalla povertà, che cercano un nuovo posto dove vivere dato che a casa loro alberga guerra, violenza e fame; si guardano bene dal dire la verità e cioè che sono le oligarchie delle multinazionali a cacciarli dalle proprie case e terre. Si inventano guerre che non ci sono e fame che non esisterebbe se avessero il loro pezzetto di terra da coltivare. Diverso se non hai più terra perchè la coltiva una multinazionale magari con ortaggi OGM.
Se osserviamo i barconi che giornalmente arrivano si notano però alcune cose che i media si guardano bene dall’enfatizzare.
  1. Gli emigranti sono per la maggior parte uomini, pochissime le donne e bambini. I media non si sottraggono invece da dire ad ogni servizio che ci sono tante donne e bambini, ma nelle inquadrature non si vedono mai, fateci caso.
  2. Sono sani e non denutriti, solo stanchi per lo stress del viaggio appena compiuto, al limite della resistenza umana, tanto è che dopo pochi giorni sono già in piena forza.
  3. Quasi tutti sono in possesso di un cellulare, e non di un nokia 3301 ma di smartphone ultima generazione.
  4. Qualcuno, anche se rari, arriva anche ben vestito.
  5. Buona parte sono di fede mussulmana. (A tal proposito vorrei ricordare come sono stati barbaramente uccisi i cristiani nella traversata del 14 Aprile, quelli non erano persone e potevano essere soppresse). Che centra la fede religiosa, niente se non interpretata con estremismo e violenza, ma i fatti più o meno recenti sono piuttosto inquietanti.
  6. Arrivano sapendo che minimo hanno 2 anni di mantenimento gratuito e per chi vive alla giornata è tantissimo. Come se un’italiano trovasse in un gratta e vinci uno stipendio mensile per 2 anni.
  7. Arrivano e subito dopo molti sono arruolati in truppe di protesta, verso il cibo, verso l’alloggio, verso l’Italia che non fornisce abbastanza credito telefonico e vestiti. Non hanno scrupoli a distruggere proprietà pubbliche o private per protesta. Da domandarsi chi li arruola, forse li stessi di mafia capitale? Più richieste uguale più soldi da spartirsi? Li usano come nerce con in più parole e azioni?
  8. Alcuni spariscono nel nulla, forse proprio quelli che hanno scopo diverso dal fuggire dalla guerra, forse lo scopo è proprio innescare una guerra, magari di tipo religioso fatta di teste cadute e bombe scoppiate.
  9. Molti decidono di unirsi alla malavita o al limite malavitare per conto proprio e spesso verso persone deboli e indifese, tanto a brandire un macete sanno che nessuno gli pianterà un colpo in testa.
Facciamo qualche considerazione.
Se una persona scappa da fame e guerra dovrebbe quanto meno apparire denutrito, emaciato, almeno prostrato dalla fame, ma cosi non sembra. le persone che sbarcano sulle nostre coste sono tutti baldi giovani robusti e in carne. So che è triste, ma è bene ricordare che cosa significa fare la fame. quindi paragonate le due foto.
denutrito immigrati 2






Sappiamo per certo che sbarcare in Italia ha un costo, gli scafisti si fanno pagare. Da 1500 dollari a 2000 dollari. La domanda che tanti si son fatti è: Com’è che queste persone, che dovrebbero essere povere, posseggono una cifra del genere? Cifra che permetterebbe di vivere in Italia per un mese (secondo i nostri politici anche due), ma che permette di vivere in molti paesi africani molto di più, addirittura mettere su un’attività commerciale. Se ci vivi un mese in Italia quanto ci vivi in Libia?
I “buonisti” dicono che queste persone lavorano come schiavi muratori per dei mesi per guadagnare la cifra necessaria a pagare il biglietto per l’Italia. Sicuramente alcuni seguono questo percorso, schiavizzati per qualche mese per mettere insieme il denaro, ma mi domando, ignorantemente, se trovano lavoro come muratori in Libia e guadagnano abbastanza soldi per vivere avere un cellulare e mettere da parte abbastanza soldi per un viaggio sui barconi della speranza, perchè non continuano a lavorare in Libia? Libia che fra l’altro è una nazione da ricostruire dopo la destituzione di Mu’ammar Gheddafi. Se lo scopo di queste persone è trovare un lavoro in una nuova nazione perchè non stabilirsi nella Libia da ricostruire? Forse perchè non è lo scopo di chi le caccia dall’Africa?
Ora, possibile che a nessuno “buonista” venga un dubbio dato tutto quello che sta succedendo in Europa, in Italia, in Grecia. Gli sbarchi sono un ottimo mezzo di destabilizzazione? Anzi peggio, in parte una vera e propria “truppa” pronta ad agire a comando e anche senza comando. Via non posso credere che tutti questi buonisti non si pongano qualche domanda, possibile che siano cosi boldriniamente allineati?
Una buona parte di queste persone sono state “sfrattate”, una parte è gente che si infiltra lentamente per reconditi motivi religiosi. Entrambi poi una volta arrivati in Italia ci mettono poco a capire che per loro questo è il paese dei balocchi, un bengodi. Alloggio gratuito, vestiti, cibo, cellulare, scheda telefonica. Si adattano talmente bene da rifiutare le sistemazioni che non ritengono sufficientemente valide, si lamentano della quantità di vestiti ricevuti, del cibo che viene loro servito. E chi non approfitterebbe? Una persona che è stata “cacciata” da casa e si accorge che dove è arrivata gli è tutto dovuto alza la posta, chi non lo farebbe? Si rendono conto che sono in realtà “protetti” dallo Stato che li ospita e che possono sfruttare la loro condizione di pelle scura per puntare il dito e gridare razzista! Alcuni sono diventati talmente arroganti anche da delinquere sapendo di farla franca. Come dicevo prima teleguidati nelle proteste, come marionette.
I buonisti non si domandano se il valore della vita di queste persone non sia in realtà solo considerato “valore di una merce” da spostare da un mercato ad un’altro (fra l’altro a costo zero visto che paghiamo noi) in maniera da far costare meno la merce nel luogo d’arrivo? La merce nel luogo d’arrivo siamo noi, noi italiani, che ci vediamo sottratti i diritti conquistati nel tempo e che saremo costretti ad accettare lavori allo stesso salario che accetta la nuova merce in arrivo e con condizioni lavorative schiavizzanti. Vedi articolo! Merci loro e merci noi, schiavi loro e schiavi noi.
Occorreva una Libia destabilizzata per non fermare gli sbarchi.
libia-prima-e-dopoL’invasione della Libia è stata causale o cercava di ottenere un ben determinato scopo? Si perchè il dittatore Gheddafi era tanto che stava li, possibile che Francia e Stati Uniti se ne sono accorti solo nel 2011?
Se tornate a guardare il grafico su del Ministero dell’Interno noterete che fino al 2011 gli sbarchi erano veramente contenuti, un massimo di 60.000 persone, in linea con la frontiera orientale. Dopo l’esportazione di Democrazia da parte degli Stati Uniti e soprattutto della Francia a cui prudevano le mani c’è stato il periodo di guerriglia in cui gli sbarchi sono scesi a 13.500 persone per poi risalire nel 2013 e segnare il record nel 2014 (record in procinto di essere battuto nel 2015).
Una piccola digressione… chi era Presidente del Governo francese nel 2011? E a chi ha giurato fedeltà cornuta questo presidente?
Il contenimento che la Libia forniva grazie agli accordi fra il governo italiano e Gheddafi non era perfetto ma tamponava il problema. Forse si sarebbe raggiunto un equilibrio tipo spagnolo, ed invece…
Il sor Gheddafi non era certamente uno stinco di santo, ma governava la Libia con un progetto ben preciso, renderla il paese faro per l’Africa. A quel tempo lo stipendio pro capite dei libici era il più alto di tutta l’Africa; la Libia era un paese avviato verso la modernità e sussistevano progetti e accordi (soprattutto con l’Italia) per realizzare infrastrutture, fra l’altro un progetto mastodontico uno dei bacini d’acqua più grandi mai visti nel deserto, bacino d’acqua che avrebbe reso il deserto coltivabile. Non solo ricca di petrolio ma finalmente ricca d’acqua. Questo progetto è sparito dopo il 2011.
Altra cosa interessante della Libia era la sua eccezionale, almeno per l’Italia, usanza di comprare titoli di Stato italiani sul mercato terziario, un sistema che permetteva all’Italia di controllare il debito pubblico (a me piace ancora chinarla spesa pubblica, ma io son retrò) e alla libia di intrattenere rapporti commerciali e non solo, sia nella vendita di idrocarburi verso l’Italia sia di accordi commerciali privati.
Infine, ma non per ultima, la Libia era uno di quei paesi africani con una banca centrale statale e non privata; ne son rimasti due su cinque se non ricordo male, tre hanno subito l’esportazione di democrazia statunitense, la Libia appunto, l’Afghanistan e l’Iraq. Gli altri due, Siria e Iran sono pronti a ricevere la Democrazia? Oddio con la Siria siamo vicini vicini….
Quindi la Libia poteva sopravvivere nell’ottica mondialistica? No non credo proprio.
Ed in fine la criminalità organizzata.
buzziLa vicenda Roma, ma possiamo dire anche resto d’Italia è davanti a tutti, la concussione criminalità-politica è certificata dalle indagini e dalla magistratura, anche se i media ne parlano troppo poco. Come ha detto il sor Buzzi, “Gli immigrati fanno guadagnare più della droga”. Quando il connubio della criminalità e delle cooperative rosse traggono profitto dalla “merce” in entrata ci si deve chiedere come la politica che alberga sia nelle cooperative che nella criminalità possa attuare una qualsiasi politica per contrastare il fenomeno sbarchi. Soldi che invece di aiutare il paese Italia e i suoi Cittadini spariscono nelle tasche di affaristi e criminali, i veri razzisti. Ecco si, loro sono i veri razzisti che di perbenismo fanno affarismo. All’opinione pubblica si vende il buonismo delle persone, dei disgraziati che fuggono, ma nel giro criminale si usa la “merce” importata e si favorisce l’importazione, tanto da organizzare le navi per andare a prenderli direttamente. Chi si azzarda a proporre soluzioni diverse viene additato come razzista e populista e non certo per motivi buonisti, ma solo per interessi criminali. Chi guadagna su questi poveri cristi (o meglio maumettani) che arrivano da noi? Le cooperative rosse? La chiesa? La criminalità? I benemeriti che si beccano i 39 euro al giorno per ogni immigrato ospitato?
Per me si può fare in altra maniera, aumentando la socialità nei paesi dove non esiste cioè dove i diritti umani sono calpestati. Innalzare il sociale dove manca e non abbassarlo dove sussiste; ma questo è contrario al mondialismo oligarchico affarista dove il “capitale” solo conta e gli esseri umani sono solo merce al pari di un compasso o di una squadra. Si può fare, ma per farlo si deve noi per primi essere stabili e sociali e modificare il nostro modo di pensare per trasferire questa socialità e stabilità nel mondo, quindi ci tengono instabili e socialmente in regressione. Tutto questo però deve essere impegno comunitario a lunga scadenza e nell’immediato? Bene fa la Macedonia a lasciarli passare a diritto, anzi a favorirli nel passaggio verso l’Europa Unita; dopo innumerevoli appelli all’Unione Europea rimasti inascoltati la Macedonia ha aperto un corridoio protetto. La stessa cosa dovrebbe fare l’Italia, a tutti gli immigrati consegnare un permesso di soggiorno temporaneo per un mese in maniera che ai confini, non più sacri, del nord possano passare in ogni paese Europeo, secondo il trattato di Schengen.
Jacopo Cioni

giovedì 27 agosto 2015

BILDERBERG 2015

BILDERBERG 2015

 


Già da alcuni anni mi occupo di seguire , per quanto possibile, tutto ciò che riguarda il Club Bilderberg, la più esclusiva organizzazione di Potenti della Terra, che periodicamente si riunisce in assoluto segreto per stabilire le strategie con cui manipolare l'intero pianeta.
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I nomi altisonanti di Capi di Governo e di Re o Regine, così come quelli di banchieri, manager di multinazionali e personaggi di rilievo del panorama politico-economico mondiale, spiccano nella lista dei 130/140 invitati del gruppo Bilderberg.
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A questo proposito rimando chi legge a due miei precedenti articoli, che trattano proprio dei grandi poteri economici che hanno dato origine al monopolio finanziario mondiale da parte delle famiglie che ancora oggi lo detengono.
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Ieri alla pagina 23, del giornale "Il Resto del Carlino" è apparso il seguente articolo, che riporto integralmente :
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Bilderberg, il ritorno del club segreto. I potenti decidono anche le sorti greche.
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di Elena Comelli - MILANO 
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Mentre le trattative ufficiali tra il governo di Atene e i creditori stanno diventando una burla, i destini della Grecia si decidono altrove ; sulle Alpi del Tirolo, forse, dove ieri è cominciato il summit del gruppo Bilderberg, che ogni anno riunisce i grandi manovratori dell'economia e della politica mondiale in qualche remoto hotel di lusso, normalmente in Europa e una volta ogni quattro anni negli Usa o in Canada.
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Quest'anno a Buchen, non lontano da Innsbruck, sono presenti ben 140 economisti, banchieri e politici da 22 Paesi, fra cui anche il numero uno dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, l'ex Presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, il Primo Ministro olandese Mark Rutte, quello belga Charles Michel, il presidente austriaco Heinz Fischer e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. 
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Le riunioni, inaugurate nel 1954 dal banchiere David Rockefeller all'Hotel de Bilderberg a Oosterbeek, nel Paesi Bassi, vengono convocate per inviti e di norma non riuniscono più di 130-140 partecipanti, contrariamente al World Economic Forum di Davos, che ormai ha preso dimensioni gigantesche.
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Quest'anno, tra i manager saltano all'occhio i nomi di Michael O'Leary di Ryanair, Ana Botin di Santander, il chairman di Goldman Sachs Peter Sutherland e Paul Achleitner, presidente del consiglio di supervisione di Deutsche Bank.
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Tra i banchieri centrali c'è Benoit Coeurè.
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Non mancano esponenti di famiglie reali e grandi vecchi della politica americana, come l'ex regina Beatrice d'Olanda - figlia di uno dei promotori del gruppo, il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld - e Henry Kissinger.
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Fra gli italiani sono presenti l'ex premier Mario Monti e l'ex numero uno di telecom Italia Franco Bernabè, oltre al presidente di Fca John Elkann, la giornalista Lilli Gruber e il numero uno di Techint Gianfelice Rocca.
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Il Club "segreto", i cui dibattiti si svolgono sempre a porte chiuse, raccoglie più potenti del G7 o del G20, per confrontarsi senza alcun vincolo di programmi predeterminati.
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Si sa però, che si parlerà di intelligenza artificiale, di sicurezza informatica, di armi chimiche, di Grecia e crisi economiche, di strategia europea, globalizzazione, Iran, Medio Oriente, Nato, Russia, terrorismo, del Regno Unito alle prese con una possibile uscita dall'Ue e delle elezioni presidenziali negli Usa.
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L'assoluto riserbo, che scatena le fantasie dei complottisti, è probabilmente l'unico modo per trattare i temi più caldi, come la crisi greca, a viso aperto e forse anche per trovare quei compromessi che mancano alla trattativa ufficiale.
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Personalmente credo che i partecipanti alla riunione del Bilderberg rappresentino la base di una piramide, i cui vertici sono ancora sconosciuti ufficialmente, anche se è presumibile e scontato individuarne i tratti distintivi nello smisurato potere economico che detengono.
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La base di tale piramide, probabilmente, costituisce lo strumento operativo attraverso cui vengono manipolati interessi economici di proporzioni planetarie, saldamente nella mani d poche famiglie, come i Rotschild o i Rockefeller.
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La segretezza e il riserbo con cui il Bilderberg opera, sono caratteristiche tipiche delle organizzazioni che operano a fine di lucro, necessarie per poter manipolare ogni settore della società in cui queste sono inserite.
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Le massonerie mondiali, non a caso, hanno sempre fatto della segretezza una sorta di caposaldo distintivo e caratteristico, così come le mafie e le organizzazioni criminali.
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I sistemi operativi adottati nella strategia di ricerca del potere, prodromico al dominio economico e finanziario, non sono sempre limpidi e cristallini, ma anzi seguono spesso direttrici e percorsi che calpestano le democrazie nazionale  le volontà popolari.
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Gli episodi attraverso cui la speculazione finanziaria dei banchieri internazionali ha tratto benefici sulla pelle delle singole persone, e in ultima analisi su intere fasce di popolazione, rappresentano tanti anelli di una unica catena delinquenziale che lega tra loro i protagonisti coinvolti.
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Alcuni esempi ? 
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Il crack programmato della Monte Paschi di Siena (dietro cui c'erano le colpevoli e fraudolente collusioni col potere politico : il PD).
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L'introduzione dell'Euro nelle economie nazionali, che ha prodotto finora solo crisi e miseria, a totale ed esclusivo vantaggio dei gruppi bancari internazionali.
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Andando indietro nel tempo mi viene da pensare al "caso" Calvi, e alle implicazioni della Santa Sede e dello IOR nella vicenda.
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Mille altri "episodi", se analizzati in un contesto più generale, possono dimostrare l'evidenza di una strategia che tende alla monopolizzazione del potere economico, passando attraverso un processo di massificazione dei popoli, la privazione e il livellamento delle identità nazionali e delle loro prerogative monetarie ed economiche (da qui la nascita dell'euro) , e lo strangolamento di ogni anelito di dissenso verso tutto ciò.
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I trattati europei che sono stati stipulati (Maastricht, Schengen, MES, l'Atto Unico, Lisbona, ecc) ci privano del potere decisionale annullandoci come Nazione, in un'ottica che prevede di raggiungere un Nuovo Ordine Mondiale, nel quel saremo sudditi subordinati.
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Il potere e il monopolio totale sui popoli e sulle risorse disponibili, rappresentano l'ambita meta dei gruppi finanziari che operano per il suo raggiungimento.
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Ogni settore della nostra vita è impregnato dalle contaminazioni nefaste di questo piano criminale.
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Prendiamo il caso degli OGM..
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Non tutti sanno che le sementi OGM di cui gli agricoltori fanno uso producono un raccolto
i cui semi sono sterili.
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Tradizionalmente una parte del raccolto (non OGM) veniva utilizzato per la semina del raccolto successivo.
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Con gli OGM invece, ogni anno è necessario ricomprare le sementi, per cui l'agricoltore viene assoggettato al mercato delle multinazionali del settore, costituenti uno degli anelli del monopolio economico.
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Nel frattempo le stesse multinazionali stanno costituendo delle vere e proprie banche del seme, come quella situata sull'isola norvegese di Spitsbergen, al largo delle coste norvegesi, nell'arcipelago artico delle Svalbardin cui si stanno raccogliendo tutti i campioni della biodiversità mondiale.
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Quando gli OGM avranno reso sterile il pianeta, gli unici semi disponibili saranno quelli campionati in queste strutture, e il potere di chi potrà gestire tutto ciò sarà a dir poco devastante per l'intero pianeta.
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Mille altri esempi ci portano verso ciò che sembra essere lo scopo ultimo proprio di organizzazioni come il Bilderberg : il Nuovo Ordine Mondiale.
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Nessuno, naturalmente, ne parla...
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Telegiornale, radio, carta stampata, sembrano tutti ignorare il fenomeno....
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Questa mancanza di informazione fa parte di un piano ?
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Probabilmente si, poichè i media costituiscono uno strumento fondamentale per poter attuare la manipolazione delle coscienze, e per poter indirizzare le masse nella maniera desiderata.
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E' triste considerare che, davanti a tutto ciò, e di fronte alla devastante crisi economica che ci sta attanagliando, probabilmente proprio per effetto delle strategie dei gruppi finanziari che cercano il potere globale, molte persone sono comunque felici e appagate solo perchè la loro squadra di calcio ha vinto una partita.
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Le fabbriche si svuotano, e i posti di lavoro calano, mentre parallelamente gli stadi di calcio sono strapieni e super affollati...
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Chissà, forse siamo un popolo di masochisti...
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Dissenso

lunedì 24 agosto 2015

POST TECNICO, STRANI GOMMONI...

Post tecnico, oggi: parliamo degli strani gommoni dei migranti provenienti dalla Libia.

Sapete che spazio in molti argomenti, ma, io comunque tengo sempre fede al famoso detto “ne supra crepidam sutor judicarem“.
Che colpa ne ho se sono eclettico?

Oggi parliamo dei gommoni, quegli strani affari che provengono dalla Libia carichi di migranti, e cercherò di spiegarvi, numeri alla mano, perché i potentissimi mezzi delle varie marine che cercano di “fermare” i migranti, siano in realtà una parte consistente del problema.
Mi sono interessato per decenni della fabbricazione e del commercio dei benedetti “gommoni”, chiamati volgarmente in Italia “battelli pneumatici”, per cui so esattamente di cosa parlo.
Eccone un esempio classico, cinquanta persone su quel coso con un motorino piccolo piccolo.
La genesi di questi affari è semplice, dato che le “potentissime navi da guerra” occidentali pattugliano i mari e distruggono i catorci provenienti da Tunisia ed Egitto usati fino ad adesso, cosa ti pensano gli organizzatori?
Puntano gli occhi verso la vicina Tunisia, dove ci sono quattro aziende italiane o gestite da italiani che producono gommoni.
Non credo che gli italiani si siano prestati direttamente a servire gli scafisti, magari qualche loro dipendente tunisino si è prestato facilmente a spostarsi in Libia e mettere su una simpatica aziendina o, meglio, una serie di simpatiche aziendine.
Dovete sapere che “l’arte” della fabbricazione dei battelli pneumatici con tubolari in gomma è essenzialmente un lavoro manuale, con qualche tavolo, forbici e pennello costruisci sia il tubolare che lo scafo, eccovi altri esempi.
Notate forme, dimensioni e colori diversi, ovvero tante “aziende ” al lavoro.
Ora facciamo due conti:
Tubolare: ci vogliono mediamente 1,5 metri quadri per ogni metro lineare di tubolare, in questi casi, quindi possiamo calcolare un costo di circa 2000 euro per battello, come minimo.
Scafo, se vogliono fare le cose a modino, anche se ne dubito ci vuole quasi una tonnellata di materiale, tra vetro e resina , oppure possono fare lo scafo con delle assi di legno e poi impermeabilizzarlo con catrame e vetroresina.
Altri duemila euro di materiale.
Motore, e qui ho avuto delle sorprese:
ho fatto qualche telefonata zona Monastir (Tunisia) a qualche rivenditore, cercando motori marini usati, e mi sono sentito chiedere 400-500 euro per un 4 tempi da 70-80 Cv di marca “americana” e quasi tremila per un Tohatsu due tempi da 50 HP, esattamente come sospettavo.
Non ci vuole un ingegnere nucleare, i motori fino a 50 Hp sono utilizzabili anche con la barra, ovvero quella leva che sporge di fianco, e non necessitano di timoneria.
I motori più grossi no, occorre montare il “volante”.
Gli scafisti hanno fatto due conti pure loro , e di conseguenza stanno saccheggiando tutto il nordafrica in cerca di motori marini usati sotto i cinquanta cavalli, motori che sono infatti molto aumentati di prezzo.
Mettiamoci un attimo nei panni del trafficante di carne umana, e facciamo i soliti conti:
per mettere su quel rottame, tra tessuto, scafo e fuoribordo di seconda mano, oltre a un po di benzina, servono al massimo diecimila euro, abbondiamo e facciamo quindicimila.
I migranti pare che paghino in contanti (o lavorando gratis uno o due anni per i trafficanti) almeno millecinquecento euro a persona.
Teniamoci scarsi e calcoliamo cinquanta persone a gommone, fanno settantacinquemila euro.
Insomma guadagnano minimo quasi quattro volte l’investimento iniziale.
E chi li ferma davanti ad un guadagno simile?
Gli scafisti non ci sono, ovvio uno dei disgraziati a bordo, uno che magari una volta ha visto una barca si offre di fare la traversata gratis lavorando, ovvero conducendo il gommone.
Gli si dà una bussola (10  euro) o un  GPS palmare (altri sessanta euro da aggiungere al totale) e il gioco è fatto.
Non servono scafi perfetti, dato il motore piccolissimo, l’unico modo per farla andare un filino più veloce è farlo stretto e lungo, infatti nelle imbarcazioni dislocanti è la lunghezza che determina la velocità massima.
Ovviamente il motore piccolo e tirato al massimo (per quello parlavo di Tohatsu, che sono particolarmente adatti allo scopo , per motivi tecnici) consuma come una portaerei, per arrivare fino in Sicilia o a Lampedusa occorreranno minimo 3-400 litri di carburante, e di serbatoi grandi non se ne vede traccia.
Per non parlare della pazzia di fare traversate di centinaia di chilometri in quelle condizioni.
Mi ricordo quando erano gli albanesi a fare la traversata in condizioni simili, con carichi minori si installavano coppie di motori complessivamente 8-10 volte più potenti, e la distanza da percorrere era minore.
Il “trafficante di carne” albanese aveva fatto gli stessi conti e calcolava di riutilizzare i battelli più e più volte, confidando che sono un settimo dei mezzi veniva fermato ogni volta.
Il guadagno era tale che già ad ogni battello rientrato si tornava in pari dell’investimento, e poi il reato era tutto utile netto.
E qui mi sorge un piccolissimo dubbio, confortato anche dal fatto che i fuoribordo che vedete in foto ho faticato davvero a trovarli, di solito le telecamere puntano la fiancata del battello, e poi si buttano subito in uno stacco delle facce felici e disperate insieme dei migranti, tralasciando la visione complessiva della carcassa su cui navigano.
Il sospetto è che questi gommoni siano dotati più o meno della benzina necessaria per arrivare al largo delle coste libiche, e che in qualche modo gli organizzatori comunichino via radio con i soccorsi europei che li vanno a recuperare, la tipica “nave tedesca o inglese” che ne raccogli un migliaio e poi li scarica in Italia.
Chissà come facevano a sapere dove era quella flotta di gommoni… ah, saperlo.
Certo , ci sono gli incidenti, quei cosi sono fatti si e no per una traversata soltanto, e a nessuno in Libia frega niente se affogano o meno , i migranti.
Certo è che senza le navi dello “sbarramento” ben pochi di quelli che sono partiti arriverebbero alle coste europee, probabilmente affogherebbero o morirebbero di sete dopo aver finito la benzina.
Insomma sarebbero gli sforzi degli occidentali per “arginare” il fenomeno dei migranti a dare nuovo impulso al traffico.
I trafficanti, quegli impuniti , utilizzano la Flotta di Sbarramento come un comodo taxi, e gli permettono pure di risparmiare sulla benzina, che costa.
Vedo già Aziz (chissà perché tutti i tipi loschi africani e mediorientali me li immagino di nome Aziz) che dice :
“pericoloso? nooo. una decina di miglia al massimo e gli italiani vi vengono a prendere , vi danno una coperta, una bottiglia d’acqua e un panino e poi vi portano in Europa. Si, potrete anche ricaricare i cellulari, state tranquilli”
Ah, il Mondo Dei Pazzi.
Come ti senti dopo avere letto questo post?
 
                                                                                                                                                        
 

venerdì 21 agosto 2015

L'IDEOLOGIA DEL FASCISMO

    LA SOCIALIZZAZIONE FASCISTA NON E' UN
     ESPEDIENTE PRODUTTIVO, MA UN SISTEMA
    ORGANIZZATIVO DEL LAVORO INSERITO IN
   UN SISTEMA POLITICO ORIGINALE E RIVOLU-
   ZIONARIO, CHE PONE L'UOMO AL CENTRO DEL
   PROCESSO SOCIALE DI CUI FA PARTE ANCHE IL 

   LAVORO.  
  ECONOMIA FASCISTA
...in questa economia, i lavoratori diventano, con pari diritti e pari doveri,
collaboratori nell'impresa allo stesso titolo dei fornitori di capitali o dei
dirigenti tecnici. Nel tempo fascista il lavoro, nelle sue infinite manifestazioni,
diventa il metro unico col quale si misura l'utilita' sociale e nazionale degli
individui e dei gruppi. 

 SOCIALIZZAZIONE
Che cosa significa questa piu' alta  giustizia sociale? Significa il lavoro garantito, il
salario equo, la casa decorosa, significa la possibilità di evolversi e di migliorare
incessantemente: non basta: significa che gli operai, i lavoratori devono entrare
sempre più intimamente a conoscere il processo produttivo ed a partecipare alla
sua necessaria disciplina. 



L'IDEOLOGIA DEL FASCISMO


 
Che cosa è il Fascismo?

Una Ideologia Moderna e Rivoluzionaria che mira ad edificare un nuovo tipo di società alternativa a quella espressa dalle democrazie liberali e capitaliste. Il Modello politico di questo Ideale prende il nome di STATO ETICO CORPORATIVO.


Che cosa è lo Stato Etico?

Il Fascismo afferma il valore di in individuo inserito all’interno di una compagine sociale che è la comunità nazionale. Tale comunità si eleva a realtà etica diventando Stato, un ente Morale Superiore che ha il compito di realizzare il Bene Comune dei Cittadini. L’individuo identificandosi con lo Stato, quindi con la sua Comunità di appartenenza, raggiunge la vera libertà. L’etica che permea la morale dello Stato Fascista è il Corporativismo.

 
Che cosa è il Corporativismo?

Il Corporativismo è una concezione Morale ed Etica della Politica da cui deriva una concezione socioeconomica che mette l'uomo al centro della società, ritenendolo un Componente essenziale della Comunità nazionale. Il Corporativismo concepisce dunque la Comunità Nazionale come un Corpo Organico in cui ogni “parte” concorre e collabora per il Bene Collettivo. Compito dello Stato è di realizzare un armonico collettivo all’interno del quale non sono ammesse divisioni e lotte intestine, in nome della più pura ed autentica Democrazia Organica, totalitaria e corporativa. 


Il Corporativismo è anche un principio economico?

Si, anche l’economia rientra nello Stato, a differenza delle economie capitalistiche dove è lasciata all’egoismo individualistico di mercati e privati. Il Fascismo non ritiene che l'egoismo dei singoli sia fonte di benessere per tutta la società e mira alla creazione di una società solidale ed altruistica nella quale l'economia sia un mezzo per garantire il benessere materiale della società e nel quale il lavoro, assurgendo a valore morale, diventi non più l’oggetto ma il soggetto dell’economia.

Il Fascismo prevede la Partecipazione diretta del Lavoro nello Stato attraverso una Camera delle Corporazioni nella quale sono presenti i rappresentanti di ogni professione e delle diverse categorie produttrici, riuniti in sindacati di categoria che possano legiferare su questioni di loro competenza. Anche nelle aziende il lavoro partecipa alla gestione della “res publica” tramite una equa distribuzione degli utili.
 

Che differenza c’è tra Corporativismo Fascista e neocorporativismo anglosassone?

Il Corporativismo Fascista è qualcosa di completamente diverso dal sistema delle "corporates" americane, che sono singoli gruppi di potere che manipolano lo Stato per i propri egoistici interessi: nello Stato Etico Corporativo le corporazioni sono di fatto Organi dello Stato che concorrono al suo benessere e quindi al benessere della Collettività.

 

Il Fascismo è dunque una Dittatura Collettivistica?

Niente affatto, si tratta di indirizzare le iniziative private verso i bisogni della comunità realizzando quella sintesi armonica tra capitale e lavoro, individuo e Stato, libertà e autorità che è necessità vitale dell’epoca moderna. Questa impostazione rivoluzionaria dei problemi è il sigillo impresso di una nuova Civiltà. Lo Stato Etico Corporativo non solo è compatibile con il pluralismo, ma anzi lo esalta, valorizzando i singoli impulsi, senza che essi degenerino nell’antagonismo e nella frammentazione. Citando Ugo Spirito: “lo Stato per realizzarsi nella sua integrità non ha bisogno di livellare, disindividualizzare, annientare l’individuo e vivere della sua distruzione: al contrario esso si potenzia col potenziamento dell’individuo, della sua libertà, della sua proprietà, della sua iniziativa, della sua peculiare posizione nei rapporti con gli altri individui”.


Ma quindi il Fascismo è Democratico? 

Il Fascismo nega che i regimi liberali cosiddetti “democratici”, fondati sul monopolio del capitalismo finanziario, sulla dittatura dei parlamenti e dei partiti che non sono una libera espressione della volontà popolare, sulle clientele e sulla corruzione oligarchica, possano essere considerati regimi realmente democratici. Il Fascismo rivendica a se la pretesa di realizzare l’unica democrazia possibile, quella Corporativa, dove il Popolo partecipa attivamente e in maniera diretta alla vita dello Stato, in quanto Cittadino e Produttore, attraverso le diverse istituzioni e le Corporazioni. La democrazia fascista non è intesa in senso materialistico, come nei regimi liberali dove il popolo è visto come “numero”, ma spiritualmente come l’idea che nel popolo si attua quale coscienza e volontà di pochi e quale ideale tende ad attuarsi nella coscienza e volontà di tutti.

 

Il Fascismo è una Civiltà Spirituale?

Il Fascismo respinge il materialismo che rende l’uomo una macchina dedita all’interesse esclusivo per la cura dei suoi propri interessi economici e materiali ed esalta un modello di società Spirituale che riassume tutte le forme della vita morale e intellettuale dell’uomo. il Fascismo crede ancora e sempre nella santità e nell’eroismo, concepisce la vita come lotta, esalta quelle che sono le virtù etiche dell’uomo. 

Il Fascismo ha una concezione della vita religiosa in quanto richiede una fede cosciente, assoluta ed intransigente ai valori etici e morali che permeano la comunità. 

 
Questa Civiltà è solo italiana o Universale?

Il Fascismo, in continuità con la tradizione civile e imperiale di Roma, propone un Modello di Cittadinanza che trascende la mera appartenenza geografica per elevarsi a costruzione di una coscienza unitaria universale. Per il Fascismo il concetto stesso di Nazione non ha carattere "materiale", come nel nazionalismo, ma Spirituale. Lo Stato Fascista, superando i limiti di una visione fin troppo angusta e materialista non si pone confini territoriali, bensì affratella popoli e nazioni, crea un ponte tra culture differenti ed instaura un modello superiore di Civiltà. Civiltà che fu e sarà sempre imperialista; cioè mondiale, nel senso più alto e più puro della parola.

 
Il Fascismo non e' dunque razzista? 

Esattamente. Il Fascismo, dottrina erede dell'universalismo romano, non è razzista e nemmeno antisemita. La sua concezione Spirituale supera il materialismo tipico della concezione naturalistica del razzismo ed afferma il sommo valore dello Stato che affratella etnie, popoli e nazioni all'insegna della Civiltà Imperiale del Littorio. Per il Fascismo la cittadinanza è data dall’adesione ai valori etici e culturali trasmessi dallo Stato, che con la sua azione etico-pedagogica è in grado forgiare il carattere ed il temperamento degli uomini dando vita ad una nuova "razza", a prescindere dall’etnia d’origine, che rappresenta l'Uomo Nuovo Fascista. Solo chi non vuole assimilarsi all’armonico collettivo fascista e mira invece ad intaccarlo ne viene coerentemente allontanato, a prescindere dalla sua etnia.


Il Fascismo è di destra o di sinistra?

Per il Fascismo Destra e Sinistra sono parole vuote e prive di significato, appartengono alla fraseologia da museo dei sistemi liberali. Il Fascismo non è né di Destra né di Sinistra in quanto mira all’unità del Corpo Politico e Sociale della Nazione.

 
Quindi il Fascismo non è di Estrema Destra? 

Non solo il Fascismo non è di Destra o di Estrema Destra, ma considera questa area politica come il principale ostacolo alla sua affermazione, sia perché si appropria illegittimamente del Fascismo, snaturandone l’essenza, sia perché idee e metodologie sono estranee al Fascismo e fanno invece comodo alla nomenklatura antifascista che vede identificati in essa gli stereotipi del fascista rozzo, violento, razzista e filonazista.

 
Può il Fascismo definirsi una forma di socialismo?

Il Fascismo ha superato le vecchie dicotomie Destra e Sinistra, così come ha ripreso e superato lo stesso socialismo. Partendo dal recupero di Mazzini e coniugandolo ad esperienze e concezioni successive (Sindacalismo Rivoluzionario di Sorel) il Fascismo definisce la sua Dottrina come UNICO SOCIALISMO POSSIBILE, permeato da una concezione Spiritualistica basata sulla “Rivoluzione Morale” della Cittadinanza. Il socialismo di Mussolini si ritrova nella Dottrina stessa, fondata sull'Etica, la Morale e la Giustizia Sociale. Una Dottrina che vuole il Sindacalismo Corporativo come base del Lavoro Nazionale. Si tratta quindi, parafrasando Mussolini, di un “Socialismo Nostro”, un socialismo etico ed anti-materialista. 

 

Hanno le religioni una particolare valenza per il Fascismo? 

Il Fascismo riconosce e rispetta le religioni di un determinato popolo e rispetta la libertà di culto dei singoli cittadini fintanto che non siano in contrasto con l’etica dello Stato. Il Fascismo, rigettando le battaglie anticlericali del materialismo, auspica una società fondata sull’armonico collettivo all’interno del quale si stabilisca una retta Laicità fondata sulla concordia e sulla giustizia: Stato e Chiese che lavorino in campi distinti e definiti, ognuno nel proprio ambito e per la propria funzione. 

 
Qual è il simbolo del Fascismo?

L’emblema del Fascismo è il Fascio Littorio, simbolo dell'Unità, della Forza e della Giustizia. L'unità del Corpo Sociale, le cui classi sono legate insieme dalle verghe che simboleggiano l’Unità, la cui forza, l'ascia, è garante della Giustizia.

 
Quale Partito oggi rappresenta l’Ideale Fascista? 

Nessun partito odierno rappresenta l’Ideale del Fascismo mussoliniano- gentiliano. In particolar modo i partiti cosiddetti “neofascisti”, inseriti nel sistema partitocratico della repubblica nata dalla resistenza, che vengono ingenuamente associati ad esso. 

 
 

domenica 16 agosto 2015

Tra 10 anni l’Italia non esisterà più...

Tra 10 anni l’Italia non esisterà più, totalmente distrutta dall’euro e dalla UE

LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: ”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’, TOTALMENTE DISTRUTTA DALL’EURO E DALLA UE”
italia 2025

“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese. 
Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione”.
“L’Italia – prosegue lo studioso della prestigiosa London School of Economics – non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione un fatto certo”.
Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano”.
“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente – prosegue il professor Orsi –  nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che solo Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”.