mercoledì 29 giugno 2016

BREXIT ET CIRCENSES...NON FERMANO ISIS (??)

Circa 24 ore fa (forse unico in Italia) ho manifestato su Facebook la mia perplessità sul come tra Brexit ed Euro2016 fossero scomparse dai media le notizie relative all'Isis ed ai vari teatri di guerra e tensione mediorientali e non.
Impossibile che,misure di sicurezza a parte im Francia ed Inghilterra,il mondo si fosse fermato per permetterci di "cazzeggiare" tra Cameron,Farage,Junker e Renzi da una parte e Conte,De Rossi,Pellè e Buffon (con la D'Amico) dall'altra.
Infatti,passata in carrozza sui canali mediatici e sui social la notizia del "riavvicinamento" di Erdogan a Putin e (persino) a Netanyahu, puntuale è arrivato l'attacco terroristico all'aeroporto Ataturk di Istanbul,con relativa strage.
In questo momento una fonte parla di circa 36 morti e 150 feriti,probabilmente in gran parte stranieri visto che è stata colpita la zona  dei voli internazionali in arrivo,per far strage di turisti...veri "incoscienti organizzati" (da tour operator criminali) che vanno a cacciarsi in una delle città maggiormente probabile obiettivo di attentati nel mondo.
Isis o Daesh (come lo chiamano i musulmani che lo combattono davvero) non ha al momento rivendicato l'attentato compiuto (sembra) da tre kamikaze ed un commando di supporto...ma il governo turco lo ha già affibbiato al Califfo,che sarebbe incazzato con Erdogan per la guerra che il Sultano della Nato gli sta in portando in Siria.
Che poi questo non sembri suffragato da molti elementi è ininfluente per gli esperti ed i media occidentali...i turchi in territorio siriano (e turco) bombardano solo i Curdi (del Pkk ed Ypg), quelli di Daesh sono solo "danni collaterali" nella guerra reale ad Assad ed ai suoi alleati iraniani ed Hezbollah.
Operativamente l'attacco sembra ricordare quello allo aeroporto di Bruxelles,quindi l'attribuzione ai fedeli di Al Baghdadi sarebbe conseguente...ma,dai tempi dei falsi contro Saddam Hussein e Gheddafi, io invito a non fidarsi mai dei #servizisegretioccidentali (e la Turchia con la Nato è "occidentale").
Tutto è possibile con il terrorismo e nell'uso che se ne fa,di qualunque matrice sia...specialmente se è "di stato" (e l'Italia è maestra in questo).
Vedremo in seguito cosa si riuscirà a capire di questo ulteriore bagno di sangue,resta il fatto   (oggi tornato alla attenzione del mondo) che Istanbul e tutte le città d'Europa (pure Usa) non possono assolutamente essere messe in sicurezza totale.
Lo riscrivo per quanti ascoltano soltanto le voci (interessate e false) dei media generalisti nostrani.
Io non conto niente e sono "nessuno" ma quel che posso, o credo di potere fare, lo faccio lo stesso...

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello

P.s. Altri,sanguinosissimi,attentati ci sono stati ieri nello Yemen,massacrando militari e civili.
Ma di questi non importa a nessuno...
                                                                                                                                                     

lunedì 27 giugno 2016

LE EDIZIONI DELLA LANTERNA

Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico, coordinato dall' avvocato Edoardo Longo.

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venerdì 24 giugno 2016

BREXIT !

BREXIT


Il referendum sulla permanenza o meno dell’Inghilterra in Europa si è concluso con la vittoria del partito del Brexit e la sconfitta di quello del Remain.
A noi fa piacere in primo luogo per una questione di pancia.
Abbiamo fatto il Balilla e ci ricordiamo ancora della “perfida Albione” e del “Dio strameledica gli inglesi” di Silvius Appelius.
Sensazione di pancia che si è poi fortificata negli anni quando abbiamo avuto modo di analizzare gli atteggiamenti dell’Inghilterra verso il resto del mondo, sia negli ultimi secoli che negli anni più recenti,
Arroganza, supponenza, complesso di superiorità, dominio e schiavitù e poi, sempre, i bastoni tra le ruote di qualsiasi Paese che volesse alzare la testa, dalla nostra avventura in Abissinia, alla pretesa di controllo nel mare Mediterraneo, alle pretese di un trattamento speciale e di favore quando è entrata in Europa.
Inoltre l’Inghilterra in Europa è sempre stata il  cavallo di Troia degli USA di cui sono da sempre i soci ed i servitori.
Lo dimostra anche il fervore e l’impegno con cui gli USA si sono spesi in questa campagna elettorale per promuovere il partito del Remain, segno che stavano difendendo i loro interessi che non sono i nostri quando addirittura non sono in contrasto con essi!
Alcuni piccoli, ma significativi elementi di differenze rispetto al resto dell’Europa, volute e pretese per distinguersi, per essere diversi: guida a sinistra, rifiuto del sistema metrico decimale, rifiuto dell’euro, religione di stato retta dalla monarchia  …
Ma al di là delle motivazioni emotive, quello che ci allarmava e ci spaventava era il fatto che tutti i poteri forti della finanza internazionale avessero, non solamente tifato, ma prepotentemente interferito nella propaganda elettorale per convincere gli Inglesi a votare per il Remain.
La borsa internazionale, i capi dei governi, i potenti europei e d’oltre oceano, i centri del potere finanziario mondiale si sono spesi sino allo spasimo per evitare che gli inglesi potessero votare per l’uscita dall’Europa.
Dato che TUTTI costoro sono i nostri nemici in quanto fanno solamente gli interessi di ben definiti gruppi del potere finanziario, senza produrre ricchezza per le nazioni ed a scapito  dei cittadini, è del tutto evidente che i loro interessi sono in contraddizione con i nostri e perciò, se loro vincono, noi perdiamo ..!!
A chi volesse criticare le nostre posizioni diciamo che invece la cosa è molto semplice e che NON si presta ad equivoci perché “gli amici del nostro nemico, sono nostri nemici”.
Ora speriamo vivamente che Scozia ed Irlanda, che vogliono restare in Europa, si stacchino dal Regno Unito che a questo punto si disintegrerà riducendo l’ex impero britannico ad una piccola regione provinciale senza importanza ..!!
Tutto il resto è aria fritta ..!!

Alessandro Mezzano
                                                                                                                                           

mercoledì 22 giugno 2016

LA POLITICA DEL FALLIMENTO




LA POLITICA DEL FALLIMENTO

Quando tutta una serie di problemi importanti e gravi che coinvolgono la vita di un Paese e sono determinanti per un sereno sviluppo della sua società non vengono risolti neppure nell’arco di decenni e nonostante proclami, promesse e progetti di ogni parte politica, allora esiste una sola, unica spiegazione possibile: qualche cosa di fondamentale non funziona e non solo negli uomini che gestiscono il potere, ma anche e di più nel sistema di potere di cui quegli uomini e quella classe dirigente non sono la causa, ma l’effetto!
In Italia, da svariati decenni, ci sono grandi problemi irrisolti.
I principali sono: mafia, corruzione, evasione fiscale e lavoro nero, elefantiasi della prassi e dei tempi  della giustizia, difesa dei posti di lavoro e dei salari.
Su questi temi tutti i governi e tutte le forze politiche si sono impegnati con promesse, proclami e programmi puntualmente disattesi senza che mai ne siano scaturiti risultati apprezzabili!
Consideriamo tutto il periodo dal primo dopo guerra ad oggi.
La mafia non solo non è stata debellata o ridotta in sordina, ma al contrario è diventata più forte, più spavalda, più padrona del territorio ed oggi arriva a controllare, direttamente o indirettamente almeno quattro regioni e, come testimoniano le cronache recenti, si sta infiltrando massicciamente persino nel nord Italia.
Il suo fatturato è diventato il più alto di ogni altra categoria imprenditoriale del Paese.
Inoltre traspare dalle indagini e dalle testimonianze dei pentiti che si sono fatte sempre più strette le connessioni tra mafie e politica che in molti casi è diventata organica ad esse!
La corruzione della politica e di conseguenza della pubblica amministrazione è arrivata a livelli persino superiori a quelli del periodo di “tangentopoli” come affermano, inascoltati, i procuratori della repubblica ed anche qui le quotidiane cronache dei media confermano e testimoniano il marcio che infetta ad ogni livello istituzioni e partiti, dal più basso sino a membri dello stesso governo, la nazione.
L’’evasione fiscale italiana è stimata in 130 miliardi di euro all’anno ed è considerata la più alta in assoluto di tutti i Paesi occidentali.
Le stime confermano che ogni anno tali livelli di evasione fiscale non solo non diminuiscono, ma aumentano costantemente!
Il lavoro nero, che oltre ad essere un’ulteriore evasione sia fiscale che previdenziale è senza dubbio una vergognosa piaga sociale, ed un reato contro l’umanità, continua ad essere largamente sfruttato da imprenditori senza coscienza e senza scrupoli senza che lo Stato faccia nulla di efficace per contrastare questo fenomeno schiavistico la cui entità è  stimata il 35% del totale del lavoro nazionale.
Di riforme della giustizia si sente continuamente a parlare da tutti e da almeno 60 anni senza che mai ne sia stata concretizzata una che servisse a risolvere i tempi biblici dei processi, ad adeguare gli organici inadeguati della magistratura e dei servizi, la pletoricità delle leggi dei codici che sono in assoluto il numero di gran lunga maggiore di tutta l’Europa, a snellire le procedure, a informatizzare gli uffici che funzionano ancora con faldoni e messi notificatori come nell’800, ecc. ecc.
Le uniche riforme significative rilevate sono quelle contrarie ad ogni senso di giustizia e del diritto che hanno determinato leggi “ad personam” per accorciare le prescrizioni, per depenalizzare i reati, o per impedire che la sentenza di un regolare processo passato in giudicato possa essere considerata elemento probante in un successivo processo in corso, il tutto per tenere lontano dal carcere una persona e per di più con la beffa di far passare il tutto per provvedimenti di giustizia per tutti.
La difesa dei posti di lavoro e dei salari, che sarebbe precipuo dovere di ogni governo, di qualsiasi colore di un Paese, ha avuto in Italia il risultato che la precarietà è diventata la regola anziché l’eccezione, che i padroni contano di più ed i lavoratori contano di meno, che il potere d’acquisto dei salari è fortemente diminuito tanto che molti lavoratori stentano ad arrivare alla fine del mese ed in percentuale, la disoccupazione è notevolmente aumentata raggiungendo livelli tra i più alti dal 1945 e tra i più alti in Europa colpendo in modo particolare i giovani!
Concludendo la classe politica italiana non solo non ha saputo risolvere i più grossi problemi del Paese, ma li ha notevolmente e costantemente aggravati dimostrando inettitudine, inadeguatezza e malafede!
Dopo 71 anni di questo regime e con questi risultati si può affermare senza pericolo di smentita che il sistema non funziona e che va radicalmente cambiato.
Come abbiamo già scritto, sarebbe ora di esautorare questa classe politica e sostituirla con le rappresentanze delle categorie significative del lavoro, del pensiero e dell’economia che avessero potere legislativo ed ispettivo e che soprattutto non avessero come mestiere la politica politicante intesa non come servizio al Paese, ma solamente come strumento di potere fine a se stesso come è ora!
In una qualsiasi azienda privata, una dirigenza che avesse ottenuto risultati così scarsi e negativi per tanto tempo, sarebbe licenziata in tronco.
Forse ci illudiamo, forse c’è una vena di utopia nel nostro ragionamento, ma senza le utopie il progresso della società umana si arresta e comunque nulla è peggio di quanto siano ora la politica ed il potere!
Alessandro Mezzano
                                                                                                                                                  


domenica 19 giugno 2016

SANITÀ E SCHIAVITÙ


SANITÀ E SCHIAVITÙ

Credo che oggi siano qui riuniti alcuni degli ultimi uomini liberi che ancora vivono su questo pianeta. Ad essi mi rivolgo per indirizzare la loro attenzione su un argomento che troppo spesso viene trascurato o ignorato. C'è una specie di tabù per quanto riguarda la medicina, una specie di timore reverenziale per una materia, verso la quale quasi tutti sospendono il loro giudizio per inchinarsi docilmente di fronte all'esperto: il medico! Nelle mani del quale spesso mettono la loro stessa vita...
Da alcuni anni, per chi sa vedere oltre il velo dei media, vi sono i chiari segnali di un piano, di una morsa che si sta stringendo sull'umanità per distruggere le ultime libertà su cui ancora speriamo di far conto.
- Recrudescenza di attentati > “guerra senza fine” contro il terrorismo.
- Crisi finanziarie e monetarie > diffusa paura e insicurezza per il futuro.
- Codex alimentarius > leggi per impedire l’uso di vitamine vitali per la salute umana, leggi per rendere più difficile l’uso delle medicine non convenzionali, per diffondere gli OGM, per abolire l'agricoltura biologica, ecc...
- Attentato dell’11 settembre > in USA leggi poliziesche oppressive, sospensione di molti diritti costituzionali.
- In Francia: legge sul reato di “soggezione psicologica”, con la quale viene di fatto abolita la libertà di opinione e di associazione > obiettivo principale nelle intenzioni della legge: eliminare le medicine non convenzionali e i gruppi di guarigione spirituale. E’ prevista una pena di otto anni di galera!
- In Italia: attacco mediatico concertato e martellante contro (in ordine di tempo) maghi, gruppi spirituali, medicine non convenzionali > proposta di legge sul plagio, sul tipo di quella francese sulla soggezione psicologica.
- L'aumento vertiginoso della spesa sanitaria e, in particolare, delle droghe psichiatriche in adulti e bambini.
- Gli allarmi per nuove, inesistenti malattie. Vi ricordate? ci dichiararono che nell'anno 2000 l'AIDS avrebbe contagiato il 60% dell'umanità? Vi ricordate la SARS? l'influenza dei polli? E che ne dite ora dell'influenza suina? Qualche dubbio serpeggia nella vostra mente?

Se teniamo a mente che i padroni delle banche sono anche i padroni del petrolio, dei media, della grande distribuzione alimentare, delle fabbriche di armi e delle multinazionali farmaceutiche, non possiamo che concludere che questi gruppi di potere stanno sferrando un attacco totale contro l'umanità. I loro tentacoli sono infiltrati in tutti i governi del pianeta; i ministeri della sanità sono formati da loro funzionari; finanziano i parlamentari di destra e sinistra di quasi tutto il mondo.
I mezzi che usano per dominare sono due; metteteli bene in mente, sono:


SCARSITÀ e PAURA.
Il loro fine è il potere assoluto su un'umanità di schiavi.
Avete osservato che attualmente la medicina non guarisce praticamente alcuna malattia? Pensate alla storia infinita della ricerca sul cancro. Pensate alle raccolte infinite di fondi per altrettante malattie. Pensate ai trattamenti che durano una vita, come quelli per l'ipertensione e il diabete. Ma davvero credete che oggi la scienza non abbia i mezzi per trovare la cura definitiva per la maggior parte delle nostre malattie?
Prendete il costo di una compressa per l'ipertensione, moltiplicatelo per 365 giorni, moltiplicatelo per il numero di anni in cui il malato è costretto ad assumerla (dai 20 ai 40), moltiplicatelo ancora per le centinaia di milioni di ipertesi di tutto il mondo. Comincerete a rendervi conto di molte cose... di perché non esiste una cura definitiva per alcuna malattia, del potere di queste multinazionali... e comincerete a pensare alla vostra salute in maniera diversa.
Statistiche ufficiali contano dai 1.500.000 ai 2.000.000 morti all'anno causati dalla medicina ufficiale, sommando solo Europa e USA. E statistiche altrettanto ufficiali testimoniano che, ogni volta che i medici scioperano, le percentuali di morte diminuiscono drasticamente!
Pensate che siamo arrivati a questo punto perché i medici sono tutti degli imbecilli o dei disonesti? No, decisamente no. Le ragioni sono molto più precise, più profonde, e sono state deliberatamente causate e volute.
In verità esistono da tempo le soluzioni alla maggior parte delle malattie dell'umanità, in special modo per quanto riguarda quelle che sono considerate le due prime cause di morte nei paesi “occidentali”: il cancro e le malattie cardiocircolatorie. Conoscerle, usarle, diffonderle deve essere parte integrante della vita dell'uomo libero.



Alberto R. Mondini
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giovedì 16 giugno 2016

Legge antinegazionista.


 
Legge antinegazionista. La parola al Prof.Claudio Moffa: Quel che può accadere. E quel che si dovrebbe fare

di Claudio Moffa (*)
 
Ora i media parlano chiaro. Per mesi e mesi la leggina riforma dell’art 3 della legge Reale che introduce il reato di «negazionismo» è stata presentata in modo edulcorato come foriera di nessun pericolo, visto che la negazione dei crimini contro l’umanità quale indicati dallo Statuto della Corte penale internazionale fa la sua apparizione solo come aggravante di un reato di incitamento all’odio razziale. Ora invece la legge è legge antinegazionista punto e basta.
 
È quello che avevo sostenuto io fin dall’inizio, sottolineando che la verità potrebbe stare in mezzo ma che il pericolo resta: perché è vero che la legge approvata non è quella sognata dagli oltranzisti dell’imbavagliamento della Storia, una legge con «diretta» condanna del nebuloso negazionismo. Ma dall’altra e comunque, il giudizio sulla storia, che dovrebbe essere libero e garantito a tutti i cittadini dagli articoli 21 e 33 della Costituzione, entra comunque nella sfera della criminalità penale, e si potrebbero creare, secondo discrezionalità del magistrato e costruzione nel tempo di una «giurisprudenza» in crescendo, casi aberranti di stampo decisamente liberticida.
 
Se per esempio un processo ex violazione della legge Reale riformata venisse affidato a quel tal giudice romano, stimatissimo, ma che fece parlare un ultras della Storia dettata per legge nonostante avesse, il teste, cambiato all’ultimo momento il capitolo di prova (non si può, come noto); o se la stessa cosa capitasse al PM abruzzese che rifiutò per due volte di chiedere un rinvio a giudizio dopo aver riconosciuto che il comportamento del querelante in un caso di ricostruzione storica era stato limpido e corretto, e tuttavia egli era stato pesantemente diffamato; e di poi lo stesso caso capitasse al GIP pescarese di riferimento di quel PM (il procedimento era lo stesso), che in modo speculare, ravvisando a sua volta (anche lui in due Camere di consiglio) un evidentissimo reato di diffamazione, non ebbe il coraggio di chiedere l’imputazione coatta come suo dovere, per giunta dandosi alla fuga attraverso il noto marchingegno di tanti processi ingiusti, di fissare la data della Camera di consiglio decisiva, due giorni dopo essere stato trasferito ad altro ufficio del Tribunale: se insomma si riproponessero casi di questo tipo, sicuramente la «giurisprudenza» assumerebbe nel tempo dei contorni tetri e pericolosi per le libertà costituzionali.
 
Basterebbe – altro esempio - un provocatore prezzolato e poi di nascosto beneficiato, che prima urla da vero antisemita al vero odio razziale, e poi per giustificarsi davanti al giudice dice che non è vero (come non è vero) che sono stati 6 milioni gli ebrei morti nei lager, per fare applicare la nuova legge: non dicono tutti i giornalisti ad ogni occasione, almeno una ventina di volte all’anno, che sono 6 i milioni di ebrei uccisi dai nazisti? La condanna prodotta dalla nuova legge inserisce così la Storia nel diritto penale, creando un precedente che un secondo magistrato potrà estrapolare e separare come giurisprudenza acquisita, il caso appunto dei 6 milioni «negati».
 
Voi direte, non è possibile: teoricamente non sarebbe possibile, ma poiché come noto su questo terreno, delle opinioni, della libertà di critica e della diffamazione, molti magistrati fanno quel che loro pare e piace, allora questa sarà una ben percorribile strada che gli stessi poteri forti che hanno addomesticato tutto il Parlamento italiano, saranno in grado di far prendere anche alla magistratura italiana.
 
Di chi la responsabilità di tutto questo, oltre che della politica, governativa e di opposizione, di centro di sinistra e di destra? Un po’ di tutti, e non solo degli addetti ai lavori (docenti delle scuole e universitari, tra i quali il nobel dell’opportunismo va a chi spara a vanvera contro il «negazionismo» per avere un posticino al sole in qualche sala della Camera) ma anche di certo mondo della rete, quelli che si beano del fatto che il mondo e l’Italia vanno a rotoli (anche su questo terreno) attaccando tutto e tutti, per dimostrare che loro sono i veri eroi, e che il disprezzo per le istituzioni deve essere totale, senza articolazioni, senza tentativi di arginare le derive in atto.
 
Tanto c’è Zuckerberg che ci fa sfogare. Non è così, la rete è utile ma le istituzioni restano il luogo della vera resistenza ai soprusi e alle norme ingiuste, e da lì bisognerebbe ricominciare. Certo il panorama proprio su questo terreno è veramente allarmante, ma come pensate che si possa tornare indietro se non trovando il coraggio e trovando chi ha il coraggio in Parlamento di opporsi allo stato di cose oggi esistente?
 
(*) Professore ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali, Università di Teramo

                                                                                                                                                                  


SIGNORAGGIO: LA SOLUZIONE DI MUSSOLINI
 
                                                                                                                                                      

martedì 14 giugno 2016

LE ALTERNATIVE ALLA DEMOCRAZIA --- LA POLITICA DEL FALLIMENTO


LE ALTERNATIVE ALLA DEMOCRAZIA

In un articolo precedente avevamo espresso la nostra convinzione anti democratica e dimostrato come la democrazia diretta sia un’utopia che comunque sarebbe foriera di mal governo in funzione del fatto che a decidere sarebbero le maggioranze che, per legge di natura, sono le meno qualificate stante che in natura la Qualità è sempre inversamente proporzionale alla quantità.
Avevamo anche dimostrato come la democrazia indiretta o per delega si risolva in una truffa a danno dei Cittadini e diventi in pratica una furbocrazia o comunque una oligarchia di gruppi di interessi privati che non coincidono ed anzi spesso confliggono con gli interessi dei Cittadini e del Paese.
Ora tenteremo di proporre un sistema alternativo alla democrazia che abbia la capacità di ovviarne i difetti e che sia in grado di coniugare efficienza ed equità sociale.
L’alternativa da noi proposta è lo Stato Organico che si basa su due concetti base: Corporativismo e Socializzazione.
Corporativismo:
Le corporazioni sono associazioni che riuniscono gruppi di Cittadini che hanno in comune gli stessi interessi nel campo  del lavoro, della produzione, della creatività e della finanza, siano essi imprenditori che lavoratori.
All’interno di uno Stato, le varie corporazioni assumono il valore di elementi costitutivi della società civile e politica nel senso più ampio dei termini e sono controllate dallo Stato per quanto riguarda il loro apporto di diritti e di doveri verso la comunità nazionale, mentre esse stesse si auto regolano per quanto attiene ai diritti e doveri reciproci.
Una Magistratura del lavoro risolve e dirime tutte le eventuali vertenze tra imprese e lavoratori, siano esse di natura economica che normativa mentre lo Stato, come già detto controlla che il tutto si svolga nell’ambito degli interessi del Paese.
Tutto questo elimina dalla scena la lotta di classe che è sempre solamente un rapporto di forza e mai di equità e che non ha più ragione di essere nello Stato corporativo dove i rapporti sono regolati tra le parti con la mediazione dello Stato e dove questi rapporti non sono più regolati dalla forza, ma dalla legge!
Una Camera delle corporazioni partecipa alla emanazione delle leggi dello Stato per quanto riguarda le materie che le riguardano ( e quindi anche per il lavoro e la produzione ) dando un apporto di competenza specifica, di esperienza e professionale che non si trova mai nei parlamenti tradizionali della tradizione democratica dove un politico può fare indifferentemente il ministro della sanità, del lavoro, degli esteri o della pubblica istruzione, senza avere alcuna competenza specifica delle materie di cui si deve occupare.
A differenza poi dei partiti politici che finiscono sempre di essere anche loro delle corporazioni, ma di interessi diversi da quelli dichiarati e quindi in senso degenere e tesi comunque a soddisfare ambizioni economiche private o di casta, le corporazioni così come le intendiamo come organi costitutivi dello Stato Corporativo sono un elemento di equilibrio e di equità sociali e concorrono allo sviluppo armonico della vita civile e della Nazione.
Socializzazione:
La Socializzazione è il punto di arrivo dello stato corporativo in cui le corporazioni sono uno strumento di transizione per portare lo Stato da una posizione liberalcapitalista ad una, appunto, di Socializzazione.
La socializzazione è la sintesi ultima di un processo che porta i Cittadini di uno Stato alla partecipazione attiva al suo governo incominciando dal settore dell’impresa e del lavoro.
Il lavoratore e l’imprenditore non sono più elementi in antitesi ed avversari sociali, ma diventano collaboratori nella conduzione dell’azienda trasformando la lotta di classe in sinergia perché, dati i presupposti di condivisione degli utili e delle responsabilità, vengono spazzati via i motivi di contrasto che sono sostituiti da interessi e scopi comuni.
Il lavoratore cessa di essere oggetto del lavoro, ma diventa uno dei soggetti di esso con un vantaggio che non è meramente economico, ma che assume il valore morale di dignità. di partecipazione, di corresponsabilità partecipando alla gestione aziendale.
Insomma, invece di avere la risultante algebrica di due entità di valore opposto si ha la somma di due entità positive ed il risultato diventa assolutamente più valido!
Nella socializzazione delle imprese ( primo passo per la socializzazione dello Stato) la proprietà dell’azienda è suddivisa tra imprenditore in quanto tale e lavoratori in quanto tali il che significa che tali diritti di proprietà hanno il loro limite nella funzione esercitata ed i lavoratori non possono né vendere, né dare in eredità questo titolo di proprietà che è tale solo e fintanto che il lavoratore lavora nell’azienda.
Inoltre, nell’azienda socializzata, le parti sono tenute ad agire nell’interesse superiore dello Stato e quindi della comunità Nazionale e di questo obiettivo si fa carico il controllo dello Stato Organico ( un esempio, benché parziale di tale concetto lo si ha già per esempio in Germania dove le ditte con un determinato numero dipendenti come Bayer o BASF danno ai propri lavoratori circa un terzo della proprietà delle aziende )
Immaginate la conduzione dei rinnovi contrattuali o le decisioni sulle delocalizzazioni in una siffatta situazione …
Tale concetto di socializzazione può essere in seguito esteso ai rapporti dei Cittadini con le istituzioni in un processo di vera cooperazione dove però lo Stato etico è l’arbitro imparziale e decisivo delle soluzioni finali che devono sempre tenere conto dell’interesse Nazionale.
E’ l’idea dello Stato Organico e cioè di quella forma di Stato che non è pura entità amministrativa, ma un’organizzazione sociale totalizzante in cui, come accade nella famiglia che della società è la cellula primaria,  ogni cittadino ha una sua identità ed una sua funzione sociale in quanto membro della comunità e la comunità ha la sua identità e la sua funzione solamente in quanto aggregazione e sommatoria dei suoi cittadini con i valori della tradizione, della cultura e della solidarietà!
Uno Stato in cui i Cittadini non operano solamente per il proprio interesse personale, ma sono le componenti di uno sforzo collettivo per il progresso dell’intera comunità.
Per chi volesse approfondire tali concetti, rimandiamo a “Lo stato organico” di Rutilio Sermonti
Come ulteriore organizzazione dello Stato corporativo e sociale vorremmo aggiungere una selezione meritocratica che provveda affinché i soggetti cui sarà richiesto di partecipare alle decisioni della vita pubblica siano persone informate e capaci.
Si potrebbero istituire nelle scuole dei corsi obbligatori di educazione civica nei quali si spiegasse ai futuri cittadini quali sono le istituzioni dello Stato, quali i loro compiti e le funzioni, quali siano i diritti ed i doveri dei cittadini verso lo Stato e dello Stato verso i Cittadini, quali siano le principali leggi che regolano l’amministrazione della cosa pubblica sia a livello locale che a livello nazionale.
.Avremmo così una classe di cittadini coscienti e preparati a dare il loro fattivo contributo alla gestione dello Stato corporativo e sociale anziché una massa amorfa di persone che ignorano i principi basilari delle regole della vita sociale.
Mussolini disse:” L’ignoranza esclude dalla partecipazione” e questo non è un concetto di selezione elitario quanto una legge di natura perché l’esclusione non deriva da una discriminazione contro qualcuno, ma deriva dalla incapacità di quel qualcuno di capire e di partecipare con cognizione di causa e quindi con virtuosa operatività sociale!
Il superamento dei suddetti corsi costituirebbe titolo essenziale per potere partecipare alla carriera politica attiva come rappresentante delle corporazioni.
Tanto per contestare subito le consuete ritrite e banali osservazioni dei democratici che sostengono non vi sia altra alternativa alla democrazia se non la dittatura vogliamo precisare che la storia ci insegna come la dittatura non sia mai stata, né possa essere, una stabile forma di governo in quanto essa ha bisogno di particolari condizioni storiche e di uomini di grande carisma, condizioni queste che non possono essere programmate né essere programmatiche, ma che sono esclusivamente contingenti ed irripetibili.
Inoltre, anche una superficiale analisi delle dittature degli ultimi anni dimostrano che esse non nascono da una ideologia specifica, ma hanno le loro radici in ideologie a volte tra di loro antitetiche ed a volte nate dal una concezione politica assolutamente democratica come per esempio le decine di dittature comuniste!
L’ideologia della dittatura in se è una corbelleria insostenibile degna di cervelli che ragionano solo in modo superficiale!
Quanto alla nostra diffidenza ed alla nostra totale critica alla democrazia, a chi ci contesta di essere dei visionari e dei “parvenues” intellettuali rispondiamo che in questo siamo in buona compagnia, da Platone ( lettera VII° e La repubblica ) a Tommaso Moro (“Utopia”) a Tommaso Campanella (“ La città del sole” ) ed in parte anche nel pensiero filosofico di Fichte ( la dottrina dello Stato ) e Hegel ( lineamenti di filosofia del diritto ) e giù sino ad Evola ( Gli uomini e le rovine ) e pertanto respingiamo i soliti luoghi comuni ignoranti ed invitiamo a ragionare nel merito .!!

Alessandro Mezzano
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LA POLITICA DEL FALLIMENTO

Quando tutta una serie di problemi importanti e gravi che coinvolgono la vita di un Paese e sono determinanti per un sereno sviluppo della sua società non vengono risolti neppure nell’arco di decenni e nonostante proclami, promesse e progetti di ogni parte politica, allora esiste una sola, unica spiegazione possibile: qualche cosa di fondamentale non funziona e non solo negli uomini che gestiscono il potere, ma anche e di più nel sistema di potere di cui quegli uomini e quella classe dirigente non sono la causa, ma l’effetto!
In Italia, da svariati decenni, ci sono grandi problemi irrisolti.
I principali sono: mafia, corruzione, evasione fiscale e lavoro nero, elefantiasi della prassi e dei tempi  della giustizia, difesa dei posti di lavoro e dei salari.
Su questi temi tutti i governi e tutte le forze politiche si sono impegnati con promesse, proclami e programmi puntualmente disattesi senza che mai ne siano scaturiti risultati apprezzabili!
Consideriamo tutto il periodo dal primo dopo guerra ad oggi.
La mafia non solo non è stata debellata o ridotta in sordina, ma al contrario è diventata più forte, più spavalda, più padrona del territorio ed oggi arriva a controllare, direttamente o indirettamente almeno quattro regioni e, come testimoniano le cronache recenti, si sta infiltrando massicciamente persino nel nord Italia.
Il suo fatturato è diventato il più alto di ogni altra categoria imprenditoriale del Paese.
Inoltre traspare dalle indagini e dalle testimonianze dei pentiti che si sono fatte sempre più strette le connessioni tra mafie e politica che in molti casi è diventata organica ad esse!
La corruzione della politica e di conseguenza della pubblica amministrazione è arrivata a livelli persino superiori a quelli del periodo di “tangentopoli” come affermano, inascoltati, i procuratori della repubblica ed anche qui le quotidiane cronache dei media confermano e testimoniano il marcio che infetta ad ogni livello istituzioni e partiti, dal più basso sino a membri dello stesso governo, la nazione.
L’’evasione fiscale italiana è stimata in 130 miliardi di euro all’anno ed è considerata la più alta in assoluto di tutti i Paesi occidentali.
Le stime confermano che ogni anno tali livelli di evasione fiscale non solo non diminuiscono, ma aumentano costantemente!
Il lavoro nero, che oltre ad essere un’ulteriore evasione sia fiscale che previdenziale è senza dubbio una vergognosa piaga sociale, ed un reato contro l’umanità, continua ad essere largamente sfruttato da imprenditori senza coscienza e senza scrupoli senza che lo Stato faccia nulla di efficace per contrastare questo fenomeno schiavistico la cui entità è  stimata il 35% del totale del lavoro nazionale.
Di riforme della giustizia si sente continuamente a parlare da tutti e da almeno 60 anni senza che mai ne sia stata concretizzata una che servisse a risolvere i tempi biblici dei processi, ad adeguare gli organici inadeguati della magistratura e dei servizi, la pletoricità delle leggi dei codici che sono in assoluto il numero di gran lunga maggiore di tutta l’Europa, a snellire le procedure, a informatizzare gli uffici che funzionano ancora con faldoni e messi notificatori come nell’800, ecc. ecc.
Le uniche riforme significative rilevate sono quelle contrarie ad ogni senso di giustizia e del diritto che hanno determinato leggi “ad personam” per accorciare le prescrizioni, per depenalizzare i reati, o per impedire che la sentenza di un regolare processo passato in giudicato possa essere considerata elemento probante in un successivo processo in corso, il tutto per tenere lontano dal carcere una persona e per di più con la beffa di far passare il tutto per provvedimenti di giustizia per tutti.
La difesa dei posti di lavoro e dei salari, che sarebbe precipuo dovere di ogni governo, di qualsiasi colore di un Paese, ha avuto in Italia il risultato che la precarietà è diventata la regola anziché l’eccezione, che i padroni contano di più ed i lavoratori contano di meno, che il potere d’acquisto dei salari è fortemente diminuito tanto che molti lavoratori stentano ad arrivare alla fine del mese ed in percentuale, la disoccupazione è notevolmente aumentata raggiungendo livelli tra i più alti dal 1945 e tra i più alti in Europa colpendo in modo particolare i giovani!
Concludendo la classe politica italiana non solo non ha saputo risolvere i più grossi problemi del Paese, ma li ha notevolmente e costantemente aggravati dimostrando inettitudine, inadeguatezza e malafede!
Dopo 71 anni di questo regime e con questi risultati si può affermare senza pericolo di smentita che il sistema non funziona e che va radicalmente cambiato.
Come abbiamo già scritto, sarebbe ora di esautorare questa classe politica e sostituirla con le rappresentanze delle categorie significative del lavoro, del pensiero e dell’economia che avessero potere legislativo ed ispettivo e che soprattutto non avessero come mestiere la politica politicante intesa non come servizio al Paese, ma solamente come strumento di potere fine a se stesso come è ora!
In una qualsiasi azienda privata, una dirigenza che avesse ottenuto risultati così scarsi e negativi per tanto tempo, sarebbe licenziata in tronco.
Forse ci illudiamo, forse c’è una vena di utopia nel nostro ragionamento, ma senza le utopie il progresso della società umana si arresta e comunque nulla è peggio di quanto siano ora la politica ed il potere!

Alessandro Mezzano